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Spilamberto, il Pd difende l’Arcivescovo Lanfranchi

Il segretario del Pd di Spilamberto MicheleVenturi, replica al documento di PdCI, Prc, Pri, Psi, Sel e Verdi che hanno rinunciato alla seduta congiunta del Consiglio comunale e del Consiglio d’Istituto che, alla presenza dell’Arcivescovo Lanfranchi,  ha chiuso il Settembre pedagogico. Secondo PdCI, Prc, Pri, Psi, Sel e Verdi “invitare un esponente di una confessione reliogiosa a concludere i lavori di questa seduta è una scelta istituzionale sbagliata. Istituzioni e scuola devono rimanere totalmente laiche e rispettose di chi professa altre religioni e di chi non crede”.

«Il Partito democratico di Spilamberto è rimasto sorpreso e dispiaciuto dal documento sottoscritto da PdCI, PRC, PRI, PSI, SeL e Verdi, che esprimeva critiche sull’impostazione del Consiglio Congiunto sulla Scuola in programma a Spilamberto sabato scorso, in particolare sulla presenza dell’Arcivescovo di Modena. Dispiaciuto sia dal metodo con cui il documento è stato preparato e diffuso, sia dal contenuto – replica il segretario del Pd di Spilamberto Venturi -.

Partiamo dal metodo: non riusciamo a capire perché in quello che, dagli stessi estensori del documento, è stato definito un problema di “coinvolgimento politico”, sia stato indirizzato all’Amministrazione Comunale, che non è propriamente un soggetto politico ma un organo amministrativo, invece che alle forze politiche che tale Amministrazione sostengono, tra cui il nostro partito; la prassi consolidata avrebbe richiesto che, se non altro, tali soggetti venissero almeno informati del documento per poterne discutere a un tavolo politico.

Per quanto riguarda il merito, a noi sembra inopportuno che partiti politici intervengano sull’Ordine del giorno e sugli invitati ad un Consiglio Comunale straordinario convocato congiuntamente al Consiglio d’Istituto. La titolarità di tali decisioni è dei Presidenti dei due organi coinvolti, ossia Consiglio Comunale e Consiglio d’Istituto.

Riteniamo imbarazzante l’argomento del contendere, ossia le conclusioni del dibattito affidate a monsignor Lanfranchi, risultato alla fine un mero errore tecnico nella preparazione dei materiali informativi sull’iniziativa.

Ma la parte che non condividiamo del documento è questa presa di posizione aprioristica nei confronti di un rappresentante di un’istituzione, l’Arcivescovo, che comunque rappresenta un gran numero di nostri concittadini, soprattutto nella sua qualità di esperto, essendo, peraltro, dottore in “Scienze dell’Educazione”.

E’ fuori luogo l’idea di citare l’articolo 3 della Costituzione che garantisce la libertà di credo per sollevare un’eccezione nei confronti di un invitato proprio perché rappresentante di una religione. Secondo noi tale articolo si rispetta se lo si interpreta “ad includendum” e non, come si evince dal documento, “ad excludendum”. In altre parole: chiunque ha diritto alla stessa considerazione e ad essere ascoltato, indipendentemente dal suo credo. Essendo un consiglio aperto, tutti, compresi i rappresentanti di altre confessioni religiose, possono avere la possibilità di partecipare ed intervenire e nulla ci vieta di organizzare altri appuntamenti di questo tipo.

Infine ci pare indice di una certa “prevenzione” l’atteggiamento espresso nel documento: si esprimono valutazioni sui contenuti degli interventi e si propongono “interventi riparatori” in futuro, senza avere la più pallida idea di cosa avrebbe detto monsignor Lanfranchi, solo perché si pensa che tali interventi debbano per forza avere una connotazione “religiosa” e non possano essere semplicemente legati al tema del Consiglio in oggetto: l’educazione.

Il Partito Democratico, davanti a tutto – conclude Michele Venturi – ritenendola uno delle colonne portanti del proprio fare politica, pone la difesa del diritto di parola: chiunque può e deve poter esprimere liberamente il proprio pensiero, non importa se questo pensiero sia condiviso o meno. Occorre, perciò, riflettere sul significato che potrebbe assumere il vostro documento, significato, che siamo sicuri, conoscendoci tutti da molto, crediamo non fosse davvero nelle vostre intenzioni».

















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