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Presentato il progetto del nuovo Dipartimento di Chimica, Scienze Farmaceutiche e Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio

INPDAP, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Fabrica Immobiliare SGR presentano l’intervento per la costruzione del nuovo Dipartimento di Chimica, Scienze Farmaceutiche e Scienze della Terra, che sorgerà in via Campi a Modena, nelle immediate vicinanze dell’attuale campus universitario, su un’area di circa 20 mila mq.

Il complesso, che sarà realizzato da CMB Carpi su progetto dello studio Rossiprodi Associati di Firenze in partnership con Ingegneri Riuniti di Modena, si articolerà in quattro corpi di massimo quattro piani fuori terra, che definiranno due ampie corti aperte, orientate verso la città storica e con questa dialoganti mediante ampie vetrate.

Il nuovo Dipartimento, che svilupperà una superficie commerciale lorda di circa 17.600 mq, ospiterà aule, laboratori didattici e di ricerca, uffici amministrativi e spazi comuni per favorire la vita di relazione degli studenti.

Particolare attenzione sarà inoltre posta alla sistemazione a verde dell’area esterna, ai parcheggi ed alla realizzazione di un sistema di percorrenze ciclopedonali di relazione con la città e con il resto del campus.

L’intervento, del valore complessivo di 34,68 milioni di euro, è stato progettato e sarà eseguito senza comportare esborsi finanziari per l’Università, mediante la formula della concessione dell’area in diritto di superficie per 90 anni al Fondo Aristotele, fondo immobiliare promosso e sottoscritto dall’INPDAP nel 2005 e gestito da Fabrica Immobiliare.

L’evento, che si concluderà con la posa della prima pietra, vedrà come panel di commento il Sindaco di Modena, il Presidente della Provincia di Modena ed il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Paolo Crescimbeni, Presidente dell’Inpdap, dichiara: “Nel 2005 abbiamo promosso e sottoscritto per 630 milioni di euro il Fondo Aristotele, l’unico fondo immobiliare italiano specializzato in investimenti in favore dell’università e della ricerca scientifica, che oggi continua a rappresentare uno dei pilastri con cui l’Ente sostiene lo sviluppo del nostro Paese e, soprattutto, investe nel futuro dei nostri giovani”.

Aldo Tomasi, Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, sostiene: “ Il progetto nasce dalla necessità di adeguare sotto il profilo normativo e gli standard qualitativi richiesti oggi alcune strutture accademiche che svolgono importanti attività di ricerca. Lo schema del Fondo Aristotele rappresenta una forma di partenariato pubblico privato ideale per le Università italiane, che possono offrire strutture nuove ed all’avanguardia ai propri studenti anche in un contesto di minori trasferimenti statali”.

Marco Doglio, Amministratore Delegato di Fabrica Immobiliare, dichiara: “Tutto il processo, dalla selezione del progettista a quello dell’appaltatore, è stato condotto in maniera trasparente mettendo a disposizione dell’Università il bagaglio di esperienze tecniche di Fabrica senza rinunciare ad un ritorno economico positivo, benché calmierato, per l’INPDAP in qualità di investitore. Forti dei risultati già raggiunti stiamo riaprendo le sottoscrizioni del Fondo per attrarre sia immobili sia risorse finanziarie di nuovi investitori attenti, oltre ai rendimenti, alle ricadute sociali degli interventi.”

Fondo Aristotele ha investito ad oggi oltre il 95% dei 630 milioni di euro conferiti da INPDAP nel 2005 ex lege 498/92, avviando un piano di investimenti di portata nazionale che si articola in 16 operazioni, principalmente di sviluppo immobiliare, nei settori dell’università – anche ad uso residenziale – e della ricerca scientifica. Tra i principali investimenti del Fondo: lo IEO Day Center di Milano, i due campus universitari di Roma Tor Vergata e Bari, la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Siena.

SCHEDA STORICA

– 20/12/2006 – il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia approva il Protocollo d’intesa con Fabrica immobiliare

– 27/06/2007 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia approva la Costituzione di diritto di superficie (90 anni) su terreni ubicati in Modena in favore di Fabrica Immobiliare Società di Gestione del Risparmio S.p.A.

