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25 Novembre: ricordando Beatrice, Rachida, Augusta

Le Nazioni Unite con la risoluzione 54/134 del 17/12/1999 hanno proclamato il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” a memoria dell’eccidio delle sorelle domenicane Mirabal da parte della polizia del dittatore Trujillo.

Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa: donne coraggiose, politicamente impegnate furono prese, in un’imboscata, da agenti del servizio segreto militare, vennero torturate e poi uccise. Donne forti, capaci, combattive la cui militanza politica aveva fatto dichiarare al dittatore “io ho solo due problemi: la Chiesa Cattolica e le sorelle Mirabal”. Oggi a loro memoria e nel ricordo di tutte le donne invisibili e silenziose, che sono o sono state vittime della violenza di genere celebriamo questa giornata consapevoli che il lavoro che ci aspetta è ancora tanto.

Il 25 novembre 2011 con le sorelle Mirabal, ricorderemo Beatrice uccisa in settembre dall’ex marito a Reggiolo, Rachida uccisa il 19/11 dal marito a Brescello, Augusta uccisa il 20/11 dall’ex convivente a Bologna e ricorderemo tutte le donne che nel silenzio hanno patito o stanno patendo gesti di violenza ma insieme alla loro memoria celebreremo il nostro impegno e la nostra determinazione per gridare la nostra indignazione e dire ancora una volta: mai più.

Come PD siamo impegnati con forza e determinazione a costruire nuove politiche di contrasto alla violenza di genere che partano da un’efficace opera di sensibilizzazione rivolta a tutta la comunità, coinvolgendo le nuove generazioni nella realizzazione di progetti in cui diventano protagonisti di una cultura fondata sul rispetto reciproco, soprattutto nelle relazioni tra i generi.

Con il termine di violenza contro le donne si intende “ogni atto basato sul genere che comporti un danno o una sofferenza fisica, sessuale, o psicologica inflitta ad una donna, incluse minacce di tali atti, coercizioni o privazioni arbitrarie della libertà, che avvengano sia nella vita pubblica che privata” (ONU 1993).

La violenza contro le donne è quindi intenzionale ed è agita da parte di un uomo che decide di ricorrere alla forza per raggiungere il proprio scopo. E’ un fenomeno trasversale, interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di razza, religione o età.

La violenza di genere accade in ogni contesto sociale, lavorativo o comunitario ma è più probabile che accada quando insorge un conflitto tra uomo e donna all’interno di una relazione di coppia in essere o già conclusa.

Secondo i dati ISTAT (2006) la violenza sommersa e taciuta, in Italia, raggiunge il 93% delle violenze commesse dal partner.

Se per lungo tempo si è preferito negare o minimizzare il fenomeno oggi possiamo affermare con forza che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti fondamentali.

L’Unione Europea, impegnata in questa battaglia con convinzione, ha più volte emanato raccomandazioni, sollecitazioni, e richieste affinchè gli stati membri riconoscano il fenomeno, adottino azioni a sostegno delle vittime e lo prevengano realizzando autentiche politiche di contrasto alla violenza di genere.

La prevenzione ed il contrasto alla violenza quindi devono diventare azione prioritaria per governi e istituzioni.

L’Emilia Romagna ha affermato che la violenza contro le donne è un fatto privato di rilevanza pubblica perché attiene maggiormente alla sfera familiare/privata ma ha raggiunto numerosità e gravità tali da divenire drammatico fenomeno sociale.

Violenza di genere come un continuum che attraversa lo spazio pubblico e privato della donna e che si manifesta in mille forme dolorose e diversificate sino ai gesti estremi del femminicidio.

La nostra Provincia, i comuni reggiani – ed in particolare il comune di Reggio – già da alcuni anni hanno adottato politiche di contrasto alla violenza di genere sviluppando strategie di prevenzione e d’intervento accanto a politiche di sostegno rivolte alla donna vittima della violenza ed ai suoi bambini ove presenti.

Ecco quindi che la buona politica assume come imperativo sociale ed etico l’urgenza di mettere in campo pensieri ed azioni di contrasto alla violenza di genere.

Sono indispensabili politiche socio sanitarie che vedano sempre più operatori dei servizi e operatori della rete cooperare a sostegno delle donne vittime di violenza, condividendo strategie progettuali e tecniche all’interno di una comunità che si fa carico e diventa prossimità della vittima. Un welfare di comunità che vede operatori, volontariato, mondo dell’associazionismo e cittadini stringere un “patto” di solidarietà che veda ciascuno, con le proprie competenze e le proprie specificità, protagonista di una svolta per vincere insieme la battaglia contro la violenza di genere.

(Maria Stella D’Andrea,Responsabile Prov.le Welfare – Partito Democratico di Reggio Emilia)

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