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Si è svolto domenica 8 maggio il convegno regionale “Lavoro – Famiglia – Sicurezza nella società che cambia”

Si è svolto domenica 8 maggio il convegno regionale “Lavoro-Famiglia-Sicurezza nella società che cambia” organizzato da Ugl Emilia-Romagna e Ugl Polizia di Stato in occasione della Festa della famiglia.

Aprendo i lavori, Tullia Bevilacqua (Segretario Confederale UGL Emilia-Romagna) dopo un breve excursus che ha ripercorso le tappe della legislazione in materia di lavoro, ha auspicato la “madre di tutte le riforme”, cioè detassazione di stipendi e pensioni, incentivi per le aziende che favoriscono il rientro sui posti di lavoro agli over 45 non solo al Sud, rilancio del modello partecipativo ed una riforma dell’apprendistato che serva, oltre a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di tanti giovani, a stabilizzarli a tempo indeterminato. A sostegno della famiglia, Bevilacqua ha chiesto maggiore attenzione alle lavoratrici che vogliono diventare madri senza essere licenziate, tramite interventi di tipo fiscale; maggiori riconoscimenti a chi assiste anziani o malati in casa, anche implementando part-time e telelavoro. “L’Italia – ha detto – ha sopportato una crisi economica senza precedenti, ed il sistema ha retto perché le famiglie hanno retto, ma temiamo che le loro risorse economiche e psicologiche siano terminate”. In tema di sicurezza ha ricordato sia il fenomeno delle morti bianche (che l’Europa vuole ridurre al 25% entro il 2012, ma che occorre portare a 0% da subito), troppo spesso scaricato su presunte colpe dei lavoratori, sia quello degli infortuni che, a causa del lavoro nero ed illegale, del “caporalato” e dell’abbandono scolastico (specie nel Sud) non ne fanno emergere la reale consistenza in quanto, per ovvie ragioni, non vengono denunciati. Infine, ha lanciato un grido d’allarme per l’aumento della violenza sulle donne, degli incidenti stradali dei quali sono vittime soprattutto i giovanissimi, dei maltrattamenti su bambini e minori, chiedendo su questi temi una più approfondita campagna di sensibilizzazione attraverso il mondo della scuola, dell’informazione e delle Istituzioni.

Per Sandro Mandini (vice presidente dell’Assemblea legislativa) il progressivo calo dell’occupazione, anche nella nostra Regione, è dovuto non solo alla pesante crisi in cui versano moltissime aziende, ma anche alla loro incapacità di cambiare “modello” di impresa, e si è augurato l’apertura di un Tavolo che costituisca un punto di riferimento per tutte le piccole e medie imprese interessate a conoscere ed approfittare degli incentivi e delle opportunità offerte dalla UE: questo garantirebbe loro maggiori possibilità di superare l’attuale congiuntura e servirebbe a creare nuovi posti di lavoro, consentendo ai giovani ed ai disoccupati di poter nuovamente progettare il futuro. Ma poichè, proprio a causa della crisi in atto, le famiglie hanno ormai terminato i risparmi che fino ad ora avevano consentito loro di affrontarla in qualche modo, ha chiesto al Governo di detassare lavoro e stipendi (tassando, invece, patrimoni e rendite), rendere meno complessa la normativa per l’istituzione di “asili familiari” ed adeguare gli orari dei servizi pubblici a quelli delle famiglie. Infine ha espresso il timore che, con la ripresa del settore edilizio, le “morti bianche” aumentino a causa di tutte quelle aziende che si aggiudicano gli appalti sottocosto, a totale discapito della sicurezza.

Secondo Galeazzo Bignami (vice presidente vicario gruppo Pdl in Regione) “nulla è più rivoluzionario, oggi, di due giovani che decidono di creare una famiglia, perchè sanno bene che i punteggi più alti per tutti i servizi minimi (asili, casa, finanziamenti) sono riservati a chi “famiglia” non è, come le coppie di fatto o le unioni tra omosessuali.

In tema di sicurezza si è poi soffermato su due questioni: l’immigrazione, in quanto da un lato si permette ai clandestini di violare liberamente e deliberatamente le leggi che ci siamo dati, dall’altro si destina solo il 50% delle risorse di Stato ed enti locali ad una popolazione, quella italiana, che è l’89% di quella complessiva; la situazione degli agenti di polizia, tantissimi dei quali hanno le famiglie distanti e non possono sperare in un ricongiungimento perchè nelle graduatorie per l’assegnazione di case sono sempre agli ultimi posti; a questo proposito ha chiesto con forza l’istituzione di una “graduatoria speciale” per i componenti le Forze dell’ordine. Infine ha auspicato, su temi come quelli del convegno, un’azione comune tra maggioranza e minoranza, così come è stato con la recente approvazione della l.r. sull’edilizia, trovando “obiettivi comuni e condivisibili e portandoli rapidamente all’approvazione dell’Aula”.

Silvia Noe’ (presidente gruppo Udc in Regione), ricordando che Bologna è la città più vecchia d’Italia, e che a fronte di meno nati, meno giovani e meno lavoratori il carico del sistema previdenziale non regge, ha chiesto che la natalità venga posta al centro dell’attività politica. E che il termine “famiglia” abbia un significato univoco: la Regione specula confondendola con le unioni (del tutto legittime) che invece non lo sono, mentre deve avere ben presente che solo la famiglia ha diritto ad un riconoscimento chiaro e prioritario quale insieme di individui e non come persone a sè stanti (il giovane, l’anziano, la donna, il lavoratore, il disoccupato, il malato); e specula con la legge per la casa alle giovani coppie, che per essere tali devono solo convivere da almeno due anni (come, ad esempio, due semplici studenti universitari). La famiglia non è una “patologia”, ma il pilastro che regge il Paese e che lo ha retto ancor più in questa crisi epocale. Infine, Noè ha chiesto a Ugl di battersi per una legge che favorisca l’accesso delle donne al mondo del lavoro, in particolare a quelle ancora giovani che, proprio per tale ragione, ancora sono viste come “costo” e non come opportunità di crescita della società. Le donne hanno tutto il diritto di essere madri e di poter anche contribuire al sostegno economico della loro famiglia, per cui occorre assolutamente “defiscalizzare la maternità”.

