Si susseguono in questi giorni pubblicazioni di dati e statistiche negative che danno la misura di quanto il sistema economico italiano, con le inevitabili ricadute anche nella nostra provincia, sia sottoposto ad una durissima prova in cui la posta in gioco è la tenuta dell’intero sistema.
A distanza di pochi giorni gli uni dagli altri, ai dati Istat sulla disoccupazione che a settembre ha toccato quota 8,4% a livello nazionale – con un balzo del +0,4% in un solo mese – sono seguiti quelli relativi alle retribuzioni contrattuali che nei primi nove mesi dell’anno registrano un aumento medio dell’1,7%, con un inflazione che raggiunge il 3.4% a livello nazionale ed il 3% nel comune di Modena. Dunque un 2011 che denota un ulteriore aggravamento della perdita del potere di acquisto delle famiglie. La conseguenza inevitabile è una recrudescenza della crisi nei settori del commercio e dei pubblici esercizi. Ne sono parziale riscontro i dati dell’Osservatorio di Confesercenti Modena che, registrano nei primi nove mesi del 2011 un calo dei ricavi del 2% nel settore del commercio e del 5.2% in quello della ristorazione. Con inevitabili conseguenze sulla tenuta dell’occupazione che, in entrambi, cala nei primi nove mesi del 2011 del 2.5%.
A questo occorre aggiungere che la domanda di consumi, pur molto debole, sino ad oggi è stata parzialmente sostenuta dal risparmio delle famiglie il quale, per altro, si sta progressivamente assottigliando. Una situazione che però non potrà protrarsi per molto tempo in quanto si sta esaurendo la quota di risparmio che le famiglie possono stornare ai consumi. D’altro canto la grave crisi finanziaria ha ridimensionato drasticamente il numero di soggetti che possono permettersi l’indebitamento per sostenere il proprio tenore di vita.
In questo contesto risulta inevitabile che le piccole e medie imprese commerciali e del turismo saranno costrette, almeno nel medio periodo, a fronteggiare un ulteriore calo della domanda di consumi, scontando già alle spalle un triennio che ha registrato un andamento estremamente debole. A completamento della tensione a cui sono sottoposte le imprese occorre aggiungere l’accentuata difficoltà nell’accesso al credito, che a causa delle tensioni finanziarie si fa sempre più selettivo oltre che costoso: il costo del denaro per una piccola impresa ormai supera l’8%.
“A tre anni dall’inizio della crisi le imprese del terziario e della distribuzione si stanno rivelando un anello debole della catena e quindi più esposte al rischio di marginalizzazione, sino all’espulsione dal mercato. Settori quindi a cui si dovrà dedicare una specifica attenzione quando finalmente e con colpevole ritardo, la politica nazionale sarà in condizione di operare scelte finalizzate allo sviluppo ed alla crescita, sostanziandole fra l’altro con misure finalizzate al sostegno dell’innovazione d’impresa, ed alla formazione. Politiche nazionali che dovranno trovare una traduzione coerente anche sul nostro territorio per riconsegnare una doverosa prospettiva di crescita anche a questi settori del terziario”. Conclude Confesercenti Modena.