– 09/07/2007 il Consiglio Comunale di Modena approva il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) – Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica – Campus universitario via Campi/via Araldi

– 30/10/2007 Ateneo e Fabrica Immobiliare SGR SpA stipulano contratto di locazione della durata di 9 anni per l’immobile da costruirsi

– 23/12/2008 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia approva l’aumento di circa 3,5 milioni di euro (da 31 milioni 251mila euro a 34 milioni 680mila euro) del quadro economico a seguito dell’analisi sul terreno

– 21/09/2009 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia approva il Progetto definitivo del nuovo immobile

– 21/06/2011 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia approva il Progetto esecutivo elaborato dallo Studio Rossiprodi associati srl dell’immobile

SCHEDA PROGETTO

La necessità di realizzare la nuova sede dei Dipartimenti di Chimica, Scienze Farmaceutiche e Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con la relativa struttura didattica, nasce dall’urgenza di disporre di spazi adeguati sotto il profilo degli aspetti funzionali, distributivi e impiantistici, sotto il profilo dell’adeguamento alle norme, sopratutto quelle di sicurezza e, infine, sotto il profilo della flessibilità d’uso, tutte condizioni che gli attuali fabbricati non possono assolvere, come è stato rilevato da analisi condotte che hanno mostrato l’onerosità di una eventuale riconversione dell’edificio esistente.

L’area destinata alla futura costruzione dei Dipartimenti è posta in via Campi, all’angolo con via Braghiroli, e ha una superficie di 19.970 mq, 1.550 dei quali riservati ad aree verdi di arredo del parcheggio e 5.516 ad aree verdi e servizi. L’edificio è posto nella fascia centrale del lotto per ritrovare aree di parcheggio sia a nord, accessibili da via Campi, che a sud, accessibili da via Braghiroli. I parcheggi (140 + 40 interrati) sono inseriti nella sistemazione paesaggistica e ampiamente dotati di spazi verdi, in modo da concepirli più come giardini che come aree di sosta.

Il complesso, che coprirà una superficie di 4.460 mq, sarà realizzato rispettando una distanza di 12 ml dalla sede stradale per salvaguardare la visuale libera nei confronti delle abitazioni. Si innalzerà per 4 piani fuori terra, compreso un piano tecnico in copertura (alto 3 m), alti ciascuno 4,5 m, che definiscono due ampie corti aperte, poggiando su un basamento compatto, alto un piano, organizzato intorno a due corti verdi rettangolari chiuse, sulle quali si affacciano gli spazi dedicati alla didattica; oltre ad un piano seminterrato (alto 4 m).

Complessivamente disporrà di una superficie utile di 12.609, 78 mq. L’ingresso principale si affaccerà su via Campi

Complessivamente gli accessi saranno 5. La parte di edificio che guarda su via Campi con un’altezza più contenuta ospita un sistema di scalinate, terrazze e passaggi che conducono all’ingresso principale, da cui si accede all’ampia terrazza al primo piano, quasi una piazza rialzata. Un altro accesso, sempre tramite scalinata, sul fronte di via Braghiroli si riconnette al primo tramite la medesima terrazza. Un terzo accesso, al lato della scala principale permetterà di utilizzare l’ascensore che collega il piano di campagna con il piano terrazza. Sempre su via Campi è stato individuato un ulteriore accesso a cui potranno accedere solo professori, tecnici e personale non strutturato. Infine, un quinto accesso è previsto dal parcheggio sotterraneo.

Il sistema delle corti, delle terrazze, con le scalinate si completa con le sistemazioni a verde e i percorsi che creano tutto un tessuto urbano di spazi e percorsi ciclopedonali e di relazione con l’intorno, curando anche il collegamento fra questa area e il resto del Campus, con un’ampia permeabilità del complesso (che è privo di recinzioni) in modo da favorire i contatti, gli scambi e la piacevolezza delle aree di sosta e di studio.

