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Profughi, arrivati stamattina a Reggio Emilia i primi 10

Sono arrivati stamattina le prime 10 persone, tunisine, accolte sul territorio reggiano. Da Santa Maria Capua Vetere a Bologna, sono stati trasferiti nella casa di accoglienza della Caritas di Gavasseto, con i volontari e mezzi del coordinamento provinciale di Protezione civile ed accompagnati dal personale dei servizi sociali del comune di Reggio Emilia.

“Nelle prossime settimane aspettiamo fino a 184 persone” ha detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, che stamattina ha presieduto il Coordinamento provinciale che gestisce la situazione dei profughi. Presenti l’assessore alla coesione e sicurezza sociale del Comune di Reggio Emilia Franco Corradini, i rappresentanti della Comunità montana e delle sette Unioni dei Comuni, insieme ai vertici della Protezione civile, per rafforzare la collaborazione tra gli enti locali.

“La Provincia e i Comuni vogliono garantire la sicurezza dei cittadini e la dignità delle condizioni di accoglienza, per questo non possiamo farci carico di più di 200 persone e chiediamo che il Governo assicuri la copertura dei costi – ha aggiunto la presidente Masini – È una delle condizioni che abbiamo posto nell’accogliere queste persone, insieme alla richiesta che, trascorsi i sei mesi di permesso, queste non restino sul suolo reggiano”.

“Oggi è continuato il confronto per la valutazione delle strutture in grado di accogliere gli altri immigrati. Vogliamo ragionare insieme per affrontare al meglio questa vicenda, gestita malissimo dal Governo, che ha scaricato le responsabilità sugli enti locali e ha fatto gravi errori politici, isolando il paese dall’Unione europea. Proprio in questi casi c’è bisogno di più Europa e di relazioni internazionali forti: il Governo ha una pessima reputazione e ha causato la perdita di credibilità del paese intero, invece che arrangiarsi doveva gestire meglio la situazione”.

Nel piano provinciale di accoglienza saranno coinvolti i 45 comuni della provincia, ma sarà importante il ruolo delle Unioni dei Comuni. “All’interno delle Unioni si deciderà, infatti, l’ubicazione delle strutture e la ripartizione delle persone nei vari comuni. Si vuole privilegiare l’equità e l’uniformità di presenze sul territorio provinciale, proporzionalmente al numero di abitanti” ha chiarito la presidente Masini.

“Il governo ha previsto finora 20 mila profughi da alloggiare in Italia, di cui 184 assegnati in due scaglioni alla provincia reggiana. Nel corso dei prossimi giorni arriveranno altre 83 persone, insieme ai 5 minori somali ospitati a Viano, in carica direttamente alla Regione Emilia-Romagna, e ai 10 giunti oggi a Gavasseto. A seguire, arriveranno gli altri – ha precisato la presidente Masini – ma non sappiamo con precisione quando”.

Il Piano provinciale di accoglienza, sull’ipotesi di assegnazione di 184 persone al territorio reggiano sulla base di 20 mila arrivi complessivi in Italia, prevede questa ripartizione tra le Unione dei Comuni: Alto appennino reggiano (2), Bassa reggiana (26), Colline matildiche (9), Comunità montana (9), Pianura reggiana (20), Reggio Emilia (55), Terre di mezzo (10), Tresinaro Secchia (25), Val d’Enza (22).

In merito all’utilizzo della struttura dell’area ex-Tav della Protezione Civile a Cella, la presidente Masini ha parlato di 80 mila euro richiesti alla Regione per gli interventi di sistemazione, in modo tale da poterla attivare entro 10 giorni. A Villa Cella potranno essere così sistemate 55 persone.

“Vogliamo chiarire che il Governo parla di profughi, ma non tutti vengono da paesi in guerra – ha commentato la presidente Masini – La maggior parte sono immigrati, come i tunisini, il che dimostra come il Governo si sia lasciato sfuggire la situazione: la scelta di assegnare un permesso temporaneo per motivi umanitari di sei mesi legalizza di fatto l’immigrazione irregolare, scaricando gli oneri e l’emergenza sugli enti locali. Il nostro territorio non si può far carico di questi problemi rispetto a quelli che già deve affrontare”.

Il coordinamento provinciale per i profughi ha, comunque, deciso di rispondere alla richiesta di aiuto. Gli enti locali lavoreranno in rete e in solidarietà tra loro. “Vi è una forte collaborazione con le forze dell’ordine per prevenire qualsiasi reato – ha precisato la presidente Masini – Noi diamo solo accoglienza a persone già identificate, fornendo vitto, alloggio ed il controllo sanitario, in modo che siano censite e controllate”.

Provincia e Comuni, inoltre, hanno deciso di coinvolgere questi immigrati in attività di volontariato, seppur liberi di muoversi sul territorio nazionale visto il permesso di soggiorno temporaneo del Governo: “Se c’è la nostra ospitalità – ha concluso la presidente Masini – dall’altra parte viene loro chiesta la disponibilità, se vogliono, di partecipare alle attività delle associazioni”.
















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