Il nuovo Piano attuativo locale delinea scelte che «portano al consolidamento dell’intera offerta sanitaria provinciale, quali il potenziamento dell’assistenza territoriale, una nuova organizzazione ospedaliera più sicura, funzioni trasversali fra le aziende e fra territorio e ospedale, una maggiore responsabilità delle professioni sanitarie, un governo delle aziende sanitarie più integrato». E’ la valutazione contenuta nell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza – primo firmatario il presidente della Provincia Emilio Sabattini – e approvato nella seduta del Consiglio provinciale di mercoledì 5 ottobre con i voti favorevoli di Pd, gruppo misto e Udc (contrari Pdl e Lega Nord) in vista dell’approvazione del Pal da parte della Conferenza territoriale sociale e sanitaria il 14 ottobre. Assente l’Idv, ma il presidente del Consiglio Malavasi ha comunicato l’adesione del capogruppo Sergio Pederzini alla proposta.
Nell’esprimere «apprezzamento e condivisione della proposta di Pal, nata attraverso un significativo percorso partecipativo», il documento evidenzia inoltre le Case della salute come «uno degli elementi più qualificanti e caratterizzanti il futuro del servizio sanitario», sollecitando la Conferenza territoriale sociale e sanitaria a «monitorare periodicamente lo stato di attuazione del Piano».
Nella stessa seduta è stato inoltre approvato con i voti favorevoli di Pd e gruppo misto (astenuto il Pdl, contraria la Lega) anche l’ordine del giorno con cui il capogruppo dell’Udc Fabio Vicenzi chiede che «il Pal possa essere rivisto apportando, laddove necessario, gli opportuni correttivi che tengano conto delle risorse effettivamente disponibili», esprimendo inoltre «l’esigenza di promuovere e sostenere la sperimentazione di un sistema assicurativo e mutualistico integrato» che favorisca «il passaggio da welfare dello stato a welfare di comunità».
Approvato anche con il voto favorevole di Pd, Pdl, Lega nord e gruppo misto (contraria la sola Udc) l’ordine del giorno proposto da Bruno Rinaldi, Mauro Sighinolfi e Luca Ghelfi (Pdl) che chiedeva il potenziamento «del punto di primo intervento dell’ospedale di Castelfranco, attraverso l’istituzione di un servizio di ambulanza di automedica h 24 e la reale integrazione nella rete come ospedale di prossimità».
Respinto con voto contrario di Pd, gruppo misto e Udc l’ordine del giorno del Pdl che proponeva alla Conferenza territoriale di rinviare l’approvazione del Pal «per migliorare la proposta, approfondendo e valutando le motivate criticità esposte nel dibattito degli ultimi mesi», tenuto conto «delle numerose osservazioni e perplessità di cittadini, associazioni e comitati». Respinto, infine, con il voto a favore di Pdl e Lega (gruppo misto astenuti, no di Pd e Udc) l’ordine del giorno con cui il Carroccio – primo firmatario Lorenzo Biagi – chiedeva «l’impegno a mantenere i servizi attualmente esistenti nell’ospedale di Finale Emilia, ovvero day surgery e lungodegenza».
Il dibattito
Per Luca Gozzoli (Pd), che ha aperto il dibattito, la discussione sul Pal, fermandosi solo sulla tutela delle strutture ospedaliere, ha perso di vista l’obiettivo principale che è la salute dei cittadini. «E una sanità che tutela salute e benessere dei cittadini deve avere gli strumenti per intervenire prima che sia necessario arrivare in ospedale. Per questo vanno attuate le linee di riorganizzazione e anche di risparmio che questo Piano introduce, poi ben vengano le verifiche e gli adattamenti in corso d’opera». Secondo Dante Mazzi (Pdl) il Piano suscita «perplessità diffuse a tutti i livelli perché non assolve a quello che era il suo compito più importante e cioè superare i problemi creati da una rete a maglie strettissime in città, con tutte le competizioni e le duplicazione create da Baggiovara, e molto larghe in periferia. Purtroppo – ha proseguito il consigliere – non c’è stata la capacità di ascoltare le molte voci di dissenso che ci sono state». Nel Piano presentato, secondo Luca Ghelfi (Pdl) sono condivisibili il principio che non si può dare tutto a tutti e la necessità di uscire dai localismi. Ma è necessario, ha ribadito il consigliere, «superare il dualismo irrisolto tra il Policlinico e Baggiovara e recuperare la centralità del territorio, della Bassa in particolare, dove si deve creare una nuova struttura di riferimento che possa gestire le emergenze».
Per Patrizia Cuzzani (Gruppo misto) il Pal, «che deve vedersela con tagli drammatici, deve però anche riuscire a garantire qualità della vita e coesione sociale. Ed è vero – ha aggiunto la consigliera –che l’ospedale di Castelfranco non chiuderà ma non mi sembra nemmeno che si sia dato ascolto alle richieste dei cittadini». L’ospedale di Finale Emilia è stato al centro dell’intervento di Lorenzo Biagi (Lega nord) per il quale «vengono sempre depotenziati gli ospedali dei territori più disagiati e questa è una sconfitta per tutti. Senza contare i costi sostenuti dall’azienda per fare fronte alla mobilità passiva che solo per gli spostamenti verso Mantova e Ferrari ammonta a 4 milioni di euro». Secondo Davide Baruffi (Pd), il documento del Presidente certifica lo sforzo di un lungo lavoro improntato a una comune assunzione di responsabilità: «La politica ha fatto il suo mestiere, raccogliendo le proposte e le istanze all’interno di un quadro politico, affidandole ai tecnici per trasformarle in proposta operativa che sarà assunta di nuovo dalla politica ma correggendola dove è il caso». Bruno Rinaldi (Pdl) ha rimarcato il ruolo di rappresentanza dei consiglieri nei confronti di tutti i cittadini: «È giusto quindi che ci facciamo portavoce delle istanze dei cittadini, avendo fiducia che la Conferenza territoriale ci ascolterà, ma senza cedere a sterili polemiche né affidarci ciecamente ai comitati». Cecile Kyenge (Pd) ha sottolineato positivamente l’attenzione che il Pal pone sulla prevenzione, attraverso un sistema di welfare di comunità che coinvolge enti, istituzioni e le tante associazioni che operano sul territorio. «La salute va oltre le strutture ospedaliere e coinvolge gli stili di vita» ha detto la consigliera invitando a dare maggior diffusione a tutto ciò che riguarda la prevenzione. Giorgio Siena (Pd) ha chiesto di «dedicare la massima attenzione agli ospedali di prossimità, come quello di Mirandola, che potrebbero risentire di un’identità non ben definita», affermando che bisognerà porsi il problema della struttura ospedaliera a servizio dei Comuni dell’area nord.