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Accordo Snatt-Gfe, perchè la Cgil ha firmato: “Lettera aperta” di Mattioli, Cgil ER

In questa “lettera aperta” Antonio Mattioli, della segreteria Cgil regionale Emilia Romagna, precisa le ragioni che hanno motivato la firma dell’accordo Snatt-Gfe.

Lettera aperta alla Città di Reggio Emilia

Vertenza Snatt-Gfe

Questa mattina ho appreso dalla stampa locale la notizia delle reazioni contrarie all’accordo del 14 Luglio sottoscritto presso la sede della Regione Emilia-Romagna in merito alla vertenza Snatt-Gfe.

Prima di tutto ritengo necessario riprendere l’accordo per alcune precisazioni rispetto a quanto scaturito dalle dichiarazioni riportate dalla stampa.

L’accordo prevede, se pur gradualmente, l’occupazione di tutti i lavoratori della Gfe, la rinuncia alla causa è individuale e contestuale all’assunzione a tempo indeterminato con l’applicazione del contratto nazionale di Cgil. Cisl, Uil e non contestuale alla dichiarazione di disponibilità al lavoro, Snatt deve garantire il percorso per l’applicazione contrattuale anche per le cooperative che attualmente operano con il contratto Unci, i lavoratori hanno votato l’accordo senza alcun ricatto.

Se l’accordo fosse stato respinto sarebbe proseguita la mobilitazione e contestualmente la causa di tutti i lavoratori.

Per quanto riguarda la Cgil, la firma è stata condizionata all’approvazione dei lavoratori e non ho assolutamente inteso esporre la mia organizzazione ad un accordo che non prevedesse l’accoglimento delle ragioni che avevano portato alla vertenza, tanto meno esporre i lavoratori al ricatto mediatico che se non accoglievano l’accordo sarebbero stati tacciati di rifiutare il posto di lavoro.

Su questa vertenza, durata quasi un anno, solo la Cgil si è fatta carico del problema dei lavoratori della Gfe, così come in questa regione il problema degli appalti, della loro genuinità, del rischio concreto di penetrazione della criminalità organizzata, della nascita di cooperative che vengono “costruite” per applicare contratti che la magistratura ha definito indegni, dello sfruttamento dei lavoratori, della concorrenza sleale giocata sulla pelle dei lavoratori, pare che si un problema della sola Cgil.

Le ultime vicende di Reggio, di Rimini, di Piacenza, rappresentano solo la punta dell’iceberg e palesano una situazione dove i lavoratori sono costretti a lavorare con “l’elemosina” ed il ricatto del licenziamento se chiedono il rispetto dei contratti e della loro dignità.

Sono anni che, da soli, cerchiamo di porre all’attenzione delle istituzioni, del sistema cooperativo, dell’intero tessuto produttivo un problema sociale, civile, di diritto, economico, che produce esasperazione, alienazione sociale, impoverimento di qualità e di prodotto, che può tradursi in qualsiasi momento in una reazione i cui effetti sono imprevedibili.

E’ assolutamente vero che le donne e gli uomini della Gfe ci hanno insegnato il valore della dignità ed è anche per questa ragione che il punto fermo sulla vertenza indicato nell’accordo permette a loro un futuro diverso e migliore da quello prospettato ed impone a noi di non mollare la presa su un problema che non è solo nostro ma di tutti.

Spesso e volentieri di fronte a queste vicende si preferisce guardare dall’altra parte, si preferisce pensare che “tanto sono extracomunitari” e nella crisi “devono bere da botte” quello che gli si da, si preferisce pensare che alla grande impresa si deve permettere di tutto a patto che stia nel territorio e sul mercato: la Cgil ha deciso che diritti e dignità non sono in vendita ed è ora di darci un taglio a sopportare in Emilia- Romagna, nel nostro paese, questo stato di cose.

Anche questa ragione sta alla base della sottoscrizione dell’accordo del 14 Luglio ed alla sua piena applicazione: nessuno può sottrarsi dagli impegni assunti pena la messa in discussione del futuro dei lavoratori Gfe.

Ma l’accordo impone a tutti, anche a quelli che per un anno sono stati alla finestra a guardare, di dare una svolta radicale al sistema produttivo ed economico di Reggio Emilia e dell’Emilia – Romagna per far uscire allo scoperto ed alienare quell’area grigia che mina alla radice lo sviluppo,la legalità, la dignità del lavoro nel nostro territorio.

Antonio Mattioli, Segretario Regionale Cgil Emilia Romagna

Bologna, 21 Luglio 2011

















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