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Modena: protocollo d’intesa per superare la crisi dell’edilizia

L’unione fa la forza: la crisi si può superare facendo fronte comune e realizzando progetti condivisi. Partendo da questa convinzione, i principali protagonisti del settore edile modenese (imprese, Ordini professionali, associazioni di categoria) hanno costituito un tavolo permanente di confronto finalizzato allo studio di azioni, iniziative e progetti volti a sostenere, rilanciare e rendere più competitivo il settore. L’iniziativa è partita su iniziativa dell’Ordine degli Ingegneri ed ha trovato il consenso ed il sostegno di ANCE Confindustria, Confapi Pmi, CNA, Lapam, Legacoop e Confcooperative. Al coordinamento hanno aderito anche gli Ordini e Collegi professionali degli Architetti, dei Geometri, dei Periti Agrari, dei Chimici, dei Dottori Agronomi e Forestali e dei Periti Industriali che – nei rispettivi ambiti lavorativi – stanno scontando gli effetti della crisi che interessa da tempo il comparto edilizio.

Il coordinamento ha prodotto quindi un Protocollo di intesa che contiene undici possibili soluzioni concrete per il rilancio economico del settore edile, risolvendo i nodi della semplificazione burocratica, dell’accesso al credito e della programmazione territoriale secondo una visione di area vasta. Altro elemento rilevante del Protocollo d’intesa, siglato oggi ufficialmente dai rappresentanti di tutti i 13 soggetti coinvolti, è l’impegno per qualificare gli operatori, migliorare le tecnologie costruttive, ammodernare e rendere più competitivo il comparto attraverso la promozione di una rete di relazioni e collaborazioni tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera. L’attivazione di queste proposte, secondo i promotori del documento, potrà produrre un significativo rilancio in tempi brevi dell’intero settore edile in ambito locale, nel pieno rispetto delle leggi vigenti in tema di trasparenza amministrativa e di sicurezza del lavoro.

PRIMO OBIETTIVO: RIDURRE LA BUROCRAZIA

Secondo le più recenti stime del centro studi Prometeia e della Camera di Commercio di Modena, nel 2011 l’economia modenese tornerà a crescere, ma non sarà così per il settore delle costruzioni: dopo aver chiuso negativamente il 2010 sia per fatturato che per numero di imprese (–2,6% secondo Prometeia, -1,9% per CCIAA) il 2011 è previsto senza crescita sostanziale (+0,2%). Questa situazione perdura ormai da diversi anni e, per i promotori del Protocollo d’intesa, una delle principali cause è la pesantezza della burocrazia, che richiede tempi certi per l’attuazione delle idee e dei progetti. L’esempio più recente è rappresentato dalla normativa antisismica regionale che, causa la scarsa potenzialità degli uffici di controllo (STB), comporta già diversi mesi di ritardo nelle risposte alle richieste di autorizzazione. A tale proposito, l’Ordine degli Ingegneri di Modena ha commissionato uno studio comparativo sulle procedure e i tempi necessari per l’approvazione dei Piani Attuativi e dei Permessi di Costruire nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana.

Da questa indagine è emerso come proprio la provincia di Modena sia tra quelle più penalizzate, con tempi di approvazione che arrivano fino ad otto mesi, sensibilmente più lunghi rispetto alle realtà limitrofe e comunque di molto superiori alla media nazionale. Oltre alla complessità delle norme, infatti, va tenuto conto che ogni procedura edilizia deve necessariamente ottenere diversi passaggi e letture da parte degli uffici tecnici preposti, con conseguente allungamento dei tempi e – soprattutto – con il risultato che il buon esito della pratica dipende in ultima sostanza dalla discrezionalità interpretativa degli uffici stessi. Ecco perché il primo obiettivo del Protocollo d’intesa riguarda la semplificazione amministrativa e la sburocratizzazione delle procedure che regolano gli interventi edilizi.

IL PROTOCOLLO IN SINTESI

Il documento d’intesa siglato da imprese, associazioni di categoria e Ordini professionali individua tre macro-aree di intervento: rapporti con le istituzioni locali e nazionali, rapporti tra imprese e professioni, rapporti con il mondo dell’università e della ricerca. Per ogni area sono indicati obiettivi di intervento e soluzioni proposte (11 quelle già individuate).

Ad esempio, per quanto riguarda la semplificazione normativa si chiede l’impegno delle Amministrazioni pubbliche della provincia di Modena a rispettare i tempi dell’iter amministrativo-autorizzativo dei permessi di costruire entro il termine di 60 giorni (come previsto dall’art. 13 della Legge Regionale n°31/2002) e, se necessario, a convocare la Conferenza dei Servizi; a superare la discrezionalità interpretativa degli uffici pubblici attraverso una maggiore chiarezza delle norme urbanistico-edilizie; a promuovere l’introduzione dello strumento dell’autocertificazione, per ridurre i tempi di avvio dell’intervento; a realizzare interventi di qualificazione e aggiornamento delle strutture tecniche pubbliche che interagiscono con il mondo delle costruzioni, anche attraverso momenti di confronto e studio. Sul tema della riqualificazione del territorio e del patrimonio edilizio esistente, si sollecitare la Regione Emilia Romagna ad approvare un nuovo “Piano Edilizio” e a procedere alla revisione dell’impianto normativo antisismico. Per quanto riguarda i rapporti tra imprese e professioni, i firmatari del Protocollo si impegnano a favorire la crescita dimensionale e qualitativa degli studi professionali modenesi, a favorire la partecipazione in comune a bandi e appalti pubblici, a studiare azioni comuni per favorire l’accesso al credito degli operatori di settore. Nell’ambito dei rapporti tra imprese, professionisti e mondo dell’università e della ricerca si prevede, ad esempio l’attivazione di un confronto con le facoltà Universitarie per la definizione di piani di studio coerenti con le richieste del mercato del lavoro, per un effettivo inserimento professionale dei neolaureati.

LE PROSSIME TAPPE

Dopo la firma ufficiale avvenuta oggi, il Protocollo d’intesa verrà portato all’attenzione delle istituzioni e del mondo economico locale, allo scopo di tradurre in atti concreti le indicazioni contenute. Nel frattempo, i partecipanti al tavolo di lavoro proseguiranno la trattazione concreta dei singoli punti del Protocollo d’Intesa mediante l’attivazione di gruppi tematici, ai quali sarà demandata la definizione e l’elaborazione di proposte puntuali e dettagliate su ogni singolo tema individuato, che costituiranno altrettante azioni da attivare collegialmente.

















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