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L’arcivescovo in San Pietro a Cameazzo

Ieri pomeriggio, lunedì 28 marzo 2011, alle ore 18, la comunità di Cameazzo, presenti le delegazioni dei Comuni di Fiorano Modenese e di Formigine, guidate dai sindaci Claudio Pistoni e Franco Richeldi, ha accolto per la prima volta, nella chiesa di San Pietro recentemente restaurata dopo anni di chiusura, l’arcivescovo di Modena Antonio Lanfranchi, accompagnato dal segretario don Franco Silvestri.

L’arcivescovo, che non aveva potuto essere presente nel dicembre scorso alla prima apertura della chiesa, ha rispettato l’impegno assunto in quell’occasione e ha portato la personale benedizione all’antica frazione, dove mosse i primi passi la storia di Fiorano, sulle rive del Torrente Fossa che allora proseguiva la sua corsa verso Formigine e Modena.

Nella corso della Messa concelebrata insieme al parroco di Ubersetto don Angelo Lovati e al parroco di Fiorano don Giuseppe Albicini, l’arcivescovo ha ricordato l’importanza della presenza delle chiese e dei campanili nel territorio, perché collega la terra al cielo, testimoniando la presenza di Dio. Richiamandosi alle Letture del giorno, ha Mons. Lanfranchi ha ricordato come Dio ami la semplicità e ad essa garantisca la sua paterna attenzione. San Pietro di Cameazzo è anche il segno delle origini della comunità, è la consapevolezza del passato indispensabile per costruire il futuro.

Il sindaco Claudio Pistoni ha ringraziato l’arcivescovo e gli ha consegnato le due litografie di Nani Tedeschi realizzate in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

“Il recupero della Corte Cameazzo è positivo – aveva già dichiarato il sindaco Claudio Pistoni – perché la chiesa fa parte del nostro patrimonio storico e ha un valore simbolico oltre che culturale; qui sono state scritte pagine significative della nostra storia. Non mancheranno le opportunità e le occasioni per continuare ad approfondire le vicende di Cameazzo e il periodo medievale della nostra storia. Nel frattempo abbiamo realizzato un parcheggio per le automobili a servizio anche della sede degli Alpini, ospitata nelle ex scuole elementari della frazione. I due edifici pubblici di Cameazzo, la chiesa e la scuola, sono stati salvati e possono continuare a svolgere il loro ruolo di ‘segno’ della presenza di una comunità, perché è ancora vivo il senso di appartenenza in chi a Cameazzo è nato o abita”.
















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