L’articolato ponteggio che da qualche settimana cinge le absidi della cattedrale reggiana rivela che si è avviato un altro importante cantiere: quello del fronte orientale del duomo, che prospetta sulla bella piazza S. Prospero. Scopo prioritario di questi lavori è la conservazione dei paramenti murari delle absidi cinquecentesche che non mancano di evidenziare sofferenze delle finiture e degli apparati decorativi, pesantemente alterati da interventi dei secoli scorsi.
Proprio dalla conoscenza delle ragioni del processo di degrado prende avvio l’attività di questo restauro con le prime campionature e le analisi chimiche sui materiali, che porterà nei prossimi anni a una rinnovata fruizione estetica del monumento.
Avvalendosi di tecniche aggiornate e di maestranze qualificate si vuole perseguire, infatti, l’obbiettivo di meglio conoscere l’edificio nella sua storia e di riscoprire i pregevoli ornati in cotto, di ascendenza ferrarese e lombarda, le tracce del loro originario tinteggio a colori vivaci, l’elegante fregio affrescato a grottesche che ornava il cornicione delle tre absidi e di cui si conservano pochi lacerti, ora difficilmente visibili dal basso.
La costruzione delle absidi del duomo viene promossa a partire dagli ultimi anni del XV secolo dal vescovo Arlotti, che pone mano a un vasto intervento di restauro e ampliamento della chiesa, rimasto incompiuto alla morte del prelato nel 1508. In questo modo si dava seguito a una serie di interventi che avevano visto la demolizione dell’abside medievale, modifiche alle quote presbiteriali e le premesse per la nuova sede del coro canonicale.
Le absidi si presentano come un interessante episodio legato cronologicamente al significativo momento storico in cui nell’Italia padana cresce l’apprezzamento per la cultura artistica e architettonica di gusto antiquario, grazie all’influsso di artisti centro italiani e lombardi. Con la basilica di San Prospero di poco posteriore, le absidi della cattedrale rappresentano, infatti, un primo banco di prova per l’aggiornamento della cultura architettonica reggiana, che nella seconda metà del Quattrocento è ancora saldamente ancorata a modelli tardo gotici. Pur in mancanza di prove documentarie, è plausibile ascrivere la paternità delle absidi all’architetto milanese Cesare Cesariano, noto per il suo commento a Vitruvio, presente a Reggio tra il 1495 circa e l’aprile 1508.
L’intervento di restauro, promosso dalla Diocesi e dal Comitato per il restauro della cattedrale, è progettato e diretto dall’arch. Mauro Severi sotto l’alta sorveglianza degli Organi di tutela del Ministero per i beni e le attività culturali.
L’intervento è reso possibile grazie a un apposito finanziamento di ARCUS S.p.A. A tale proposito l’ing. Carolina Botti, Direttore centrale di Arcus, ha dichiarato: “Il sostegno di Arcus a questo progetto è molto importante perché consente di attuare un insieme di azioni strategiche quali: il mantenimento nel tempo delle migliori condizioni di tutela e fruizione di un bene di grande valenza storico-artistica; lo sviluppo di sinergie tra beni culturali e territorio; l’utilizzo di tecnologie innovative nel campo del restauro. Più in generale, questo progetto ci permette di dare concretezza ad alcuni pilastri della nostra missione, quali recuperare strutture e beni, ampliando le occasioni di fruizione per i cittadini, e intervenire su progetti che possano avere ricadute positive per un intero territorio”.
Cronologia delle fasi costruttive delle absidi della cattedrale di Reggio Emilia
1491 Data incisa su di uno dei capitelli dei pilastri che dividono la parte di cripta corrispondente al transetto dalla cappella dei SS. Crisanto e Daria.
1495 Incarico a Nicola da Sampolo per la costruzione di un coro nella cripta.
1502 4 novembre: autorizzazione della Comunità a occupare parte dell’area stradale dietro alla chiesa da utilizzarsi per la costruzione delle nuove absidi.
1503: Data riferita dal Panciroli per l’inizio della costruzione dell’abside maggiore.
1504: Secondo l’Azzari l’abside maggiore risulta già terminata.
1504: autorizzazione dei canonici alla costruzione della cappella absidale destra, extendendo locum capelle Sancte Lucie et porticum contiguum quantum fuerit necesse.
1505 6 febbraio: Nicola Sampolo, viene incaricato di completare il coro superiore adattandolo alla nuova abside.
1506: Data riportata dal Panciroli per l’inizio delle celebrazioni nel nuovo coro.
1506: Data incisa su un concio di chiave che chiudeva probabilmente la volta a vela della cappella destra, detta Cappella dei Canonici.
1507 18 marzo: Nell’atto per la demolizione parziale del Palazzo vescovile ai fini della costruzione del cortile colonnato, risulta già costruita la cappella destra, detta del Sacramento.
