La Cgil organizza per giovedì 25 agosto, davanti alla Prefettura di Modena, un presidio di protesta contro la manovra finanziaria. Nel corso del presidio è previsto un intervento del Segretario Generale Donato Pivanti. Una delegazione sarà ricevuta dal Prefetto.
Volantino presidio:
La manovra del Governo riassume in sé tutte le negatività che avevamo previsto e tentato di scongiurare, assieme alle altre parti sociali.
Con questa manovra il Governo condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale per difendere le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la sua base di consenso.
Con questa manovra le chiacchiere sulla riduzione delle tasse e sul federalismo giungono al capolinea. La manovra del Governo impedisce alle Regioni e ai Comuni di svolgere le funzioni proprie previste dalla Costituzione.
La manovra del Governo è:
• depressiva, in quanto non destina risorse alla crescita né all’economia né all’occupazione, riduce il reddito e i consumi dei cittadini, mancano totalmente gli investimenti, impedisce agli enti territoriali virtuosi di impegnare le loro risorse per rilanciare le opere pubbliche e il tessuto delle imprese locali;
• socialmente iniqua poiché colpisce lavoratori, pensionati, famiglie, soggetti sociali deboli e non ha il coraggio di intervenire sull’evasione fiscale, sulle rendite finanziarie, sulle grandi ricchezze;
• centralista anche se riduce il perimetro dello Stato, poiché ignora le obiezioni e le proposte che sono giunte dal paese attraverso le parti sociali, le Regioni, le Autonomie locali, salva gli enti nazionali inutili e colpisce indiscriminatamente il pubblico impiego;
• istituzionalmente scorretta in quanto interviene per decreto senza motivi di urgenza in campi affidati alla autonomia delle parti sociali;
• velleitaria e antisindacale in quanto pretende di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro;
• costituzionalmente dubbia in quanto discrimina tra persone riducendo le garanzie di pari opportunità dei soggetti più deboli e incentiva la violazione della legislazione esistente;
• inefficace in quanto non affronta in maniera strutturale le cause del deficit, ne’ pone le basi per ricostruire avanzo primario e ridurre realmente il debito;
• provvisoria e improvvisata, in quanto non è in grado di scongiurare ulteriori declassamenti del Paese e ulteriori costi di rientro nei parametri richiesti dall”Europa;
• sbagliata in quanto nasconde dietro le richieste della Bce scelte ideologiche che non hanno nulla a che vedere con il riequilibrio e le riforme strutturali (richieste peraltro dalla stessa Europa) per la crescita;
• confusa e indeterminata negli obiettivi e negli effetti presentati.
Nello specifico si confermano le misure già previste per circa 28 miliardi di euro con decorrenza al 2012, composta dai tagli ai Ministeri, al FSN, agli EE.LL.; superticket sanitari, aumento del bollo sui titoli, aumento del’IRAP sulle banche, rincaro del contributo unico dei processi; aggiornamento dei coefficienti di ammortamento dei beni; l’aumento delle accise sulla benzina, blocco degli aumenti contrattuali dei lavoratori pubblici, l’adeguamento all’età pensionabile alla speranza di vita, modifiche al sistema di decorrenza del pensionamento di anzianità
E’ inoltre prevista l’anticipazione della “Delega per la riforma assistenziale e fiscale” che, tra maggiori entrate e riduzioni di spesa, potrebbe contare da 4 a 10 miliardi di euro nel 2012 e 20 miliardi di euro nel 2013 e che consisterà nella razionalizzazione della spesa assistenziale (stretta, probabilmente sui criteri di accesso, sulle pensioni d’invalidità e sull’indennità di accompagnamento, e sulle pensioni di reversibilità,), senza una lotta all’evasione e senza l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie;
oppure nel taglio delle agevolazioni, le detrazioni e le deduzioni fiscali: nella probabile ipotesi che non tocchino le detrazioni per lavoro dipendente e pensioni, il TFR e gli assegni al nucleo familiare, i tagli si dovrebbero concentrare su sgravi IRPEF prima casa, detrazioni per spese mediche (a cui si sommerebbero i superticket), detassazione produttività e sgravi sulle ristrutturazioni, a cui si aggiungerebbe l’innalzamento delle aliquote IVA (oggi ridotte, al 4% e al 10%).
In entrambe le ipotesi, si tratta di misure inique, che danneggerebbero principalmente lavoratori dipendenti, pensionati e, più in generale, le fasce di reddito medie e basse.
Non siamo però costretti ad accettare la ricetta del governo, che taglia la spesa sociale, la previdenza, i diritti e persino la crescita, precludendo qualsiasi possibilità di ripresa almeno per i prossimi due anni. Ai fini dell’anticipazione del pareggio di bilancio occorre garantire immediatamente maggiori entrate: si possono realizzare misure più eque, anche come base per la crescita del PIL e dell’occupazione.
Per queste ragioni la CGIL propone:
• un Piano strutturale di lotta all’evasione fiscale e al sommerso; il Piano potrebbe produrre 18 miliardi di euro nel 2012 e 23 miliardi nel 2013.
• Introduzione di un’Imposta straordinaria sui Grandi Immobili (IGI) oltre la soglia dei 500.000 euro; che potrebbe generare un gettito massimo potenziale di circa 18 miliardi di euro.
• Introduzione di un’Imposta ordinaria sulle Grandi Ricchezze (IGR) sulla quota che eccede gli 800.000 euro; si stima un gettito massimo potenziale di circa 15 miliardi ogni anno.
• Armonizzazione a livello europeo della tassazione sulle rendite finanziarie (con l’esclusione dei BOT) con aliquota al 20%; l’operazione porterebbe nelle casse dello Stato un gettito di circa 4,5 miliardi di euro ogni anno.
• Riduzione dei Costi della Politica, con un risparmio di spesa immediato di circa 3 miliardi di euro da destinare a livello locale.
• Aumentare la Tassa di successione; si punta ad un gettito di circa 2 miliardi di euro l’anno.
Le maggiori risorse derivanti da questa misura (circa 1 miliardo di euro ogni anno) possono essere destinate ad un incentivo diretto di natura straordinaria per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro che potrebbe portare 300.000 assunzioni in 3 anni.
La CGIL rivendica il ritiro:
dell’articolo 8 relativo alle cosiddette “misure a sostegno dell’occupazione” che nei fatti annulla la contrattazione nazionale e introduce surrettiziamente il superamento dell’art. 18.
delle norme relative alla liberalizzazione degli orari nelle attività commerciali e l’obbligo per i comuni di privatizzare i servizi pubblici.
delle norme relative al posticipo del pagamento del TFR e che legano la corresponsione della tredicesima mensilità ai vincoli economici e finanziari dell’ente, norme che colpiscono ancora una volta il pubblico impiego.
La CGIL rivendica inoltre che le festività che rappresentano la storia democratica e civile del nostro paese e il giusto riconoscimento al ruolo del lavoro continuino, ad essere festeggiate il 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno.
La CGIL, di fronte allo spregio della forma, delle norme costituzionali, delle situazioni reali di vita delle persone e delle famiglie fa appello alle altre organizzazioni sindacali, alle forze sociali, alle Istituzioni più vicine alle comunità, al mondo dell’associazionismo e del volontariato e della cooperazione sociale per opporsi alla iniquità delle decisioni del governo e per impedire la disgregazione della società italiana.
La CGIL valuterà le forme della mobilitazione più opportune per cambiare il segno economico e sociale dei provvedimenti del Governo Berlusconi fino allo sciopero generale.