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Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la manovra di bilancio dopo una seduta di oltre 9 ore

Al termine di una seduta durata oltre 9 ore e terminata all’una di notte, il Consiglio comunale di Modena ha approvato lunedì 28 marzo il bilancio previsionale 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013. La manovra, che prevede entrate e spese correnti per 213 milioni 700 mila euro, più della metà destinati al welfare, e investimenti per 40 milioni, ha ricevuto il via libera dalla maggioranza (Pd e Sinistra per Modena), ha registrato l’astensione di Mpa e Udc e il voto contrario di Pdl, Lega nord, Idv e Modenacinquestelle.it.

Il Consiglio ha inoltre approvato 5 dei 13 emendamenti presentati dai gruppi consiliari. Sono passate le modifiche che stanziano contributi per lavoratori disoccupati, famiglie numerose, maternità difficili, disabili e per la sistemazione del Planetario civico.

Nel corso della seduta, sono state approvate anche le due delibere accessorie presentate dal vicesindaco Alvaro Colombo, sui servizi a domanda individuale, e dall’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Daniele Sitta sulla concessione in diritto di superficie di 291 alloggi Peep e sulla costituzione ad Albareto di un comparto misto Peep e Pip con destinazione terziario, commerciale, produttivo e artigianale.

L’Aula ha infine dato l’ok a due dei quattro ordini del giorno illustrati in corso di seduta. Sono passate la mozione sulla semplificazione e sburocratizzazione dei rapporti tra Comune e imprese, presentata da Udc e Pd, e la mozione presentata dalla maggioranza che integra il bilancio su più fronti. Respinti invece gli ordini del giorno sul sostegno alla maternità difficile e sul rinvio di interventi dedicati alle ciclabili, presentati rispettivamente da Pdl e Mpa.

BILANCIO, CRESCE LA COPERTURA PER I SERVIZI ALLA PERSONA

Dai nidi comunali e convenzionati alle mense scolastiche, dalle case albergo ai centri diurni per disabili, dall’assistenza domiciliare ai trasporti scolastici, dal prolungamento dell’orario in nidi e materne al servizio di prescuola alle elementari. Ma ci sono anche i Musei e la Galleria civica, il Museo della Figurina, la Sala prove, le palestre, i campi da calcio e i mercati. Ammonta a 63 milioni 492 mila euro la spesa complessiva per l’insieme dei servizi a domanda individuale del Comune di Modena. Le tariffe coprono il 30,01% dei costi; se si considerano anche contributi ed entrate, il grado di copertura complessivo per il 2011 arriva al 61,5 %, cioè cresce dello 0,7 % rispetto all’anno precedente e dell’1,4% se confrontato al 2009. Diminuisce, pertanto, di 400 mila euro il disavanzo attestandosi a quota 24 milioni 425 mila 551 euro.

Lo ha spiegato il vicesindaco Alvaro Colombo, assessore al Bilancio, illustrando la delibera “Individuazione dei servizi a domanda individuale e determinazione della percentuale di copertura dei relativi costi”, discussa ieri in Consiglio comunale assieme al bilancio di previsione. La mozione è stata approvata con i voti favorevoli di Pd e Sinistra per Modena; contrari Pdl, Lega nord, Udc, Mpa, Modenacinquestelle.it e Idv.

“Nell’ambito dei servizi di welfare dove si concentra gran parte della spesa, vale a dire 58,8 milioni, la copertura totale cresce dello 0,6% e quella proveniente dalle tariffe dell’1,5%, determinando una diminuzione del disavanzo di 77mila euro”, ha detto Colombo. “Il dato tiene conto anche della rimodulazione delle tariffe attraverso l’introduzione da settembre, nel settore Istruzione, di una terza fascia sopra i 25 mila euro con l’applicazione del coefficiente 1,75”.

Riguarda, invece le aree Peep e Pip che nel 2011 potranno essere concesse in diritto di superficie o cedute dall’Amministrazione comunale la delibera illustrata nella stessa seduta dall’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Daniele Sitta. Il documento è stato approvato con i voti di Pd e Sinistra per Modena e l’astensione di Mpa e Udc; contrari Pdl, Lega nord, Modenacinquestelle.it e Idv.

