Nel 2010 la crisi ha provocato una riduzione dell’attività economica ma a Modena, comunque, sono stati realizzati lavori pubblici per 168 milioni di euro (solo dieci in meno rispetto al 2009) e privati per 415 milioni (addirittura 24 in più rispetto all’anno precedente). E’ aumentato anche il numero delle aziende attive (sono 11.416 con un più 73 rispetto al 2009) ma è negativo il dato occupazionale con una perdita nel settore di oltre 900 posti di lavoro.
Dei 463 appalti pubblici, inoltre, sono 330 (per un valore di 120 milioni di euro, cioè il 71 per cento del totale) quelli assegnati a imprese modenesi; una quota che sale all’82 per cento se si valutano solo gli appalti dal valore superiore al milione di euro.
E’ la fotografia che emerge dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio provinciale degli appalti, attivo dal 1999 su iniziativa di Provincia e Comune di Modena, che «sottolinea – come ha evidenziato il direttore Vincenzo Pasculli presentando il documento – la necessità di tenere alta la guardia rispetto ai segnali di aumento del lavoro nero, che fanno crescere la preoccupazione per il rischio di concorrenza sleale e di infiltrazioni della criminalità organizzata» in un tessuto economico che comunque resiste alla diffusione dell’illegalità. Lo dimostrano anche le nuove adesioni all’Osservatorio e le tante iniziative assunte nel settore, tra le quali anche il recente protocollo siglato con la Prefettura, come hanno ricordato Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio, e Antonino Marino, assessore a Lavori pubblici e sicurezza del Comune di Modena.
Alle gare per i 463 appalti pubblici realizzati sono state ammesse 3.009 aziende con 124 subappalti autorizzati. In venti casi si è trattato di raggruppamenti di aziende (Ati), in trenta di consorzi tra società cooperative di produzione e lavoro, consorzi tra imprese artigiane, consorzi stabili; 414 sono state le imprese singole, gli imprenditori individuali, artigiani, società commerciali, società cooperative.
In 33 aggiudicazioni, relative alle opere di importo maggiore, il criterio adottato non è stato quello del massimo ribasso ma quello dell’offerta economica più vantaggiosa la cui procedura è più complessa perché, oltre al prezzo, prevede la valutazione di diversi parametri qualitativi. «Ma utilizzando questo metodo – afferma Pasculli – è possibile arginare l’ingresso nel mercato modenese di imprese che non offrono adeguate garanzie».
PIÙ IMPRESE MA MENO LAVORO OCCUPAZIONE IN CALO E AUMENTA IL RISCHIO DI “NERO”
A fine 2010 erano attive a Modena 11.416 imprese edili, 73 in più rispetto all’anno precedente e quasi sullo stesso livello del 2007 e 2008. Nello stesso periodo però sono diminuiti i lavoratori: 906 i posti persi sulla base dei dati Inail e l’anno prima ne erano sfumati 1.452, dopo che nel 2008 ne erano spariti altri 951. Insomma, quasi 3.500 posti di lavoro in meno in tre anni con un fenomeno, però, che gli esperti dell’Osservatorio provinciale degli appalti descrivono come un superamento della tendenza degli anni scorsi a trasformare il lavoro subordinato in lavoro parasubordinato, autonomo o solo partita iva anche facendo ricorso a società di capitali che scontano meno oneri previdenziali per malattia, disoccupazione, pensioni: in un decennio sono più che raddoppiate nel settore delle costruzioni passano dalle 925 del 1999 alle 2.156 del 2010.
«Ora insomma si transita direttamente al lavoro nero, saltando la fase del cosiddetto “lavoro grigio”, con implicazioni preoccupanti per le tutele dei lavoratori, a partire da quelle previdenziali, e dando vita a un vero e proprio sfruttamento» spiega Vincenzo Pasculli, responsabile dell’Osservatorio, sottolineando che «la migrazione costante verso il sommerso aumenta il rischio di infiltrazioni, in particolare nei cantieri dei lavori privati».
Attraverso la lettura trasversale dei dati dell’Inail, della Camera di commercio, dell’Inps e delle Casse edili, l’attività dell’Osservatorio consente di tracciare una mappatura della struttura imprenditoriale del settore nel modenese la quale «continua a riorganizzarsi in strutture produttive più snelle che tendono a risparmiare sul costo del lavoro». Ma è una strategia perdente, servono invece «nuovi strumenti di resistenza all’infiltrazione tali da permettere di sviluppare la competitività nel territorio con sistemi produttivi frutto di ricerca avanzata che diano forza alle piccole e medie imprese che hanno la vocazione a crescere e strutturarsi».
IN FORMAZIONE 859 TECNICI – NEI CANTIERI AUMENTANO I CONTROLLI DI DPL, ASL, INPS
Dieci giornate di formazione per, complessivamente, 859 partecipanti, in particolare tecnici degli enti pubblici che hanno approfondito diversi aspetti delle procedure d’appalto per migliorarne la qualità: dall’approfondimento sulle gare a offerta economicamente più vantaggiosa alle cause di esclusione delle ditte nei subappalti fino alle attività delle stazioni appaltanti per il contrasto ai tentativi di infiltrazioni mafiose. E’ il dato di sintesi dell’attività formativa svolta dall’Osservatorio provinciale degli appalti nel corso del 2010 e che si svolge in parallelo rispetto ai controlli sempre più frequenti e mirati effettuati nei cantieri da parte dell’Azienda sanitaria, dell’Inps, della Direzione provinciale del lavoro e delle Polizie municipali.
L’Azienda sanitaria nel 2009 ha effettuato oltre mille sopralluoghi con 261 rapporti all’autorità giudiziaria. La Dpl negli ultimi tre anni ha aumentato i cantieri ispezionati: erano 44 nel 2008, sono stati 194 nel 2009 e 203 lo scorso anno, con controlli su 377 aziende rispetto alle 158 del 2008 e alle 373 del 2009: quelle irregolari sono risultate essere 147, circa quattro ogni dieci; l’anno precedente erano 96, una ogni quattro. I lavoratori irregolari sono stati 207, quasi il doppio rispetto ai 117 del 2009, 53 quelli in nero.
L’Inps ha svolto accertamenti su 167 aziende rispetto alle 70 del 2009 e alle 55 del 2008, con 56 che sono risultate irregolari con addebito (nel 2009 erano state 43, l’anno precedente 38); 46 i lavoratori in nero (nel 2009 erano 19).
Le segnalazioni della Polizia municipale di Modena all’Azienda sanitaria sono state nove su 190 accertamenti.