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Cgil Modena, ancora dati interessanti sugli appalti pubblici e dintorni

I dati elaborati dall’Osservatorio Provinciale Appalti sul complesso dei lavori assegnati nel corso del 2010 dall’insieme degli Enti Pubblici modenesi, continua ad offrire una preziosa occasione per proposte utili a restringere – fino ad annullare – gli spazi per le infiltrazioni malavitose nel nostro tessuto economico e sociale.

Per questo, ancora una volta sollecitiamo i Parlamentari modenesi ad una rapida e sintetica proposta di legge che estenda a livello nazionale l’istituzione degli Osservatori Provinciali su appalti e commesse pubbliche.

Veniamo ai nuovi dati a disposizione.

La Cgil di Modena ha già valutato positivamente il restringersi del numero degli appalti assegnati col criterio del “massimo ribasso” e, in particolare, quelli ove lo “sconto” superi la soglia critica del 20% .

Ora, l’attenzione si sposta sui sub-appalti, sulle aggiudicazioni di servizi e forniture di mezzi e materiali, entrambi necessari per la gestione ed il funzionamento della vasta rete dei servizi e della macchina pubblica.

Nel complesso, sulle tre voci per subappalti, gare per forniture ed aggiudicazioni di “servizi ad imprese esterne”, gli Enti modenesi hanno investito – nel 2010 – la bellezza di 1.030 milioni di euro.

Rispettivamente: 230 gare per l’acquisto di servizi, per un valore di 134 milioni; 170 gare per l’acquisto di forniture per un importo di 62 milioni;

185 sub-appalti per lavori corrispondenti a 834 milioni .

E’ evidente, nonostante la fase di crisi economica e i forti tagli alla finanza locale, quanto sia di gran lunga prevalente il peso economico e la rilevanza pubblica dei lavori in sub-appalto: restauri ed ampliamenti scolastici; messa in sicurezza di edifici e tratti stradali; piste ciclabili e rotonde; rifacimento di reti acqua, gas e fogne; arredi urbani; manutenzione stradale; opere di urbanizzazione; impianti fotovoltaici; ecc… In questa tipologia di gare per sub-appalto – prevalentemente negoziate con bandi aperti – le imprese vincitrici sono tutte, con un’unica eccezione, registrate in Emilia o nelle regioni del Nord. E generalmente non appare alcuna offerta di “ribasso” perché già compreso nell’appalto di origine.

Nessun problema allora?

Una voce autorevole dell’Osservatorio Provinciale, afferma che “…negli appalti pubblici modenesi si sta arrivando ad un elevato livello di regolarità”, ma problemi restano:

– nella verifica dei sub-appalti che non necessitano di certificazione antimafia;

– nel controllo delle forniture ai cantieri, dei servizi, mezzi e materiali;

– nell’utilizzo di macchine “a freddo”, cioè senza l’operatore/lavoratore e quindi senza autorizzazione antimafia, poi aggirato nella realtà.

Per quanto riguarda l’aggiudicazione di servizi pubblici in appalto, ormai si riscontrano in qualunque tipo di settore dell’attività pubblica: dai servizi di ristorazione scolastica, alla gestione delle tesorerie; dalla manutenzione degli automezzi, al verde pubblico; dall’assistenza informatica alle fotocopiatrici; dalle pulizie e sanificazione delle scuole, all’assistenza domiciliare e gestione socio assistenziale dei servizi e strutture per anziani.

In queste gare per “vincere i servizi” il ribasso d’asta è ben presente, seppur non nella maggioranza delle aggiudicazioni, con alcuni casi eclatanti di una quindicina di “sconti d’asta” che superano il 20% e con casi che vanno oltre il 30% e 40% di ribasso !

Anche le imprese vincenti nel settore dei servizi, sono al 90% emiliane e del Nord, con alcune significative presenze provenienti dalle regioni meridionali. Colpisce, la gestione dei servizi cimiteriali vinta da un’impresa di Campobasso.

Vale la pena valutare gli effetti non sempre positivi prodotti dalla lunga fase decennale di “esternalizzazione” dei servizi dalla gestione diretta degli enti pubblici – anche a Modena – e la reale convenienza per la collettività, in termini di qualità /spesa.

D’altra parte, i controlli di regolarità nella reale gestione dei servizi in appalto, è più complessa e difficile.

Spesso se li aggiudicano imprese che si definiscono cooperative, ma con molteplici criticità al di qua ed al di là della regolarità contrattuale, fiscale e contributiva.

Inoltre, negli appalti pubblici di servizi – laddove quasi sempre è prevalente il peso economico del fattore lavoro – la procedura di aggiudicazione dovrebbe essere quella “dell’offerta più vantaggiosa”, in modo da far prevalere le valutazioni di regolarità e qualità del lavoro, oltre che i requisiti dimensionali e tecnici delle imprese offerenti.

Per quanto riguarda poi i “servizi alla persona”, l’Ente appaltante dovrà sempre attivare la scrupolosa verifica “dell’offerta anomala/troppo bassa” rispetto al costo del lavoro previsto dai contratti e dalle norme di sicurezza.

Una buona direzione che emerge dai dati 2010 riguarda il parziale superamento della frantumazione – specie per gli enti molto piccoli – degli appalti nei servizi, attivando sempre più procedure a livello delle Unioni dei Comuni.

Per sub-appalti, servizi e forniture, il sindacato è impegnato per l’estensione dei controlli nei cantieri e nelle imprese, per la tracciabilità dei movimenti e dei pagamenti, per la verifica della regolare composizione degli organici nelle cosiddette “cooperative spurie” .

Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna

















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