Sono 13 le aree Peep incluse nell’elenco e dislocate a Modena e nelle frazioni: Albareto, Marzaglia Nuova e Vecchia, Cittanova, Lesignana, San Damaso, D’Avia, stradello Romano, Ghiaroni, Fratelli Rosselli e Gino Pini. Complessivamente si parla di 291 alloggi il cui valore totale è di 2 milioni 409 mila 327 euro. “Il valore del terreni è di circa 12 mila euro ad alloggio, quindi molto al di sotto dei prezzi di mercato”, ha sottolineato Sitta precisando che “l’elenco non contiene tre aree Peep per le quali sono ancora in atto gli espropri”. Infine, la delibera sancisce la proposta di realizzare ad Albareto un comparto misto Peep e Pip, con destinazione terziario, commerciale e produttivo, artigianale per soddisfare un bisogno espresso da residenti e professionisti.

BILANCIO, APPROVATI 5 DEI 13 EMENDAMENTI PRESENTATI

Dei tredici emendamenti al bilancio di previsione presentati ieri nella seduta del Consiglio comunale, cinque sono stati approvati. Con il voto di Pd, Udc, Modenacinquestelle.it, dei consiglieri del Pdl Andrea Galli e Pier Luigi Taddei (astenuti Lega, Pdl, Mpa, Spm, Idv) il Consiglio ha dato il via libera al primo emendamento presentato da Enrico Artioli del Pd. La modifica impegna l’Amministrazione a partecipare con 40 mila euro alla sistemazione del Planetario civico in previsione dell’arrivo del nuovo proiettore digitale “che verrà acquistato con un finanziamento della Fondazione cassa di risparmio di Modena e che, oltre ad azzerare le spese di manutenzione, potrà far aumentare le entrate grazie ad una proiezione unica in regione”, ha detto Artioli.

Approvati i due emendamenti “tecnici” firmati dal sindaco e illustrati dal vicesindaco Alvaro Colombo. Il primo, “Risorse ai gruppi consiliari”, riguardante una modifica negli stanziamenti per una nuova modalità di gestione, è passato con il voto favorevole di tutti i gruppi ad eccezione di Idv, contraria, e di Andrea Galli (Pdl), astenuto. L’altro testo, “Adeguamento stanziamenti per lavori pubblici”, ha ottenuto il voto favorevole di maggioranza e Udc; contrari Pdl, Lega nord, Modenacinquestelle.it, Idv e Mpa. La modifica al bilancio, per 613 mila euro, consente di realizzare adeguamenti alla rete filoviaria, a cura di Amo, in due stralci nel 2011 e 2012, anziché in uno.

Contributi alle aziende che assumono lavoratori disoccupati ultraquarantacinquenni non iscritti alle liste di mobilità sono stati introdotti dall’emendamento illustrato da Michele Andreana (Pd) e firmato anche da Sinistra per Modena. La modifica è stata approvata con i voti di maggioranza, Modenacinquestelle.it, Mpa, di Andrea Galli, Gian Carlo Pellacani e Olga Vecchi del Pdl, di Nicola Rossi e Walter Bianchini della Lega nord; si sono astenuti Idv, Udc, Andrea Leoni, Adolfo Morandi, Michele Barcaiuolo, Sandro Bellei, Luigia Santoro del Pdl e Stefano Barberini (Lega nord); contrario Pier Luigi Taddei (Pdl). L’intervento stanzia un budget di 148 mila euro in due anni e assegna contributi di 4 mila euro per ogni lavoratore assunto purché il rapporto prosegua per almeno 18 mesi.