Mauro Manfredini (presidente gruppo Lega nord in Regione) ha ricordato che siamo il terzo Paese per debito pubblico, ma che ciononostante non possiamo rimpatriare più di 60 clandestini al giorno, mantenendo tutti gli altri col denaro destinato al nostro welfare nel disinteresse della UE. “Abbiamo delle quote ben precise, redatte secondo i nostri reali fabbisogni: tutti gli altri li illudiamo e, peggio, li “regaliamo” alla malavita organizzata”.“Siamo europei solo per andare in guerra?” – si è chiesto, segnalando che nella sola provincia di Modena questa guerra ha fatto saltare contratti per 150 milioni di euro, proprio in un momento di crisi strutturale come questo. In tema di lavoro si è poi soffermato anche sul fenomeno delle morti bianche, chiedendo meno Osservatori (a suo avviso del tutto inutili) e maggiori controlli nei cantieri sia da parte delle aziende che da parte delle forze dell’ordine, a tutela della sicurezza dei lavoratori. Appoggiando la proposta di una “graduatoria preferenziale” per poliziotti e militari, ha concluso invitando tutti i gruppi politici presenti a formulare una proposta di legge in tal senso all’Assemblea legislativa E-R.

Anna Salfi (segreteria regionale CGIL) ha innanzitutto ricordato che in Emilia-Romagna equilibrio e crescita si sviluppano nella coesione sociale, ed ha chiarito che per il suo sindacato il termine “famiglia” può avere significati più ampi ma non per questo contrastanti: anche due anziani possono essere famiglia, ed averne molteplici benefici. Quanto all’immigrazione, riconosce che in Europa il fenomeno sia stato troppo accelerato, ben diversamente dall’unificazione monetaria, ma che l’Europa comunque “deve esistere”, altrimenti gli stati che la compongono rimarrebbero schiacciati dalla tenaglia politico-economica di Stati Uniti e Cina. Per quanto attiene al mondo del lavoro, Salfi ha chiesto innanzitutto alla Regione di aiutare le imprese per evitare che il loro valore aggiunto venga scontato esclusivamente da chi vi lavora; occorre poi che l’occupazione venga stabilizzata e qualificata, così come occorre un sistema del welfare aggiornato ai nostri tempi; non da ultimo, ha affermato che il Governo avrebbe dovuto vietare la pratica delle “dimissioni in bianco” come suo primo atto. Concludendo, Salfi ha posto l’accento sulla legalità nel mondo delle imprese: non riconoscere la legge è un danno che vedremo nel suo aspetto peggiore i prossimi anni, e che pagheranno soprattutto i giovani; occorre pertanto l’istituzione di una sede Dia regionale e far sì che tutti i beni confiscati alla mafia non vengano messi all’asta (in quanto ne beneficerebbero i “soliti noti”) ma destinati al sociale.

Valter Mazzetti (segretario nazionale Ugl Polizia di Stato) ha posto l’accento sulla necessità di una vera politica per la famiglia a favore delle forze dell’ordine: graduatorie ad hoc nell’assegnazione di case per i ricongiungimenti familiari (ricordando che nel loro settore i trasferimenti rappresentano una regola, non l’eccezione), adeguamento degli orari dei servizi agli effettivi orari di lavoro, soprattutto per i turnisti (“noi spesso lavoriamo quando gli altri dormono – ha detto – proprio per garantire la loro sicurezza, e comunque quasi sempre viviamo con orari diversissimi da quelli del resto delle persone”). Chiedendo maggior tutela legislativa anche nei confronti delle famiglie monogenitoriali, ha concluso affermando che il Governo deve individuare due-tre obiettivi da tutelare e sviluppare, senza procedere a “tagli lineari” che colpiscono indifferentemente tutti i settori nevralgici del Paese.

Per Giovanni Centrella (Segretario Generale UGL) l’istituzione del “quoziente familiare” e l’adeguamento di orari dei servizi con orario di lavoro rappresentano un obiettivo più importante del mero aumento economico derivante da qualsiasi contratto, ed ha ricordato che mentre Fiom chiese 130 euro in più per i metalmeccanici, Ugl ne chiese solo 100 proprio in cambio di tali opportunità. Replicando brevemente agli interventi che l’avevano preceduto, Centrella ha affermato che riguardo la famiglia, comunque composta da un uomo ed una donna, alcune leggi dovrebbero essere più “a maglie larghe” (ad esempio prevedendo la pensione di reversibilità per i conviventi); che i migranti, se persone serie e con voglia di lavorare, vanno accolti in quanto rappresentano un’opportunità, e che vanno espulsi solo quelli che vengono per delinquere; che l’Europa non può ricordare la nostra esistenza solo quando si parla di Maastricht per poi dimenticarci quando si verificano fenomeni di massiccia immigrazione come quelli attuali. Concludendo, Centrella ha auspicato una nuova unità sindacale ed una chiarezza di obiettivi comuni da sottoporre al Governo, attorno a un Tavolo che non accolga qualcuno escludendo altri.

















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