Sono passati pochi giorni dalla maxi rissa tra stranieri davanti alla piscina Dogali che già i fatti si ripetono e, se possibile, in modo ancora più grave. In largo Garibaldi, quindi in luogo non periferico ma centrale, molto frequentato dai modenesi per il lavoro o il passeggio, una sessantina di stranieri hanno dato vita a una battaglia che questa volta ha lasciato sul campo alcuni feriti.
Questi fatti dovrebbero far comprendere ai sostenitori dell’accoglienza e dell’integrazione ad ogni costo che la realtà prevale sempre sulle intenzioni e che i fatti non possono essere nascosti dalle parole. E i fatti ci dicono che è difficile integrare gli stranieri quando questi non si integrano neanche tra di loro.
I sempre più frequenti episodi di violenza vedono infatti spesso contrapposti gruppi che si differenziano per una matrice etnica e culturale. Molti insegnanti ci confermano che anche nelle scuole esistono rivalità e odi tra gli studenti stranieri appartenenti a diverse comunità, e che queste contrapposizioni anziché attenuarsi si ingigantiscono sempre più.
È la natura. Ognuno ricerca la compagnia dei propri simili, anche da un punto di vista etnico e culturale. Il miraggio del melting-pot, della fusione e del multiculturalismo, è già fallito da un pezzo negli Stati Uniti e nelle grandi metropoli europee. Prima si riconosce questo dato di fatto, prima può essere messa in pratica una gestione dell’immigrazione che si ponga come obiettivo prioritario e realistico la sicurezza e la vivibilità delle nostre città.
La responsabilità di certi episodi non ricade solo su chi si lascia andare ad episodi di intollerabile violenza, ma anche su chi, accecato dall’ideologia o da utopie umanitarie, si rifiuta di accettare la realtà.
(Il segretario cittadino, Stefano Bellei)