Infine, il Consiglio ha dato l’ok all’emendamento presentato da Udc e da Paolo Trande (Pd) “Sostegno a famiglie con figli minori numerosi, disabili e maternità difficili”. Si sono espressi a favore Pd, Udc, Pdl, Lega nord, Mpa; contrari Sinistra per Modena, Idv e Ingrid Caporioni del Pd; Modenacinquestelle.it si è astenuta. L’emendamento, ha spiegato Davide Torrini, prevede sconti decrescenti con l’innalzarsi dell’indicatore Isee per l’inserimento al nido dei bimbi appartenenti a famiglie con più di tre figli (l’importo complessivo è di 150 mila euro per gli anni 2011 e 2012); un fondo di 30 mila euro per l’assistenza alle maternità difficili; il potenziamento, coperto da 30 mila euro, dell’assistenza ai disabili nei centri estivi.

E’ stato invece respinto un emendamento di Luigia Santoro (Pdl) che proponeva di stanziare 20 mila euro “per le donne che rinunciano a un’interruzione di gravidanza per motivi economici”. Hanno votato a favore le opposizioni, tranne Mpa, che si è astenuto e Idv, che ha votato contro assieme alla maggioranza.

Il Consiglio ha inoltre respinto i cinque emendamenti presentati da Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it). Il primo, che ha ottenuto il voto favorevole delle opposizioni, ad eccezione dell’Udc astenuta, e contrario della maggioranza, proponeva consultazioni popolari su piazza Matteotti, terzo polo natatorio a parco Ferrari e terza linea dell’inceneritore. Il secondo chiedeva di predisporre, per un importo di 76 mila 600 euro, uno studio di fattibilità per l’applicazione della raccolta differenziata porta a porta; hanno votato a favore le opposizioni ad eccezione di Udc astenuta assieme a Sinistra per Modena, contrario il Pd. Al centro del terzo emendamento illustrato da Ballestrazzi la consultazione popolare sul progetto di riqualificazione di piazza Matteotti; a favore si sono espresse le opposizioni tranne l’Udc che si è astenuta, contraria la maggioranza. Con lo stesso schieramento sono state respinte anche le proposte di “mantenere campo Cesana nel patrimonio dell’Ente con conseguente cancellazione nel piano delle alienazioni” e quella “di utilizzare il milione di euro destinati alla realizzazione della rotatoria tra via Emilia e via Scartazza per installare pannelli fotovoltaici sopra gli edifici pubblici”.

Non è passato (opposizioni favorevoli, maggioranza contraria, astenuti Idv, Udc e Andreana del Pd) anche l’emendamento presentato da Adolfo Morandi (Pdl) per stanziare 950 mila euro a favore di famiglie in difficoltà a causa della crisi e 150 mila per le imprese, prendendoli da trasferimenti a associazioni e da spese per consulenze e collaborazioni. Infine, è stato respinto con il voto contrario di maggioranza e Udc, favorevole delle opposizioni e l’astensione di Caporioni (Pd), l’emendamento di Eugenia Rossi (Idv) che proponeva di togliere oltre 685 mila euro da incarichi, consulenze, convegni e contributi alle associazioni per rafforzare i servizi di welfare.

OK DEL CONSIGLIO A DUE ORDINI DEL GIORNO

Sindaco e Giunta di Modena dovranno attivare un progetto per la semplificazione e la sburocratizzazione dei rapporti tra Amministrazione comunale e imprese del territorio, coinvolgendo le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Obiettivo: ridurre il peso e il costo della burocrazia per le imprese modenesi al fine di agevolare la debole ripresa in atto. Lo ha stabilito il Consiglio comunale approvando l’ordine del giorno presentato dall’Udc e da Paolo Trande e Giuliana Urbelli del Pd, durante la seduta dedicata al bilancio di previsione. La mozione è stata approvata con i voti di Pd e Udc; contrari Modenacinquestelle.it e Idv, astenuti gli altri gruppi, mentre si è avvalso del non voto Federico Ricci (Sinistra per Modena). Davide Torrini (Udc) presentando l’ordine del giorno ha sottolineato: “L’eccessivo peso della burocrazia è una delle cause che rallentano la ripresa del settore edile; inoltre occorre aggiornare la normativa antisismica che, rallentando spesso gli interventi anche minimi, crea grandi difficoltà agli operatori”. Sulla mozione è stata votata in aula una pregiudiziale posta dal Pdl; Adolfo Morandi e Olga Vecchi hanno insistito sull’estraneità dell’ordine del giorno con il bilancio, con il voto il Consiglio ha però deciso di discutere e votare la mozione.

