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Bologna: domani inizia il microscavo del contenuto del sarcofago romano di Marcus Beleius

Martedì 3 maggio, a partire dalle ore 8.30, inizieranno le operazioni di microscavo del contenuto del sarcofago di età romana (databile tra il I sec. a.C. e l’età augustea) rinvenuto in febbraio alla periferia nord di Bologna e trasferito al Museo Civico Archeologico il 31 marzo scorso.

Lo scavo microstratigrafico di quanto ancora conservato all’interno del manufatto sarà eseguito dagli archeologi della Società Tecne sotto la direzione scientifica dell’archeologa Renata Curina e la supervisione della restauratrice Antonella Pomicetti della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.

Le operazioni di setacciatura e vaglio della terra recuperata all’interno del sarcofago, tese a individuare la presenza di pollini e tracce di elementi vegetali e floreali, si svolgeranno presso il Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto, a cura di Silvia Marvelli e Marco Marchesini.

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e Museo Civico Archeologico di Bologna terranno informati gli organi di stampa sull’evolversi delle operazioni di microscavo e relative scoperte.

Il sarcofago, databile tra il I sec. a.C. e l’età augustea, è stato rinvenuto dagli archeologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna nel corso di uno scavo programmato, effettuato con fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Realizzato in pietra d’Aurisina fiorita, il manufatto misura m. 2,50 di lunghezza, m. 1,10 di larghezza ed è alto circa un metro. Il suo peso si aggira tra le 5 e le 6 tonnellate.

Al momento del rinvenimento il sarcofago si presentava in ottimo stato di conservazione; il coperchio, leggermente fessurato sulla sommità, era ancora collocato nella posizione originaria, come pure le grappe in piombo e ferro che sigillavano la cassa.

Il lato lungo del coperchio presenta un’iscrizione di eccezionale fattura riferita al nome del defunto, Marcus Beleius. All’apertura del coperchio, è apparso un denso strato di fanghiglia rassodata su cui giacevano un’olpe da vino in ceramica e un balsamario in vetro.

Il sarcofago fa parte di un nucleo di sepolture costituito da almeno un altro monumento funerario, quasi completamente demolito in età tardo antica, e da tre tombe in cassa laterizia e cassa lignea. Il piccolo sepolcreto (datato tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.) era poi stato ricoperto da potenti sedimenti alluvionali che ne avevano celato l’esistenza fino al febbraio scorso.

















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