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Dall’11 agosto la Festa dei Lamponi a Barigazzo

Dall’11 al 15 agosto 2011 ritorna, per la ventisettesima volta, al Festa dei Lamponi a Barigazzo, organizzata dall’associazione di volontariato Hewo Modena a favore delle comunità Hewo di Etiopia ed Eritrea.

Per cinque sere, dalle ore 19 (il 15 agosto dalle ore 17) gli oltre 100 volontari, tantissimi i giovani e i giovanissimi che sanno coinvolgere e imprimere alla festa un’atmosfera di familiarità, semplicità e di entusiasmo, serviranno le specialità gastronomiche dell’Appennino: borlenghi, crescentine, polenta, carne alla griglia, ciacci e frittelle di castagne con la ricotta, specialità a base di lamponi. La cornice della festa è quella della Sorgente, l’azienda specializzata in prodotti della montagna e centro fisioterapico, ricavata in un bell’edificio in pietra locale degli anni Trenta che fu della Società Idroelettrica Alto Modenese, per tentare l’utilizzo delle sorgenti locali di gas metano (i fuochi di Barigazzo).

Chi frequenta la festa per la prima volta, ogni anno cerca di tornarvi e non solo perché si mangia bene. La Festa dei Lamponi non ha bisogno di dire le finalità che la animano; si respirano, sono testimoniate senza bisogno di parole da coloro che trascorrono le loro ferie quassù a lavorare e vivere una forte esperienza di gruppo.

Tutto il ricavato viene destinato alle esigenze delle comunità Hewo e, in particolare, il ricavato di questa edizione servirà a Quihà per completare il nuovo pozzo e garantire l’acqua alle persone e alle colture. Come raccontano i volontari di Hewo Modena “Avevamo ricominciato, a circa due chilometri dal nostro ospedale, gli scavi per cercare l’acqua e poter realizzare un nuovo pozzo. Specie in questo periodo di forte siccità l’approvvigionamento idrico dei reparti, della pediatria e della scuola è messo significativamente in discussione. L’esigenza di poter attingere acqua da una nuova fonte è dunque in cima alla lista delle priorità già da un paio di anni ma, purtroppo, i precedenti scavi per la ricerca della falda hanno dato esito negativo. Intorno alla metà di giugno è arrivata la bella notizia: la zona è giusta; a 110 metri di profondità c’è acqua! Immediatamente sono cominciati gli approfondimenti tecnici per capire che tipo di impianto si dovesse realizzare per il sollevamento dell’acqua e per il collegamento con le cisterne. Appena possibile ci è stato inviato il progetto con le specifiche tecniche dei collegamenti da realizzare e della pompa sommersa necessaria per il pescaggio dell’acqua.

Dunque ci siamo messi al lavoro per recuperare questo materiale che abbiamo potuto inserire nell’ultimo container”. Ora si tratta di completare l’intervento, che si avvale anche di un cofinanziamento della Provincia di Modena, e fare in modo che contribuisca all’autonomia della comunità Hewo, che è l’obiettivo primario dell’associazione, nata per accompagnare l’impegno dei coniugi Franca a Carlo Travaglino che nel 1969 hanno scelto di spendere la propria vita fra i dimenticati in Etiopia ed Eritrea, gli ammalati di lebbra, tbc e aids, per restituire loro la dignità e dare autonomia e inserimento sociale; sono infatti gli stessi ex ammalati a promuovere e gestire ambulatori, ospedali, scuole, laboratori e coltivazioni agricole. A loro si affiancano periodicamente volontari provenienti dalla realtà modenese per dare impulso alle nuove attività e condividere i problemi del loro proseguimento.

La filosofia dell’Hewo è quella di rivolgere la propria attenzione e la propria azione di sostegno alla persona nella sua globalità. Per questo, gli interventi a favore dei dimenticati dell’Etiopia e dell’Eritrea, sono orientati a sviluppare parallelamente alle attività sanitarie ed educative anche piccole realtà produttive con il duplice obiettivo di fornire i mezzi per l’autosufficienza in modo da non perpetuare la dipendenza dagli aiuti esterni e, al contempo, creare microprogetti di sviluppo che promuovano la reintegrazione sociale degli ex ammalati e delle loro famiglie attraverso la scuola e la formazione professionale nei laboratori (maglieria, imbottigliamento e conservazione frutta e verdura, produzione del pane). Questi microprogetti possono essere facilmente replicabili anche al di fuori della Comunità Hewo che li ha generati e potranno, dunque, rappresentare per queste persone un’autonoma opportunità di lavoro. Così negli anni La Festa dei Lampini ha consentito di realizzare un ospedale e un reparto di pediatria, due scuole materne, due forni per il pane e due laboratori per le conserve, due aziende agricole con stalle e una fabbrica di maglieria.

















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