La lettura della stampa locale di queste ultime settimane, incredibile ma vero, è quasi più ricca e stimolante di quella nazionale! E’ straordinario come noi del PdL qui a Reggio riusciamo a riportare la riflessione dalla crisi finanziaria mondiale a quella ben più grave della perdita di valori, della necessità di riportare al centro la persona e il bene comune.
L’argomento mi solletica moltissimo; primo perché sono tra i dirigenti provinciali del partito; secondo perché mi ritengo della nuova generazione di cattolici impegnati in politica; terzo perché non mi spiego come mai queste sollecitazioni non siano mai giunte come proposte al direttivo provinciale di cui anche l’On Barbieri fa parte!
Non riesco a condividere il collegamento tra i ripetuti inviti del Papa ad un impegno di una nuova generazione di laici cattolici in politica e la ricostruzione della DC.
Non ho vissuto quegli anni e non ne sono dispiaciuta, sono invece felice di vivere quelli attuali, ricchi di grandi difficoltà ma anche di sfide e opportunità che la mia generazione deve oggi saper cogliere e sulle quali deve saper costruire il futuro.
Non sono disposta a retrocedere di un passo sui principi e i valori non negoziabili, non per una crociata fuori tempo e fine a se stessa ma perché sarebbe una ferita mortale all’essere umano.
I cattolici in politica, però, hanno bisogno di fare passi avanti, di uno scatto di orgoglio, del coraggio di far uscire il mondo ecclesiastico e la politica da quel limitante rapporto di vertice che ha caratterizzato questi ultimi vent’anni.
Non condivido affatto lo slogan tanto di moda ultimamente: “cercare il dialogo con il mondo cattolico”, ha il sapore della ricerca di consenso in una “riserva”, come se i cattolici fossero una “razza in via d’estinzione” o una “specie protetta”! Da cattolica, questa espressione mi offende e, soprattutto, mi fa riflettere su quanto urgente sia cogliere con responsabilità i ripetuti inviti del Papa.
Il c.d. “dialogo con il mondo cattolico” lo possono e lo devono cercare coloro che non provengono dal mondo cattolico; gli inviti del Papa, al contrario, parlano di una nuova generazione di giovani (non per giovanilismo ma per quel naturale ricambio generazione di cui il nostro Paese ha tanto bisogno!) che vive nella comunità ecclesiale e in quella comunità si forma, affonda le proprie radici nel Vangelo e fonda le proprie scelte nel rapporto personale con Cristo.
Questi giovani, questa nuova generazione non ha bisogno di cercare un dialogo con il mondo cattolico perché ne fa parte! Il mondo con il quale deve rapportarsi e cercare un dialogo, è, invece, la società, la terra di missione che circonda e che si interseca ogni giorno con il mondo ecclesiale, con le nostre vite di testimoni del Vangelo.
Questa è la sfida per questa nuova generazione; questa è la via per una testimonianza vera che, solo se coerente con la propria vita, diventa efficace e capace di contaminare l’intera società.
La politica, quindi, contaminata da questi testimoni credibili, compie scelte, prende decisioni, vara provvedimenti, progetta un futuro diverso che non solo i cattolici condividono, bensì l’intera società perché sono “per l’uomo”, perché mettono al centro la persona, quindi la famiglia, perché sono per il bene comune.
Come ha detto Benedetto XVI, “l’essere politici cattolici non è un cartellino da mostrare sulla giacca. L’incontro con Cristo cambia la vita, tutta la vita e la rende più piena, anche per l’impegno politico.”
Questo mi auguro possa essere un tema di proposte politiche, non un campo di battaglia per la conquista di posizioni.
(Roberta Rigon, Vice Coordinatore Provinciale PDL Reggio Emilia)