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Modena: Cisl raccoglie firme per difendere i servizi pubblici locali e sanitari

È partita oggi – martedì 12 luglio – anche a Modena la raccolta di firme promossa dalla Cisl per difendere i servizi pubblici locali e sanitari dai tagli previsti dalla manovra economica del governo. «Sono provvedimenti che rischiano di penalizzare fortemente una realtà virtuosa come la nostra, fatta di tanti professionisti seri e di servizi di qualità – afferma il segretario provinciale della Cisl, William Ballotta – La manovra intende perseguire il giusto obiettivo dell’azzeramento del deficit pubblico entro il 2014, ma ancora una volta contiene misure restrittive per il pubblico impiego che non condividiamo affatto. La sostenibilità della spesa pubblica è una priorità indicata dall’Ue e fatta propria dall’Italia, ma non è certo solo sui salari pubblici, già sottoposti alle limitazioni della manovra dell’anno scorso, che si possono fare risparmi. Anzi, – continua Ballotta – è proprio valorizzando il lavoro pubblico che si deve attivare la leva della ristrutturazione della spesa».

«I lavoratori non possono pagare per l’irresponsabilità di anni di cattivo uso delle finanze pubbliche – aggiunge Stefania Gasparini, segretario provinciale della Cisl Funzione pubblica – Per questo ribadiamo con forza il nostro no alla proroga del blocco dei contratti pubblici disposta dalla manovra e lanciamo da oggi una mobilitazione capillare in tutti i posti di lavoro per chiedere anche alla politica regionale e locale di far ripartire la contrattazione integrativa. Sul pubblico impiego, oltre a quello dei contratti, grava anche il blocco del turn-over; – ricorda Gasparini – i servizi pubblici della nostra regione, già in forte difficoltà e con poco personale, rischiano di essere fortemente indeboliti in un momento in cui aumentano i bisogni delle persone e delle famiglie. Allo stesso tempo, però, sono impensabili aumenti di spesa che finirebbero per essere pagati con le tasse dei cittadini».

Per la Cisl la strada è rafforzare il pieno esercizio della contrattazione integrativa per redistribuire a favore dei lavoratori il 50 per cento delle economie di gestione. Con la sua mobilitazione, la Cisl vuole dire alla politica che i lavoratori pubblici non sono un costo, ma una risorsa, e che la contrattazione integrativa può essere lo strumento per riorganizzare i servizi e far crescere la produttività del settore pubblico e dell’intero sistema produttivo italiano.

















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