Con il “Silenzio” suonato da una tromba per ricordare la strage di Nasiriyya- dove il 12 novembre 2003 morirono 28 persone, tra cui 12 carabinieri – si è aperto ieri al cinema Cristallo di Reggio Emilia il convegno dedicato alla figura di Salvo D’Acquisto, organizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Reggio Emilia in collaborazione con il Polo Culturale dei Cappuccini di Reggio Emilia. Prima dell’intervento dei relatori, sul tema “Eroe dei valori della vita, dell’onore militare e della fede”, il presidente della sezione reggiana dell’associazione Domenico Viola e il Gen. Vittorio Tomasone (Comandante della Legione Carabinieri Emilia-Romagna) hanno consegnato al Prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro un diploma di benemerenza e la tessera di “socia benemerita” per l’attività sviluppata negli ultimi anni in collaborazione con l’Arma in servizio e in congedo.
Al termine del convegno – che ha visto l’impegno organizzativo della responsabile attività del polo culturale dei cappuccini di Reggio Emilia Nadia Calzolari – dopo un un rinfresco e una visita al Museo, è stata celebrata una messa nella chiesa dei Cappuccini, in onore di tutti i Caduti dell’Arma dei Carabinieri.
Come ha sottolineato Domenico Viola “Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità ‘Italia, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Reggio Emilia ha voluto dare un proprio contributo, promuovendo e proponendo alla comunità il convegno. La scelta del tema non è casuale, ma nasce dalla constatazione che viviamo in una società dove tutto cambia rapidamente, in cui sembrano indebolirsi o venire meno gli ancoraggi certi, soprattutto per le giovani generazioni in un momento così difficile e delicato della vita nazionale. In tale contesto ci è parsa di evidente attualità ricordare la gloriosa figura di Salvo D’Acquisto la cui breve vita è stata vissuta intensamente nel segno del senso del dovere, dell’onore e dell’altruismo fino all’estremo sacrificio”.
Giuseppe Grigolon, cappellano militare della Legione Carabinieri di Bologna, ha detto tra l’altro che “L’essere militare e cristiano non sono in contrasto, come tante persone pensano. Nel martirologio della Chiesa cattolica troviamo, nel passato come nel presente, numerosi soldati che nella fede trovarono il trampolino e lo slancio per essere veri militari, uomini consacrati allo sviluppo e alla salvezza dell’umanità”. Parlando della figura di Salvo D’Acquisto, don Grigolon ha aggiunto “Non sono gli anni che vivremo, ma come li vivremo che ci rendono luminosi nel piano di realizzazione del bene comune. Il vicebrigadiere D’Acquisto visse solo 23 anni, non fece nulla di speciale tranne che il suo dovere, per cui si può affermare con le parole del libro della Sapienza che ‘Consumatus in brevi explevit tempora multa’ e cioè ‘Vissuto in breve tempo, compì opere grandi’. Per tutti e, in particolare, per le giovani generazioni, D’Acquisto è un avvincente esempio di come la vita possa diventare dono d’amore. Dal processo canonico – la Chiesa ha assegnato a D’Acquisto il titolo di Servo di Dio – e dalla vita del nostro eroe sappiamo come egli cresca e si strutturi in questo amore e con il tempo e la crescita si renda strumento di carità sia nella vita da civile che da carabiniere”.
Padre Paolo Grasselli (Responsabile del Polo Culturale dell’Ordine dei Cappuccini dell’Emilia-Romagna) è intervenuto su “Valori religiosi e valori civili”, sottolineando come il gesto finale dell’offerta di sé, sia stato per Salvo D’Acquisto il risultato di tanti gesti dello stesso segno compiuti lungo la sua pur breve vita. Grasselli ha poi citato la frase del filosofo Kant “Agisci in modo da trattare ogni essere razionale come un fine in sé stesso e mai come un semplice mezzo” per affermare come sia “Una frase che, se posta, in atto risolverebbe le problematiche legate alla nostra convivenza sociale; dalla nostra esperienza di ogni giorno, infatti, ci accorgiamo come spesso l’altro venga considerato più come mezzo per un nostro tornaconto personale che come fine. Come insegna Gesù – ha detto Grasselli – l’altro non deve essere usato, perché se è mio fratello devo amarlo senza avere altri obiettivi”.
Luigi Grasselli (Prorettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) ha detto che “La nostra generazione ha messo al centro dell’attenzione l’individuo e non la persona; invece, la persona vuol dire essere sociale e che i valori vanno condivisi, che esiste la coscienza individuale, ma questa si misura nell’aspetto sociale e relazionale dell’uomo. Per quanto riguarda i giovani di oggi, ho la percezione che, forse, la crisi nella quale ci stiamo dibattendo da tre anni sia servita a qualcosa, senz’altro a far capire ai giovani che non c’è nulla di automatico e che le conquiste delle generazioni passate vanno sempre difese, alimentate e mantenute tenute vive”.
Il Gen. Vittorio Tomasone (Comandante della Legione Carabinieri Emilia-Romagna) ha ricordato, tra l’altro, come oggi svolgere la funzione di carabiniere significhi prestare servizio in poco meno di cinquemila stazioni in tutta Italia. “Si potrà essere professionalmente sempre più evoluti – ha detto – preparati e capaci, ma quello che il cittadino vuole è che il carabiniere sia sempre in linea con quello che la sua storia ha dato all’Italia e cioè grande vicinanza alla comunità, condivisione di ogni tipo di valore, ma anche di sofferenza. E in questi momenti di crisi credo che al carabiniere sia richiesto un impegno ancora maggiore”.