Si accede all’interno dell’edificio dalla piazza rialzata al primo piano. Lì si trova l’atrio principale su cui si innesta un sistema composto da un’ampia galleria su due livelli, larga da 340 a 520 cm per permettere il deflusso degli studenti, collegati tra loro da due scale a giorno. Sulle due gallerie si affacciano tutte le aule per le lezioni frontali capaci di 875 posti/studente.

Al piano seminterrato c’è uno spazio studenti, un openspace per una novantina di studenti, le aule specialistiche di Scienze della Terra, oltre che depositi e spogliatoi.

Al primo piano si trova il front-office, l’amministrazione, alcuni studi del Dipartimento di Chimica e una parte dei laboratori didattici (capaci di contenere circa 300 studenti), posizionati a sud dell’edificio.

Al secondo piano sono posizionati gli studi di Scienze Farmaceutiche e i restanti studi di Chimica e piccoli studi per 6-8 postazioni per specializzandi e dottorandi.

Al terzo piano si trovano invece i laboratori di ricerca di Scienze Farmaceutiche e di Chimica e piccoli studi per 6-8 postazioni per specializzandi e dottorandi.

Il piano tecnico è un’area divisa in tre sezioni che corrispondono alle tre ali dell’edificio, qui sono state posizionate le unità di trattamento dell’aria, i gruppi frigo con le loro torri di raffreddamento, i motori delle cappe di aspirazione, la centrale termica e i collettori.

Il progetto introduce accorgimenti per il contenimento dei consumi energetici, agendo sul grado di isolamento termico passivo degli involucri delle tamponature esterne e dei solai; sulla protezione dei fronti esposti all’irraggiamento solare per i due sistemi di schermatura adottati e introducendo dispositivi di ventilazione naturale degli ambienti. Particolare attenzione è stata data alla questione dell’efficienza energetica dell’edificio. Infatti, in copertura sono previsti impianti per lo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili. Saranno presenti sia pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria che pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

La schermatura data dai ballatoi sulle facciate a nord garantisce un ottima protezione dai raggi solari durante l’irraggiamento zenitale della stagione calda e la costituzione di un vero e proprio tetto ventilato, un cappello per l’edificio contribuisce a migliorare le condizioni microclimatiche dell’ultimo piano. Inoltre l’edificio è concepito per poter funzionare durante buona parte della stagione senza l’utilizzo dell’aria condizionata per le sue buone prestazioni di isolamento termico.

LA DISTRIBUZIONE DEGLI SPAZI

La scelta di collocare i laboratori di ricerca per Chimica e Scienze Farmaceutiche al terzo piano risponde ad un’esigenza di flessibilità per consentire, trovandosi immediatamente sotto il piano tecnico, di riconfigurare facilmente gli ambienti in base alla installazione di nuove cappe chimiche, nuovi macchinari, linee di gas o quant’altro necessiti a nuove funzioni. I laboratori di Scienze della Terra invece, per il tipo di lavorazione, spesso rumorosa e con macchinari pesanti, per il tipo di analisi e ricerche in cui si impiegano grandi quantità di materiale, tipo rocce, terra sciolta, hanno bisogno di essere posizionati preferibilmente al piano terra.

LA SUA POPOLAZIONE

Per comprendere la strategicità della struttura occorre comprendere che dovrà servire una popolazione accademica permanente di circa 1.800 persone, ovvero 182 docenti (19 professori ordinari, 37 professori associati, 38 ricercatori, 56 dottorandi, borsisti ed assegnisti di ricerca, 32 personale tecnico-amministrativo) e quasi 1.600 studenti che frequentano gli specifici corsi di laurea oggi istituiti dall’Ateneo.

LE PRINCIPALI DIMENSIONI

Il nuovo edificio dei Dipartimenti mutua il proprio impianto dalla tradizione tipologica italiana degli edifici universitari – a blocco chiuso con cortile centrale – coniugandolo con le esigenze contemporanee di integrazione e di apertura dell’istituzione universitaria con l’ambiente circostante.

















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