1508 14 gennaio: La cappella del Sacramento manca ancora dell’intonaco interno; infatti il vescovo Bonfrancesco Arlotti nel suo testamento dispone di essere sepolto nella cappella per eum noviter fabricata sed nondum stabilita.
1508 24 febbraio: Maestro Luca da Viano, in seguito costruttore della chiesa di San Prospero di Castello, viene incaricato dai canonici di abbassare la quota del vecchio presbiterio, sistemando la cripta, aggiungendole gli spazi determinati dalle nuove absidi e utilizzando per quanto possibile materiale di recupero.
1508 6 agosto: I reggiani Innocenzo Pizoni, Antonio Trampi e Leonello Vacchi vengono incaricati dal Capitolo di eseguire il nuovo pavimento del presbiterio in marmi policromi, secondo un disegno da essi fornito.
ARCUS UNO STRUMENTO DI INTERVENTO A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI
ARCUS S.p.A., Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, costituita nel 2004 con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha il compito di sostenere e avviare progetti riguardanti i beni e le attività culturali, anche nella loro connessione con le infrastrutture, perseguendo la visione di contribuire a tradurre i beni e le attività culturali da oggetto passivo di osservazione a soggetto attivo di sviluppo.
Il capitale sociale di Arcus è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto di decreti annuali adottati dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali di concerto con il Ministro delle Infrastrutture.
Sostenere progetti significa individuare iniziative importanti, aiutarne il completamento progettuale, intervenire negli aspetti organizzativi e tecnici, partecipare – ove opportuno o necessario – al finanziamento del progetto, monitorarne l’evoluzione, contribuire ad una conclusione felice dell’iniziativa.
Arcus si propone dunque come uno strumento originale per il sostegno e il lancio di iniziative e progetti importanti e innovativi nel panorama della cultura italiana.
Per la realizzazione delle proprie attività Arcus si avvale per norma del 3% degli stanziamenti previsti per le infrastrutture, destinato alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle attività culturali. Arcus è individuata per legge come la struttura destinataria di tali fondi.
Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholders potenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine bancaria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università, soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati.
Il progetto ambizioso di Arcus è infatti quello di diventare il “collante” che consente di rendere sistemiche le azioni di promozione, sostegno progettuale, identificazione ed attrazione di ulteriori capitali per la realizzazione di iniziative mirate a migliorare il quadro dei beni e delle attività culturali, in un’ottica di conservazione, fruizione e valorizzazione.
Comitato per il Restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia
Il Comitato per il Restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia è stato costituito nel 2003, su iniziativa del Vescovo S. E. Mons. Adriano Caprioli e presieduto dal Dott. Vincenzo Morlini.
I lavori di recupero della Chiesa Madre della Diocesi sono cominciati nell’autunno del 2004, con la direzione dell’Arch. Mauro Severi.
Nel 2006 alla presidenza del Comitato è stato chiamato il Comm. Fabio Storchi.
Nel novembre del 2008, dopo circa quattro anni di lavori, è stata pienamente riconsegnata al culto, nel proprio rinnovato splendore, la chiesa superiore.
Nel novembre del 2009 è stata riaperta e riconsegnata al culto la Cripta, anche in questo caso al termine di un importante opera di recupero.
Sono attualmente in corso gli interventi per l’implementazione dei nuovi poli liturgici.
L’importo complessivo dei lavori ha superato i 10 milioni di euro, finanziati in buona parte dalla sfera pubblica (in particolare da Ministero e Direzione Regionale per i beni e le attività culturali) ma anche grazie al decisivo sostegno delle istituzioni, degli istituti di credito, delle imprese, delle associazioni di impresa, delle altre associazioni e degli enti rappresentati nel Comitato, nonché quello dei professionisti, delle parrocchie, dei sacerdoti, delle famiglie, dei privati cittadini, dei fedeli e di tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito.
I soci fondatori del Comitato:
• Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla.
• Associazione Industriali della Provincia di Reggio Emilia
• Associazione Lega Coop Reggio Emilia
• ASCOM, Associazione Provinciale del Commercio Turismo e Servizi di Reggio Emilia
• Banca Popolare dell’Emilia Romagna s.c. a r.l.
• Banca Popolare di Verona – Banco S. Geminiano e S. Prospero s.c. a r.l.
• Bipop – Carire S.p.A. Unicredit Group
• Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia
• Comune di Reggio Emilia
• CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – Associazione Provinciale di Reggio Emilia
• Credito Emiliano S.p.A.
• Fondazione “Pietro Manodori”
• Interacciai S.p.A.
• Max Mara S.r.l.
• Provincia di Reggio Emilia
• Rotary Club di Reggio Emilia
• SMEG S.p.A.
• Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia