Il corridore modenese Riccardo Riccà avrebbe ammesso nei giorni scorsi alla procura antidoping del Coni di aver effettuato un’autoemotrasfusione a inizio febbraio prima di essere ricoverato per un malore, ma avrebbe sostenuto di averlo fatto solo su prescrizione medica. Cambia così la versione del ciclista, che inizialmente aveva negato di aver compiuto quella pratica che gli è costata la sospensione dalle gare.
I contenuti delle dichiarazioni del corridore sono stati trasmessi alla procura di Modena, che indaga a sua volta sulla condotta del 28enne formiginese. Entro due giorni Riccò sarà ascoltato dal sostituto procuratore Pasquale Mazzei, che sta chiudendo l’inchiesta.