E’ la prima volta che grazie al censimento Istat si potrà dare la possibilità ai gay, alle lesbiche e agli eterosessuali conviventi di dichiarare il loro stato di vita ed essere, quindi, riconosciuti ufficialmente nelle statistiche dell’Istituto.
Se da un lato la legge (e questo governo) frena in tutti i modi il riconoscimento dei diritti di queste persone, rifiutandone a volte addirittura i diritti più elementari, l’opportunità che da oggi la compilazione del censimento Istat (ripetiamo per la prima volta in Italia) darà loro il riconoscimento di fatto tracciandone numeri e particolarità nella popolazione italiana.
Nella premessa del modello Istat troviamo la dicitura “Cosa si intende per famiglia?” e la risposta che da il questionario è la seguente: “Un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi, coabitanti ed avendo dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte all’Anagrafe della popolazione del comune stesso).”
Grazie poi ad un combinato di risposte l’Istat riuscirà ad estrapolare il numero di coppie di fatto, gay e lesbiche conviventi e che, d’ora in poi anche secondo l’Istat, costituiranno di fatto una famiglia, che che ne diga il ministro Giovanardi.
I Comunisti Italiani ritengo fondamentale che gli organi di informazione pubblicizzano questa possibilità che riteniamo un primo grande passo in avanti per riconoscere a tutti loro lo stato di diritto che oggi gli viene negato.
Alcune delle risposte alle domande che permetteranno questo sono racchiuse nel questionario:
– a pagina 8, punto 1.2 descrivendo il sesso, riferito all’intestatario del foglio di famiglia;
– a pagina 16, punto 1.1 risposta 03 e 1.2 con la scelta del sesso per il convivente.
Un piccolo diritto conquistato!
(Comunisti Italiani – FdS di Reggio Emilia, Donato Vena)
