“Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie riguardanti lo sfratto dell’albergo San Marco,e valutando l’intervento delle forze dell’ordine nella norma e nel rispetto delle leggi, delle regole e dei metodi che devono essere applicarti in questi casi, viene spontaneo ragionare della nuova dimensione di Castelfranco e della qualità abitativa e di accoglienza residenziale e alberghiera”. “Castelfranco è passato dai 12000 abitanti del 1980 ai 21000 del 2001 ai 32000 del 2011 un aumento demografico più che esponenziale che ha portato Castelfranco assieme a Sassuolo come le città dell’hinterland urbano, satelliti di Modena più altamente abitate per popolazione straniera sia come residenzialità che come transito in provincia.
E’ come dire che negli ultimi anni è nata dal nulla un altra cittadina solo di stranieri nella città, con tutto quello che ne deriva . La conseguenza è, che bisogna porsi, per una corretta convivenza il problema di uno sviluppo di qualità e non solo di quantità. Questo vale sia per la residenza privata sia per quella alberghiera . Castelfranco risente tantissimo di un alta pendolarità di residenzialità lavorativa temporanea , spesso solo di alcuni mesi , difficile da controllare e che chiaramente non da valore aggiunto alla città ma grava solo maggiormente sui servizi e sulle strutture ricettive che già risentono fortemente di questo incontrollato aumento demografico. Oggi l’amministrazione continuando con questa politica che tenta e crede di integrare gli stranieri concedendo loro aiuti e servizi pagati con i soldi dei castelfranchesi , che oltre a non essere corretta nei confronti dei residenti di lunga data, che pagano i servizi , porta di conseguenza ad un basso livello di abitabilità con tutto ciò che comporta, dall’isolamento sociale , alla mancanza di una corretta integrazione”.