Approvato con il voto della maggioranza (contrarie le opposizioni tranne l’Udc che si è astenuto) anche un secondo ordine del giorno firmato da Partito democratico e Sinistra per Modena. Il documento, articolato in nove punti, è stato illustrato da Giuliana Urbelli (Pd) che ha sottolineato la portata della crisi economica e le minori entrate per 12 milioni di euro con cui l’Amministrazione comunale ha dovuto fare i conti nella costruzione del bilancio. Il documento impegna la Giunta a varare un programma per l’integrazione delle politiche di area vasta al fine di contribuire al coordinamento dell’offerta dei servizi; sviluppare azioni volte alla semplificazione amministrativa in ambito comunale; contribuire al rafforzamento del tessuto produttivo ed economico locale. Inoltre, la mozione prevede di rafforzare i servizi per la cura di minori, disabili, anziani; di promuovere un’azione coordinata in materia di riorganizzazione delle tariffe dei servizi; di rafforzare l’impegno al recupero tariffario e alla lotta all’evasione; di sviluppare nel triennio interventi a favore di nuclei familiari, di convivenza e monoreddito particolarmente colpiti dalla crisi. E, ancora, di favorire la domiciliarità sia nel settore anziani e diversamente abili che in quello degli interventi a favore di minori e sperimentare forme di servizi complementari ai nidi; di proseguire il proficuo lavoro di razionalizzazione relativo alla sedi comunali e ai costi d’esercizio dell’Amministrazione.

Non sono, invece, state approvate altre due mozioni presentate nel corso della stessa seduta. Con il voto contrario di Pd, Sinistra per Modena e Idv, quello favorevole di Pdl, Lega nord, Modenacinquestelle.it e Udc, l’astensione del Mpa, il Consiglio ha respinto l’ordine del giorno del Pdl per stanziare un fondo di almeno 20 mila euro a tutela della maternità difficili. “La mozione – ha detto Luigia Santoro (Pdl) – è molto simile al mio emendamento e nasce dal desiderio di aumentare il fondo previsto dall’emendamento di Torrini e Trande al fine di arrivare a uno stanziamento complessivo di 50 mila euro”.

Respinto anche l’ordine del giorno presentato da Sergio Celloni (Mpa) che ha chiesto all’Amministrazione di valutare la possibilità di rimandare gli interventi per la realizzazione e gli adeguamenti delle ciclabili, a bilancio per un importo complessivo di 2 milioni e ritenuti dal consigliere “non prioritari”, incentivando, con i proventi risparmiati gli interventi a sostegno delle imprese. La proposta è stata bocciata con i voti di tutti i gruppi consiliari ad eccezione di Mpa, Udc e Stefano Barberini (Lega nord), che si sono espressi a favore, e l’astensione di Modenacinquestelle.it.

‘UNA SFIDA CHE SARANNO I CITTADINI A VALUTARE’

“Chiudere questo bilancio promuovendo una visione non minimalista dello stato sociale è stata la nostra sfida, ora saranno i cittadini a valutarla”. Così l’assessore al Bilancio Alvaro Colombo ha concluso il dibattito sul documento di previsione 2011-2013, approvato dal Consiglio comunale. “Dal 2008, il Governo del centro destra ha tagliato del 78% il finanziamento dei fondi sociali. Noi, invece, crediamo nella coesione sociale per costruire la qualità del territorio e renderlo più competitivo”. Nel dibattito, accanto ai consiglieri di maggioranza e opposizione, sono intervenuti anche altri membri della Giunta.

Antonino Marino, assessore ai Lavori pubblici, ha espresso rammarico per “avere dovuto, a causa del Governo, togliere 60 milioni di euro dal piano degli investimenti. Tirare a campare non serve a nulla: servono nuove idee per coinvolgere anche i privati. La Giunta – ha concluso – non ha perso sintonia e relazioni con la città: la qualità della vita è ancora alta, tempo libero e sport sono a livelli di eccellenza”.

