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Bilancio irriguo del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale

“E’ come se sul territorio, in pochi mesi, avessimo eretto quasi 120 acquedotti grandi come stadi. E, con questi, abbiamo garantito la possibilità di produzione in un territorio che, d’estate, sarebbe altrimenti arido e dove, invece, si produce il meglio del made in Italy dell’agroalimentare, ma anche a beneficio dell’ambiente”. E’ l’esempio che Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale utilizza per commentare i dati appena elaborati sulla conclusione dell’attività irrigua che, tra Modena, Reggio Emilia e Mantova per il suo consorzio ha significato la distribuzione di 180 milioni di metri cubi d’acqua. Questo il bilancio di irrigazione del comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, nel quale sono appena terminate le operazioni di svaso (svuotamento dei canali), con venti giorni di ritardo rispetto all’ordinario.

“I dati – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – si riferiscono ai prelievi alle fonti. In particolare l’84% è stato prelevato da Po e la quota restante da Enza e Secchia. Mediamente negli anni, invece, il prelievo da Po era dell’ordine del 75%. L’incremento è stato attribuito al ridotto apporto da Secchia, a causa dei lavori di sistemazione dell’invaso che hanno momentaneamente diminuito la possibilità di prelievo. Questo testimonia l’importanza strategica delle risorse idriche appenniniche nell’ambito dell’uso razionale delle risorse superficiali”.

“Il maggiore prelievo da Po – aggiunge Domenico Turazza, direttore – significa un aumento dei costi di pompaggio per il Consorzio. L’incremento del 9% di volume derivato a Boretto è stato necessario per rendere la risorsa idrica disponibile su tutto il comprensorio. Da Po, si consideri, che mediamente l’acqua viene sollevata mediamente di 30 metri (con un minimo di 6 metri, rispetto al letto del fiume, sino ad un massimo di 55 metri per raggiungere le zone di più alta pianura), mentre il corrispondente volume derivato a Castellarano sarebbe arrivato sul territorio a gravità”.

“La stagione irrigua – prosegue il direttore – è stata caratterizzata da un inizio precoce. Gli invasi sono cominciati a fine marzo. Già a maggio la distribuzione irrigua ha raggiunto livelli che ordinariamente si registrano a giugno, con invaso completo della rete e livello di servizio come in piena stagione irrigua. Questo a causa delle elevate temperature e scarse precipitazioni dei mesi precedenti”.

“A giugno – spiega Paola Zanetti, dirigente area sicurezza idraulica, irrigazione e movimentazione idrica – è poi stata sospesa per 15 giorni per le intense precipitazioni che hanno colpito quasi tutto il comprensorio. L’irrigazione è stata quindi ripresa con elevati valori di richiesta per tutto il mese di luglio e agosto e protratta a settembre e fino ai primi di ottobre per la prolungata siccità”.

“Una stagione irrigua – prosegue la dirigente – che in una parola si può definire lunga: iniziata presto, terminata tardi. Caratterizzata da un periodo fortemente siccitoso: non essendosi registrate precipitazioni di rilievo da fine giugno, per questa ragione i volumi consegnati all’agricoltura sono del 35% superiori a quelli del 2010”.

“I consumi energetici – aggiunge la Zanetti – sono in forte aumento. Da un lato per non avere potuto utilizzare pienamente le risorse derivabili dal Secchia, consentendo così il proseguimento dei lavori alla traversa di Castellarano. Dall’altro lato a causa del lungo periodo di invaso della rete (da aprile a ottobre) a cui corrispondono elevate perdite per infiltrazione essendo la rete irrigua di distribuzione costituita prevalentemente da canali in terra a cielo aperto”.

“Molto intensa si è dimostrata pure l’attività di manutenzione della rete dei canali con oltre 1300 i cedimenti arginali ripresi durante la stagione irrigua dovuti al protratto invaso causati anche – precisa la dirigente del Consorzio – dalla presenza di nutrie e gamberi che hanno addirittura causato il crollo dell’argine della Fossa Raso alla confluenza con il cavo Parmigiana Moglia in comune di Rolo la sera del 15 agosto, intervento prontamente risolto dal consorzio”.

















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