“Il governo si deve assumere la responsabilità della manovra. E’ arrivato il momento di parlare il linguaggio della verità”. Lo ha detto ieri sera Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, intervistato presso la tenda Tricolore di FestaReggio da Beppe Boni, vicedirettore del Resto del Carlino.
“Non possiamo più nasconderci dietro l’illusione che l’Italia abbia superato la crisi meglio degli altri paesi europei. Bisogna prendere atto che siamo a un tornante della storia, l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone hanno governato per cinquant’anni il mondo, traendone i benefici che ne conseguivano, ora però, quello stesso mondo, ci chiede di pagarne il conto”, ha affermato Letta, rispondendo a Boni sull’attuale situazione economica mondiale, e ha proseguito, “certo non era prevedibile un agosto così. E’ necessario, però, prendere le redini della situazione e renderci conto che se nel 2016 il G7 venisse ricostituito con gli stessi criteri del 1975, nessuno stato europeo rientrerebbe, per lo meno non singolarmente. E’ arrivato il momento di fondare gli Stati Uniti d’Europa, è arrivato il momento per una grande battagli europeista concreta. E’ cambiato il mondo e la politica Europea ora come ora non tiene il passo”.
Sollecitato, poi, da Boni sui “tormentoni” Fiat e Montezemolo, Letta ha affermato che, “E’ ovvio che interessi a tutti avere una grande impresa automobilistica come la Fiat nel nostro paese, essa, però, deve essere globalizzata, deve rappresentarci nel mondo. Questo paese ha dato tanto alla Fiat, è arrivato il momento della reciprocità, le azioni non possono più essere unilaterali. Per quanto riguarda l’eventuale entrata in politica di Montezemolo” prosegue Letta “non potrei che esserne felice. Montezemolo è dinamico e moderno e nella contromanovra da lui proposta vi sono le nostre stesse basi: paghi chi non paga mai e non contribuisca maggiormente chi ha sempre contribuito, come invece ha ipotizzato la maggioranza nella sua Manovra”.
Il vicesegretario dei Democratici ha illustrato i principi generali della contromanovra del Pd. “Non è ammissibile – dice Letta – che un quarto della ricchezza italiana sia in nero. Deve contribuire maggiormente chi ha di più e chi non ha mai contribuito. E il PD ha una ricetta molto precisa per combattere l’evasione fiscale: tracciabilità e pagamenti elettronici. Oltre a ciò, puntiamo su un prelievo straordinario una tantum sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e scudati che ammonterebbe a circa quindici miliardi di euro. E ancora, l’imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato, la dismissione di immobili pubblici, liberalizzazioni, politiche industriali per la crescita: bisogna appoggiare chi rischia, chi investe, non chi rimane fermo, dobbiamo credere nella testa degli italiani, ripartire dall’idea che è proprio con la cultura che si mangia e non con l’illegalità”.
Infine ampio spazio è dato al capitolo pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica. “Innanzi tutto dobbiamo prendere atto che la politica deve essere retribuita, affiche chi governa si occupi esclusivamente di questo e non debba portare avanti contemporaneamente un altro lavoro, questo per ottenere un maggiore impegno e per evitare che solo chi ha grandi capitali a disposizione possa governare. Questo è un rischio troppo alto, che non possiamo correre. Deve essere retribuita, però solo per il periodo di governo, per questo stiamo combattendo per l’eliminazione di vitalizi e associate, che regalano più di 50.000 poltrone a ex politici, che invece devono, a nostro parere, tornare nel mondo reale. E’ necessario, inoltre cambiare la legge elettorale e con essa dimezzare il numero dei parlamentari: 945 sono più di quanti ne abbia qualsiasi altro Stato, davvero troppi. Infine auspichiamo uno snellimento di Regioni, Province, Comuni, un dimezzamento delle società pubbliche e una centralizzazione e controllo stretto per l’acquisto di beni e servizi nella pubbliche amministrazioni”.
Un’ultima battuta su Chiesa e Ici: “il tema di fondo sono le funzioni della struttura. Non possiamo chiedere di pagare l’ici a strutture con grande interesse storico-artistico o a immobile che hanno funzioni di sostegno alla comunità, la Chiesa deve, però compiere un atto di autocontrollo. Tutte le strutture border-line devono pagare”.