Un concerto in Via Ferrari Bonini di Enrico Brizzi e la band Yuguerra ha inaugurato martedì la mostra “A passo d’uomo – da Francesco a Italica 150”, allestita al Museo dei Cappuccini fino al 15 novembre. E’ stata, in pratica, un’anteprima dell’edizione 2011 del Festival Francescano, in programma dal 23 al 25 settembre.
L’allestimento – foto di Francesco Monti, a cura di Nadia Calzolari – propone due percorsi collegati dal tema comune dell’uomo in cammino alla scoperta delle motivazioni del proprio esistere: il primo offre spunti di riflessione sul pellegrinaggio terreno di San Francesco d’Assisi, tratti dalle “Fonti Francescane”, il secondo centinaia di fotografie scattate durante il viaggio a piedi attraverso l’Italia di Enrico Brizzi e il gruppo “Francigena XXI” nell’ambito del progetto “Italica 150”.
Enrico Brizzi, autore 18 anni fa del famosissimo romanzo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” (tradotto in ventiquattro paesi, diventato un film nel 1996) ha spiegato che l’aspetto più sorprendente del viaggio (2.191 chilometri a piedi in tre mesi, dalla Vetta d’Italia a Capo Passero) ha riguardato le persone: “Viviamo in un mondo in cui i mass media ci mettono continuamente in guardia sul fatto che andare in giro è pericoloso, che dietro ogni sconosciuto si potrebbe celare qualcuno che ci vuole male. L’esperienza di stare 90 giorni con lo zaino in spalla, bisognosi praticamente di tutto, dalle informazioni all’acqua, mi ha raccontato un Paese diverso, di persone pronte a darti una mano, a fornirti un’indicazione e, soprattutto, liete di raccontarti la propria storia; mettendone insieme tante, forse all’arrivo hai l’idea di conoscere un po’ meglio anche la storia del tuo Paese”.
Per Brizzi, quindi, un’Italia da salvare, nonostante tutti gli scandali e i problemi? “Io parto dall’idea che l’Italia sia da salvare perché tornare ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini, delle signorie e dei podestà è forse un’attività divertente quando si parla di folclore, non quando si parla di società. L’Italia degli egoismi, della superficialità e del materialismo è quella che conosciamo ogni giorno, non c’è bisogno di partire per toccarla con mano. L’aspetto ‘rivoluzionario’ di un’esperienza come il nostro viaggio è proprio rendersi conto che se siamo un solo Paese è perché da nord a sud siamo cresciuti con l’idea che c’è un’epica nazionale che ci riguarda tutti, una storia che ci accomuna”.
Tra i tanti ricordi del fotografo Francesco Monti c’è n’è uno particolare: “Una donna molto anziana che abbiamo incontrato a Villavallelonga, un piccolo paese con 900 abitanti vicino a L’Aquila; ci ha raccontato come il nostro viaggio sia per lei impensabile perché l’unico ‘viaggio’ che questa signora ha fatto per tutta la vita sono i pochi metri tra la casa e la stalla per accudire gli animali. Anche questo incontro ci ha fatto capire l’enorme privilegio che abbiamo avuto nel fare il nostro viaggio”.
Il direttore del Museo dei Cappuccini, Fr. Stefano Cavazzoni, ha spiegato che le Fonti Francescane sono un insieme di testi scritti da biografi, scrittori e frati contemporanei di Francesco. In mostra, al museo, ci sono alcune immagini tratte da un libro del 1200 e una copia anastatica di questo antico volume dove si narra la vita e la storia del santo. “Come sappiamo – ha ricordato frate Stefano – durante la sua vita Francesco si spostò in diverse città e paesi: Spoleto, Assisi, Cannara. Come il gruppo di Brizzi e compagni ha voluto camminare lungo le antiche strade di Italica 150, così Francesco volle camminare per incontrare uomini e donne. Nelle Fonti Francescane sono narrati anche questi incontri”.
Apertura mostra 23, 24, 25 settembre 10/13 e 15/22 – dal 26 settembre al 15 novembre: dal lunedì al venerdì 10/12; sabato, domenica e festivi 15/18
Info: Tel. 0522 580.720 – segreteria@museocappuccini.it – www.museocappuccini.it