L’assessore all’Ambiente Simona Arletti ha invitato i cittadini “a mettersi in gioco, senza vedere l’Amministrazione come una mamma che deve pensare a tutti. Il Governo sta facendo grandi danni, noi, al contrario, abbiamo incrementato gli investimenti sui pannelli fotovoltaici e sulle energie rinnovabili nonostante l’indispensabile sobrietà che il momento ci impone”.

Ha parlato di “occasione persa” l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè: “I giornali hanno descritto la costruzione del bilancio come una sequenza di litigi tra assessori, mentre le critiche nel merito sono deboli e ripetitive, si limitano a riproporre il tema delle consulenze o a biasimare l’idea stessa di esternalizzazione. Noi continueremo a puntare sul welfare mix con un forte controllo pubblico sulla qualità dei servizi”.

Il sindaco Giorgio Pighi si è soffermato sul patto di stabilità: “Siamo in presenza di un elemento che non ha a che fare con la solidità del bilancio”, ha detto. “Nelle gare d’appalto, noi proponiamo alle imprese pagamenti dal 2014. Saremmo in condizione di pagare a 60 giorni ma non possiamo farlo. Ci sono risorse vere e spendibili – ha chiarito il sindaco – che restano bloccate per contenere il debito pubblico dello stato. Questa manovra finanziaria blocca l’economia, blocca le potenzialità anticicliche dell’investimento pubblico e favorisce, invece, le imprese che possono accedere al credito in maniera poco ortodossa. Quando ne parliamo tra sindaci – ha concluso – non c’è né destra né sinistra: tutti sono contrari”.

LA MAGGIORANZA LAMENTA I TAGLI DEL GOVERNO

La maggioranza, composta da Pd e Sinistra per Modena, ha detto sì al bilancio di previsione e, nel corso del dibattito che si è svolto ieri in Consiglio comunale, ha lamentato i tagli del Governo ai servizi sociali.

