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Turismo, Confesercenti: chiude in attivo l’estate emiliano romagnola

Secondo l’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna, il trimestre giugno-agosto si è chiuso in attivo, nonostante le difficoltà economiche che si registrano a livello nazionale. Sicuramente l’estate 2011 sarà archiviata anche come un anno di recupero delle presenze turistiche, ma con ancora difficoltà per i fatturati e la redditività delle imprese.

Nonostante la crisi economica e finanziaria che sta toccando il nostro Paese e grazie ai flussi stranieri che hanno evidenziato un maggior dinamismo ed ai risultati registrati nella seconda parte del mese di agosto, in particolare nelle aree della Costa Adriatica e nelle nostre città d’arte i risultati delle presenze del trimestre estivo registrano valori positivi rispetto allo stesso periodo del 2010.

In base alle indicazioni fornite dai 684 imprenditori intervistati la crescita stimata è del +1,2%. La crescita maggiore è stato percepita nel settore extralberghiero (+2,3%), mentre l’alberghiero dovrebbe limitare la crescita al +0,8%: da questo comparto è giunto il maggior numero di segnalazioni di aumento della clientela straniera, in particolar modo nelle strutture a 4 e 5 stelle.

Nel panorama regionale le strutture della Costa Adriatica registrano una crescita del +1,0%, soprattutto per la crescita della domanda straniera e grazie ai risultati del mese di giugno ed agosto. Anche per le Città d’arte si stima una crescita di presenze (+2,4%), con una forte crescita dei turisti stranieri. Le aree dell’Appennino e Verde segnano un calo molto contenuto (-0,5%), grazie ad un incremento del turismo estero mentre nelle aree del termale e benessere il calo risulta pari all’1,1%.

L’altro aspetto da sottolineare, che si aggiunge ad uno scenario non semplice, è la forte competizione sulle tariffe del ricettivo, che da un lato ha consentito di mantenere a un buon livello l’attrattività e i numeri delle presenze nella nostra Regione e dall’altro però ha compresso ulteriormente la redditività delle aziende turistiche, che secondo la percezione degli intervistati ha segnato un decremento di fatturato del -0,9%. Una caduta più evidente è stata registrata dagli operatori dell’Appennino e Verde (-3,2%) e delle Terme e benessere (-2,2%). Per le imprese delle Città d’arte e della Costa Adriatica si stima una flessione dei fatturati rispettivamente del -1,3% e del -0,4%.

Gli effetti più evidenti della stagione appena trascorsa sono stati, da una parte, ancora una forte incidenza del movimento turistico del weekend, dall’altra, una diminuzione della permanenza media degli ospiti e una diminuzione della spesa dei nostri ospiti.

Complessivamente nel trimestre estivo è leggermente diminuita la domanda italiana mentre si è verificato un discreto aumento di alcuni segmenti esteri. Le nazionalità segnalate in maggior aumento sono: russi, svizzeri, belgi, francesi, olandesi, scandinavi e i turisti provenienti dai Paesi dell’Est.

In rapporto al tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive nel corso della stagione estiva, si segnala una media regionale pari al 63,2%. Il valore sale al 70% per le strutture alberghiere e scende al 45,5% per l’extralberghiero. Per effetto della stagionalità, il tasso di occupazione maggiore è stato registrato dalle strutture della Costa Adriatica (75,4%), a differenza di quelle delle Città d’arte dove si è registrato un valore più basso (42,9%).

Per quanto riguarda le previsioni del mese di settembre 2011, in base alle prenotazioni già acquisite si stima una sostanziale stabilità con i dati del 2010 che sicuramente potranno migliorare con le prenotazioni last minute. Tra le tipologie turistiche con le aspettative migliori segnaliamo la Costa Adriatica e le Città d’arte.

“Il buon risultato ottenuto in termini di presenze – sostiene Claudio Della Pasqua Presidente Regionale Asshotel – è da attribuire alla capacità degli imprenditori turistici che, hanno comunque saputo costruire un’offerta attrattiva della nostra Regione, adeguando i prezzi alle esigenze di una clientela con una capacità di spesa contenuta, pur garantendo un buon livello di qualità . Ma Il mantenimento della qualità delle proposte, affiancato alla diminuzione dei prezzi praticati, continua a erodere i margini e la redditività delle imprese e non potrà proseguire ancora a lungo. È, dunque, il momento che questo governo riconosca il ruolo e l’importanza di questo settore per l’economia nazionale, intraprendendo scelte strutturali che portino ad un suo definitivo collocamento nel comparto industriale per affrontare più agevolmente tutte le azioni necessarie al suo rilancio”.

“Ancora una volta il sistema turistico dell’Emilia Romagna, seppure in questa fase di crisi economica, ha tenuto – sostiene Stefano Bollettinari, Direttore di Confesercenti regionale – e il settore si conferma un asset fondamentale per la nostra economia, ma la redditività delle imprese turistiche ha raggiunto livelli critici ed è sempre più importante dare ancora maggiore impulso al settore invece di penalizzarlo con tasse di soggiorno o altri balzelli.

E’ vero che le risorse sono in diminuzione, ma non si può pensare di sopravvivere senza investire sui mercati esteri consolidati e anche su quelli emergenti, soprattutto a livello nazionale come Paese, se vogliamo avere un futuro e tenere il passo con i nostri competitor”.

















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