“Chiediamo di poter praticare la caccia in deroga con le stesse modalità utilizzate negli ultimi anni che, nonostante l’incomprensibile parere contrario dell’Ispra hanno sempre avuto l’apprezzamento dell’intero mondo agricolo e venatorio, e hanno consentito di ridurre significativamente i danni alle colture, senza mettere in alcun modo a rischio la conservazione della specie. Oggi stesso invierò una richiesta di incontro urgente al presidente dell’Ispra professor Bernardo De Bernardinis, per sollecitare un diverso parere sulle deroghe, coerente con la numerosità della specie in Italia”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura e all’attività faunistico-venatoria Tiberio Rabboni che oggi a Bologna ha promosso un incontro con le associazioni venatorie, agricole ed ambientaliste per una verifica delle problematiche connesse alla caccia in deroga allo storno.
“Chiediamo inoltre al Governo – ha detto Rabboni – di onorare l’impegno assunto e di emanare quelle linee guida nazionali sulle cacce in deroga che attendiamo da più di due anni e consentirebbero chiarezza e uniformità di comportamento per tutte le Regioni e per la stessa Ispra. Su questa richiesta pressante al Governo c’è stata anche questa mattina la più ampia convergenza del mondo agricolo e venatorio. Nel frattempo dall’ 1 settembre daremo corso alla caccia in deroga pur con le modalità restrittive volute da Ispra. Questa mattina abbiamo anche valutato, in ragione di queste restrizioni, l’eventuale ritiro della delibera. Responsabilmente siamo stati invitati a darne attuazione per limitare comunque i danni in attesa degli interventi nazionali attesi.”
Caccia in deroga, le limitazioni dell’Ispra
Lo storno è inserito nell’elenco europeo delle specie protette ed è pertanto non cacciabile. Il prelievo venatorio in deroga può essere concesso dalle singole Regioni, in linea con quanto previsto dall’Europa, per contenere i danni che questa specie, molto diffusa in Italia provoca alle produzioni in agricole. Quest’anno però l’Ispra, l’organo scientifico del Ministero dell’Ambiente, ha introdotto forti limitazioni alle deroghe regionali, limitazioni incomprensibili alla luce degli stessi dati Ispra che documentano il grande numero di storni presenti. L’ Emilia-Romagna, al pari di Toscana, Marche ed Umbria, si è adeguata alle indicazioni dell’Ispra perché queste sono considerate vincolanti dalla stessa UE, pena l’apertura di procedure europee d’infrazione e, in caso di condanna, il taglio degli stessi fondi europei destinati alla Regione.