Dopo un esercizio 2010 che ha evidenziato valore della produzione in crescita del 9%, (dopo il -6% del 2009) e un +3,27% per il valore aggiunto, l’esercizio 2011 si presenta a luci e ombre per le cooperative associate a Legacoop Reggio Emilia, “con una percezione generalizzata di profonda preoccupazione, dovuta in primo luogo alla situazione economica generale, ma anche alla mancanza di una strategia del Governo per affrontare in maniera strutturale la crisi” come spiega la presidente Simona Caselli. “La forte preoccupazione – prosegue la presidente di Legacoop – riguarda anche gli effetti negativi della Manovra, che colpisce direttamente e fortemente proprio le cooperative, e la stretta creditizia, che non contribuisce certo a immaginare una fase di sviluppo”.
Il valore della produzione complessivo delle cooperative aderenti a Legacoop dovrebbe sostanzialmente mantenersi sui livelli dell’anno precedente, circa 7 miliardi di euro, (come sintesi di alcuni settori in crescita e altri fermi o in calo), ma ciò che emerge in modo evidente è la fortissima contrazione della marginalità aziendale, con alcune imprese che difficilmente potranno raggiungere il pareggio di bilancio.
“E’ buono l’andamento del settore agroalimentare – spiega la responsabile dell’Ufficio economico e finanziario di Legacoop Daniela Cervi – e tengono le cooperative operanti nella grande distribuzione, a fronte di una situazione oltremodo preoccupante nel comparto edile e immobiliare. Sono ancora in crescita i fatturati delle cooperative operanti nei servizi e nel sociale, il tutto in una situazione generale di contrazione delle marginalità e di peggioramento della situazione finanziaria. Un fattore critico particolarmente critico è infatti quello dell’inasprimento delle condizioni di accesso al credito, con la stretta creditizia che ormai è qualcosa di più di un semplice rischio. L’effetto di una contrazione sempre più marcata della redditività netta e conseguentemente dell’autofinanziamento generato – prosegue Daniela Cervi – ha portato ad un appesantimento del livello di esposizione finanziaria delle cooperative nei confronti del mondo bancario, su cui incidono costi di raccolta notevolmente superiori. E’ inoltre preoccupante l’irrigidimento degli istituti di credito nell’erogare le risorse necessarie oltre che a supportare progetti di sviluppo, anche per il quotidiano svolgimento dell’attività aziendale”.
L’occupazione, vista come dato complessivo, tiene e probabilmente darà un saldo positivo, ma per alcune realtà aziendali oltre all’impiego di ammortizzatori sociali, riduzioni dei premi e degli straordinari, blocco degli inquadramenti c’è da affrontare anche un problema di gestione degli esuberi.
L’andamento dei settori
Per l’agroalimentare, settore notoriamente anticiclico e trainato dalla favorevole congiuntura del Parmigiano Reggiano, il 2011 dovrebbe mostrare un consolidamento ulteriore dei volumi raggiunti, ma scontare contrazioni delle marginalità per effetto dell’innalzamento dei costi di approvvigionamento delle materie prime e per la progressiva erosione della redditività lungo l’intera filiera. Performance positive sono attese nel comparto dei vini, soprattutto per le realtà che riescono ad ampliare il proprio bacino di utenza al di fuori dei confini nazionali.
Perdurano le criticità nei mercati dell’immobiliare e delle attività collegate all’edilizia, come laterizi, serramenti e infissi, c’è sostanziale tenuta dei comparti connessi alle tematiche energetiche, all’imballaggio alimentare e allo smaltimento dei rifiuti. Le cooperative industriali e di costruzioni prevedono quindi una sostanziale stabilità del monte lavori, che sconta tuttavia una significativa contrazione dei margini ed un peggioramento notevole del livello di indebitamento complessivo. In un simile scenario occorrerà sempre più diversificare l’attività su più fronti, presentarsi sul mercato delle grandi opere infrastrutturali in ottica di sistema, accrescere le dimensioni aziendali sfruttando nuove sinergie e investire maggiormente sui temi dell’innovazione e dell’ambiente. Il rallentamento della domanda aggregata interna spinge poi le cooperative più strutturate a ricercare nuovi sbocchi commerciali, con crescente attenzione anche verso mercati esteri. Trend in calo anche per il comparto delle cooperative d’abitazione, per le quali si avverte la necessità di ridefinire il ruolo, in quanto costrette ad operare in un mercato ormai saturo. Occorrerà valutare attentamente le attività di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, le opportunità offerte dall’housing sociale, aprendo riflessioni sulla proprietà “indivisa” e considerando l’enorme mole di edifici da destinare ad una riconversione sostenibile e auto-sufficiente. Si intensifica infatti il paradigma che vede nella casa non più un investimento duraturo, ma un bisogno immediato.
Sono crescenti le difficoltà anche per le imprese della grande distribuzione, che si trovano ad affrontare un consumatore sempre più impoverito dalla crisi in un mercato sempre più competitivo. Il 2011 registra un calo ulteriore dei consumi e un rafforzamento delle politiche promozionali finalizzate a salvaguardare il potere d’acquisto dei consumatori, in parte compensati dall’apertura di nuovi punti vendita anche su territori attualmente meno presidiati, ma scontando una contrazione ulteriore delle marginalità aziendali. Sono in discussione anche importanti progetti di acquisizione e di concentrazione, al fine di accrescere ulteriormente il livello dimensionale.
Nel settore dei servizi, il 2011 dovrebbe portare un ulteriore aumento dei livelli di fatturato, accompagnati tuttavia da una contrazione della redditività e da un maggior indebitamento verso le banche. Il comparto della ristorazione, con importanti operazioni di concentrazione aziendale, ha accresciuto ulteriormente la propria quota di mercato; il settore trasporti ha iniziato l’anno all’insegna di una ripresa del giro d’affari, più attenuata nel secondo semestre; si confermano positive le performance nei settori della vigilanza e dei servizi ospedalieri, mentre difficoltà sempre più accentuate emergono nei servizi di pulizia e nella logistica, in cui vige la logica di assegnazione degli appalti che premia il massimo ribasso piuttosto che la qualità del servizio e la crescita smisurata della concorrenza, con comportamenti che sforano gli ambiti della legalità. I ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione hanno inoltre condotto ad una crescita del fabbisogno di capitale circolante e conseguentemente ad un innalzamento del livello di esposizione finanziaria nei confronti degli istituti di credito.
Per le cooperative sociali il 2011 presenterà presumibilmente un ulteriore incremento del valore della produzione, anche grazie ad importanti operazioni di incorporazione, ma sconterà un’inevitabile erosione dei margini reddituali a fronte di risorse pubbliche sempre più limitate. Ciò che preoccupa è anche la situazione del credito, con numerose imprese, dipendenti in misura preponderante dal comparto pubblico, che rischiano di essere vittima di “strozzature” finanziarie, dovute a tempi di pagamento ormai fuori da qualsiasi logica economico-finanziaria. La scelta di accrescere le dimensioni e soprattutto di operare in ottica di sistema viene avvertita come essenziale per sopravvivere in un contesto di trasformazione del sistema del welfare.