“Per la prima volta in 60 anni il bilancio previsionale del Comune di Modena ha il segno meno. Lo Stato sprecone ci dà meno soldi e i modenesi pagano di tasca loro. Noi non possiamo riproporre i tagli lineari del Governo e abbiamo salvaguardato il welfare chiedendo sacrifici ad altri settori”, ha commentato il capogruppo del Pd Paolo Trande. Sempre per il Pd, Giuliana Urbelli ha aggiunto che “la manovra Tremonti decide di gravare sulle Regioni a statuto ordinario e sugli enti locali, e non è casuale. Dietro il disegno del Governo c’è la volontà di impoverire lo stato sociale; al contrario, la manovra comunale mira alla salvaguardia del welfare locale per preservare la coesione sociale”. Stefano Prampolini ha sottolineato che “il rapporto tra chi paga e chi usufruisce dei servizi del sistema welfare non è più sostenibile: il numero medio di figli per donna è sceso e non c’è ricambio fisiologico delle generazioni. La politica dovrebbe dare speranza ai giovani e scommettere sul futuro: nel bilancio comunale c’è questa visione”. Secondo Ingrid Caporioni “a differenza del Governo, Modena ha deciso di investire per evitare esclusi, ma è evidente che si dovrà attuare una riforma del welfare”. La consigliera ha annunciato voto contrario all’emendamento di Pd e Udc perché ha dichiarato di non ritenere “che l’aborto e il sostegno alle donne che vogliono abortire siano temi da inserire in un emendamento al bilancio”. Per Giulia Morini “fare economia è importante in questo momento, ma quello del Governo è un preciso disegno politico: sono stati operati tagli su tutto ciò che attiene l’intervento pubblico. Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato rimpinguato dalla Regione”. Per Giancarlo Campioli “una società è sana quando la qualità della vita e il benessere sono diffusi nel più ampio numero di strati sociali. Siamo però consapevoli del fatto che l’attuale modello di welfare è messo a dura prova dalla crisi: è necessaria un’azione di riorganizzazione e riorientamento verso nuovi bisogni”. Secondo Gian Domenico Glorioso “il Comune investe maggiormente su servizi sociali e istruzione rispetto allo Stato. A Modena la qualità è talmente alta che basta modificare la modalità di gestione per scatenare l’indignazione degli utenti, mentre a Roma si azzera il Fondo per la non autosufficienza e si tagliano i servizi”. Francesco Rocco ha sottolineato che “se l’Amministrazione avesse subito passivamente i tagli del Governo ci sarebbero, in meno, 150 posti al nido e 150 alle materne, 80 nelle strutture protette, 100 per assistenza domiciliare e due terzi del cartellone del Teatro comunale sarebbero stati cancellati. Lo Stato ha scelto di scaricare sugli enti locali l’80% dei 24 miliardi di risparmio obbligati”. Anche per Claudia Codeluppi, “dietro la Finanziaria c’è un preciso disegno politico: quello dello ‘scarica barile’, dei tagli sui bilanci di altri, della riduzione dell’autonomia dei territori, dello svilimento del pubblico e della contestuale esaltazione del privato. La manovra interviene sulla spesa pubblica con tagli indiscriminati, strutturati e non isolati nel tempo”. William Garagnani ha dissentito sulla proposta di Sergio Celloni (Mpa) di tagliare gli investimenti destinati alle ciclabili: “Pedoni e ciclisti chiedono percorsi di collegamento con le scuole e con i centri principali, interventi che realizzino connessioni tra varie zone delle città e con le frazioni, e soprattutto chiedono sicurezza. Le ciclabili previste sono fondamentali”. Per Enrico Artioli la logica del Governo è affossare il welfare lasciando il cerino in mano agli enti locali e la filosofia del quadro politico è di un pericoloso darwinismo sociale. Il bilancio comunale va in un’altra direzione: si è lavorato per contenere le spese senza colpire la coesione sociale, coinvolgendo i cittadini, con una sussidiarietà sempre maggiore”. Michele Andreana ha sottolineato che “la manovra ha richiesto 4 milioni di euro di tagli e 8 milioni di entrate straordinarie: senza tali interventi non avremmo potuto chiudere il bilancio. Il patto di stabilità, inoltre, è un esempio di schizofrenia politica: non si possono accusare i Comuni di non investire, o di pagare in ritardo le aziende, senza risalire alla causa”. Secondo Salvatore Cotrino il bilancio del Comune “esce dai confini di ‘resistenza’ e assurge a bilancio di ‘orgoglio e opposizione’: orgoglio per questa città e opposizione a un concetto economicistico di società che rinuncia all’uguaglianza, alla tutela dei deboli e alla coesione sociale”.

“Sinistra per Modena opera per arginare la presenza indiscriminata del privato nel sistema cittadino di welfare mix”, ha affermato il capogruppo Federico Ricci. “Non si ha qualità della prestazione senza qualità del lavoro e non possiamo pensare di far pagare ai lavoratori i costi della crisi. E’ inoltre necessario attuare gli investimenti previsti: vigileremo su questo”.

SECONDO LE OPPOSIZIONI ‘NON RILANCIA LA CITTÀ’

Un bilancio che “non rilancia la città”, “non riduce gli sprechi”, “non punta sull’ambiente”. Così si sono espressi i consiglieri di opposizione nel dibattito sul bilancio di previsione del Comune di Modena. I gruppi Pdl, Lega Nord, Modenacinquestelle.it e Idv hanno votato contro, mentre Mpa e Udc si sono astenuti, ritenendo “convincenti” le relazioni del sindaco Giorgio Pighi e dell’assessore al Bilancio Alvaro Colombo.

