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Il trattamento della distorsione tibio-tarsica è oggetto di un Corso domani a Modena

Il trattamento della distorsione tibio-tarsica è oggetto di un Corso itinerante che fa tappa giovedì 26 maggio 2011 a Modena. Il Corso, patrocinato dalla Società Italiana della Caviglia e del Piede e organizzato dalla Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda – Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Fabio Catani, si tiene a partire dalle ore 8,00 presso l’Aula Magna dell’Accademia Militare di Modena, con i saluti delle autorità militari, mediche e accademiche, tra cui il Direttore generale del Policlinico, dottor Stefano Cencetti e la Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Gabriella Aggazzotti. Il Corso, diviso in tre sessioni, raggruppa i massimi esperti italiani di questa patologia e vuole fare il punto sulla diagnosi, sulle moderne tecniche di trattamento e sul loro risultato a lungo termine. Il Corso si rivolge Ortopedici, Fisiatri, Medici dello Sport, Radiologi e Terapisti della Riabilitazione.

Nella prima sessione – moderata dal prof. Fabio Catani (Ortopedia del Policlinico di Modena) e dal prof. Pietro Torricelli (Radiologia del Policlinico di Modena) – è previsto un inquadramento generale della patologia, partendo dall’anatomia della caviglia per giungere alla diagnosi della distorsione. La seconda – moderata dal prof. Claudio Rovesta (Ortopedia del Policlinico di Modena) e prof. Francesco Ceccarelli (Ortopedia dell’AOU di Parma) – si occuperà del trattamento conservativo e chirurgico nelle distorsioni acute. In questa sessione verrà anche presentato lo studio condotto dall’Ortopedia del Policlinico di Modena, di revisione sulle distorsioni e sul loro trattamento e sulle principali complicanze a distanza. “Semplificando al massimo – ha spiegato il prof. Fabio Catani – possiamo affermare che la distorsione della tibio – tarsica è una patologia traumatica sempre più frequente a tutte le età. La distorsione della tibio-tarsica coinvolge le strutture capsulolegamentose ed articolari con gravità crescenti. Le lesioni più temute sono quelle cartilaginee ed osteo-cartilaginee che possono essere diagnosticate anche tardivamente. La maggior parte delle lesioni lievi o moderate soprattutto nei giovani sportivi può essere trattata con immobilizzazioni brevi e con una adeguata fisiokinesiterapia funzionale e neuromotoria. In una percentuale che oscilla tra il 5 e il 15% possiamo avere complicanze articolari che portano ad un trattamento chirurgico. Uno degli scopi del convegno è quindi definire i protocolli clinico-diagnostici per individuare precocemente tali lesioni”.

La terza sessione – moderata dal dottor Giuseppe Manfredjni e dal prof. Francesco Malerba (dell’Ortopedia dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano) – si occuperà del trattamento chirurgico delle lesioni croniche della caviglia, delle tecniche di ricostruzione e delle complicanze a distanza. “Al Pronto Soccorso del Policlinico – ha commentato il dottor Giuseppe Manfredini, ortopedico del Policlinico, Responsabile dell’attività di chirurgia del piede – negli ultimi tre anni il trend di questi traumi è in netta ascesa. Nel 2008, infatti, al Pronto Soccorso del Policlinico si erano rivolti 197 pazienti, nel 2009 il numero era salito a 319 e nel 2010 sono stati 381. Nei pazienti dove rimane una severa instabilità e dolore al carico e viene diagnosticata una lesione completa capsulolegamentosa si può ricorrere ad intervento chirurgico di ricostruzione. Nei casi in cui si associ una patologia traumatica osteo-condrale, nella quale avviene il distacco di una regione cartilaginea dall’osso, possono essere eseguiti interventi di medicina rigenerativa per la cartilagine attraverso tecniche innovative come l’utilizzo di cellule mesenchimali”.

















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