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Modena, la Giunta comunale: “Su Ponte Alto un caso montato sul nulla”

Sulle questioni sollevate dalla consigliera Eugenia Rossi in relazione ad immaginarie irregolarità, frutto di incaute informazioni, nella gestione dell’altrettanto immaginaria trasformazione di destinazione d’uso dell’area definita di Ponte Alto, la Giunta riferirà sul piano politico al momento di rispondere all’interrogazione in Consiglio Comunale.

Dato il rilievo assunto dalla vicenda e considerate le palesi deformazioni della realtà contenute nelle affermazioni della consigliera Rossi, l’Amministrazione ritiene comunque di anticipare alcune spiegazioni di merito attraverso l’Ufficio legale del Comune.

“Il primo elemento, che chiarisce immediatamente la natura della questione, è che sull’area di Ponte Alto, al momento, non è stata presentata alcuna richiesta di cambio di destinazione d’uso. Per intenderci: i proprietari dell’area non hanno formulato istanze per ottenere che sui quei terreni si possa costruire alcunché, si tratti di abitazioni, fabbriche o uffici.

Questo significa che i riferimento della Rossi ad un numero specifico di alloggi, a presunti favoritismi, a mancate valutazioni di natura ambientale sono del tutto inventati, arbitrari ed offensivi dell’onorabilità dell’Amministrazione. Anche perché, è bene evidenziarlo, tutte le spiegazioni fornite in questa sede sono sempre state nella piena disponibilità della consigliera Rossi, che quindi avrebbe potuto facilmente evitare di incorrere in questo grossolano equivoco.

Sempre proseguendo nelle spiegazioni, l’area di Ponte Alto è stata inserita tra quelle potenzialmente trasformabili, ma solo su richiesta degli interessati come per tutte le altre cosiddette zone F presenti sul territorio comunale. Le norme che regolano l’eventuale trasformazione e le sue modalità sono definite dagli atti del Consiglio Comunale e sono conformi con l’articolo 18 delle legge regionale 20 del 2000. Si tratta, quindi, di atti pubblici e come tali assolutamente neutri rispetto ai passaggi di proprietà. Perciò un dato è certo: chiunque decidesse di chiedere la trasformazione d’uso dell’area è a conoscenza della norma che gli consentirebbe di intervenire direttamente solo sul 20% del terreno, mentre il restante 80% entrerebbe nelle disponibilità del Comune e quindi dei cittadini, come avviene per tutte le aree dello stesso tipo.

Per quanto riguarda, infine, i controlli ambientali, il fatto che siano nelle mani di Arpa costituisce elemento di garanzia assoluta per il Comune e per i cittadini. L’amministrazione, comunque, richiederà la prescritta documentazione di carattere ambientale (all’interno della quale vi sono anche le caratteristiche del sottosuolo) quando verrà presentata l’eventuale richiesta di trasformazione d’uso dell’area, cosa che, ribadiamo, ad oggi non è assolutamente avvenuta. Non a caso, in Consiglio comunale approderanno presto le delibere relative ad altre richieste, ma nessuna riguardante Ponte Alto. In ogni caso, ad ulteriore garanzia, sarebbe perciò lo stesso Consiglio a pronunciarsi sull’opportunità o meno di concedere la trasformazione.

Una regola deve valere per tutti, con le necessarie conseguenze in ogni sede: quella della responsabilità. Chiariti i fatti, le competenze e gli atti amministrativi che interessano questa vicenda, le illazioni e le deformazioni potrebbero appartenere solamente alla strumentalizzazione politica, non alla rigorosa e documentata esposizione dei fatti alla quale ognuno deve rispettosamente uniformarsi”.

















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