Interrogazione dei sen. Barbolini e Bastico: chiedono di abolire il criterio del massimo ribasso e la possibilità di escludere “discrezionalmente” imprese scarsamente affidabili.
Adottare anche a livello nazionale, sull’esempio di quanto già sperimentato a Modena e in Emilia-Romagna, “una normativa più rigorosa in termini di appalti che abolisca il criterio del massimo ribasso come parametro per l’aggiudicazione di una gara”. E’ quanto chiedono i due senatori modenesi del Pd, Giuliano Barbolini e Mariangela Bastico, ai ministri dell’Interno, dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture.
Nella loro interrogazione i parlamentari democratici chiedono di sapere “se i ministri non ritengano di dover disporre sistematicamente la verifica obbligatoria, nei concorsi di appalti pubblici, degli organismi di controllo delle società che si presentano in gara”. Propongono anche, sulla falsariga del protocollo sugli appalti sottoscritto da Prefettura ed Enti pubblici modenesi, “l’abbassamento del limite oltre il quale diventa obbligatoria la certificazione antimafia”. Ipotizzano infine la possibilità, per le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, di valutare discrezionalmente l’opportunità di escludere dagli appalti imprese scarsamente affidabili e “anomale”.
I due parlamentari fanno diretto riferimento a due gare d’appalto bandite di recente dall’amministrazione dello Stato: quella per la rimozione dell’amianto dall’8° campale di Modena e quella per i lavori di ristrutturazione dell’Accademia militare.
Nel primo caso l’appalto è stato vinto da ditte che provengono da zone ad alta densità mafiosa applicando un ribasso d’asta record superiore al 60 per cento; nel secondo caso da una ditta che vanta un capitale sociale di 4 mila euro, ha uno staff di soli 4 soci lavoratori e dichiara un costo annuo del lavoro di 7 mila euro.