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Da contratti aziendali a contributo di solidarietà ecco la manovra bis

(Adnkronos) – “Abbiamo fatto domanda di ammissione ai lavori usuranti, per tutti”. Esordisce con una battuta il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti nella conferenza stampa sulla manovra da 45,5 miliardi approvata ieri dal Consiglio dei ministri.Il decreto, ha spiegato Tremonti, è in corso di “bollinatura da parte della Ragioneria dello Stato”, poi verrà inviato al Qurinale e “dalla mezzanotte di domani sarà in Gazzetta ufficiale”. ”Saggia” secondo Tremonti la decisione di non chiedere la fiducia perché si tratta di un provvedimento “serio e impegnativo, da impegnare tutta la classe politica e tutto il Parlamento su interessi di carattere generale, cercando di chiedere fiducia su questi numeri e dal Paese, data la criticità della situazione che ha questo Paese”.

Quindi il titolare dell’Economia si è soffermato sulla crisi che ”è evidente che non riguarda solo il nostro Paese ma – ha sottolineato Tremonti – come una quota enorme del pil dell’Europa. La crisi – ha ammonito – può riguardare anche altri Paesi dell’Europa”. Per questo secondo il titolare dell’Economia la soluzione maestra sarebbero stati gli eruobond: ”Non saremmo arrivati a oggi se ci fossero stati”. Per Tremonti, ”è fondamentale un maggiore grado di consolidamento delle finanze pubbliche in Europa”. ‘Ho l’impressione – ha aggiunto – che ci sia una grande attesa per il vertice franco-tedesco della settimana prossima. Molto dipende dalle scelte che potranno essere fatte sull’Europa e per l’Europa nei prossimi giorni”.Quindi il ministro sintetizza i pilastri della manovra che si compone di ”tre parti: i costi degli apparati burocratici e politici e la loro riduzione, la parte relativa allo sviluppo e quella relativa alla finanza pubblica”. “Si tratta – ha spiegato – di un secondo decreto aggiuntivo che si integra con l’altro”.

ENTI PUBBLICI – Soppressi tutti gli enti con meno di 70 addetti.CNEL – In base alle previsioni della manovra i membri del Cnel scenderanno da 121 a 70.

RIDUZIONE POLITICI ENTI LOCALI – Con le riduzioni già realizzate e quelle previste dall’attuale manovra, consiglieri e assessori degli Enti locali scenderanno complessivamente da 140mila a 53 mila, con un rapporto che dall’attuale 1 per ogni 428 abitanti passa a 1 ogni 1.100. La manovra prevede che le Regioni debbano ridurre i consiglieri del 20%, per cui si passerà da un numero complessivo di 775 consiglieri a 610. E’ inoltre prevista la riduzione degli assessori e degli stipendi e l’istituzione dei revisori dei conti anche per le Regioni.

ACCORPAMENTO PICCOLI COMUNI – Saranno 1970 i Comuni sotto i mille abitanti soggetti alle unione di municipi previste dalla manovra.

RIFORMA COSTITUZIONALE – Nel processo di riduzione dei costi degli apparati istituzionali “il punto di caduta definitivo – spiega il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli – sarà il disegno di legge costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri, che porterà al dimezzamento del numero dei parlamentari, ma attraverso la fine del bicameralismo perfetto i tempi verranno dimezzati e conseguentemente le spese dell’attività legislativa”.

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ – Il contributo sarà del 5% per i reddito da oltre 90mila euro fino a 150mila e del 10% da 150mila in su. Per quanto riguarda i parlamentari sarà il doppio di quello previsto per il pubblico impiego. Il contributo riguarderà comunque tutti; i lavoratori pubblici lo pagheranno al posto del taglio in busta paga previsto con la manovra già varata nei mesi scorsi dal governo già nel 2011, per i lavoratori privati scatterà per il 2012 e 2013.

CONTRATTAZIONE AZIENDALE – Gli accordi di Pomigliano e Mirafiori saranno estesi a tutti i lavoratori. E’ uno tra gli effetti delle nuove norme in materia di lavoro inserite nella manovra e spiegate dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. “E’ prevista l’estensione verso tutti i dipendenti di quegli accordi che sono coerenti con l’intesa interconfederale realizzati prima di questa intesa e validati dal consenso maggioritario dei lavoratori. Penso a Mirafiori e Pomigliano ma devono essere accordi coerenti con l’intesa interconfederale”, ha spiegato Sacconi.

LICENZIAMENTI – La contrattazione aziendale inserita nella manovra potrà stabilire e derogare a quella nazionale su tutto ciò che definisce l’organizzazione della produzione e del lavoro fino ai licenziamenti senza giusta causa, tranne quelli discriminatori. “La norma che risponde alla sollecitazione della Bce – ha spiegato Sacconi – rafforza la contrattazione di prossimità, quella aziendale e quella territoriale. Non interviene invece su minimi contrattuali ma – ribadisce Sacconi – ha una capacità compiuta su tutto ciò che è organizzazione della produzione e del lavoro anche in deroga ai contratti nazionali, dall’orario di lavoro al mansionamento, dai rapporti lavoro fino alle consequenze del licenziamento senza giusta causa con l’esclusione dei licenziamenti discriminatori”. Comunque “l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non è stato modificato. Non l’abbiamo toccato. Abbiamo solo previsto la possibilità che con accordi aziendali si possano definire accordi in materia di licenziamenti senza giusta causa”.

TREDICESIME PI – Nessun taglio delle tredicesime per i dipendenti pubblici degli enti che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa ma possibile slittamento della loro erogazione. ”Non è un taglio ma – spiega Tremonti – è uno slittamento nell’erogazione”.

















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