Per il Pdl ha esordito il capogruppo Adolfo Morandi: “Questo – ha detto – non è il bilancio di lacrime e sangue descritto dalla maggioranza. Si danno le colpe allo Stato fingendo di non vedere che i dirigenti Hera tengono più agli azionisti che ai cittadini. In città manca quella sana competizione che renderebbe più efficienti i servizi e si continua a proporre una politica vecchia”. Olga Vecchi si è chiesta “come si arrivi a 12 milioni di tagli se quelli dello Stato ammontano a 6 milioni e mezzo di euro e quelli della Regione a 1 milione e 200 mila. L’Amministrazione – ha affermato – potrà comunque accedere al fondo di 3 milioni di euro già stanziato per i Comuni che hanno il bilancio in ordine, ma intanto fa stringere la cinghia alle imprese posticipando i pagamenti”. Andrea Galli, citando i conservatori americani, ha dichiarato: “Dobbiamo cominciare ad ‘affamare la bestia’, togliendo risorse a un settore pubblico sprecone. Ci sono molte città amministrate peggio, il dramma è che noi siamo in stagnazione”. Galli ha inoltre elencato alcuni sprechi e ha concluso: “I soldi pubblici vanno utilizzati con più riguardo”. Michele Barcaiuolo ha chiesto se “i tempi lunghi di approvazione del bilancio si debbano alle contraddizioni nel Partito democratico. Questo bilancio – ha detto – non dà un vero slancio alla città, non taglia gli sprechi, non cambia la gestione dei servizi. Per la famiglia, poi, non si fa abbastanza: nelle tariffe più figli hai e più paghi”. Sandro Bellei ha parlato “da uomo della strada, che usa l’automobile”, affermando: “I voluminosi incassi delle contravvenzioni dovrebbero essere tutti utilizzati per la viabilità, la qualità delle strade e la rete semaforica. Pensiamo al semaforo di viale Ciro Menotti con via Emilia Est: se riescono a passare più di 4 macchine ogni verde offro la cena all’assessore Sitta, e non dal comune amico Ermes, ma dal premiato Bottura”.

Stefano Barberini, Lega nord, ha parlato di “scelte politiche dettate non dalla passione ma dalle circostanze, da meccanismi di potere e da concatenazioni di eventi, difficilmente comprensibili ai cittadini. Noi – ha concluso – siamo mossi dalla passione e non dalla voglia di arrivare a sederci su una certa poltrona”. Nicola Rossi ha citato il Comune di Reggio, “che ha tagliato circa 7 milioni di euro dalla spesa corrente, mentre noi siamo rimasti intorno al milione”. Rossi ha eccepito sui costi dei musei: “La cultura – ha detto – non dovrebbe avere disavanzi così grandi. Dal federalismo fiscale – ha concluso – Modena beneficerebbe con circa 55 euro pro capite in più ogni anno”.

Secondo Davide Torrini, Udc, “il rapporto tra cittadini e servizi sta mutando, ma non solo per la crisi. Oggi – ha detto – bisogna guardare all’efficienza oltre che alla qualità. Il patto di stabilità è applicato in modo iniquo, ma gli enti locali devono imparare ad agire in un quadro di risorse calanti”. Nella dichiarazione di voto, Torrini ha motivato l’astensione definendo “politicamente convincenti” le relazioni sul bilancio.

Astenuto anche Sergio Celloni, Mpa, che ha detto: “Nonostante le difficoltà la macchina comunale può ancora essere propositiva. Alcuni sprechi andrebbero tagliati, privatizzando servizi che assorbono milioni di euro. Servirebbe più meritocrazia nei confronti di associazioni e cooperative, più stanziamenti per le imprese, meno aumenti di tariffe per le famiglie. Il giudizio è critico – ha concluso – ma con un’apertura”.

Eugenia Rossi, Idv, ha chiesto “interventi contro il riciclaggio, perché lo slittamento dei pagamenti non metta in difficoltà le imprese sane. L’intervento-salvagente della Fondazione cassa di risparmio non mi tranquillizza, c’è ancora poca chiarezza sulle consulenze e si continua a svendere il patrimonio. La nostra – ha concluso Rossi – è una città destinata al declino”.

Per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it, “sono positivi l’investimento sulla Polizia Municipale e la lotta all’evasione. Negativo l’aumento della tariffa rifiuti: è solo l’1,9%, ma con gli utili di Hera sarebbe stato meglio evitarlo. A Hera bisognerebbe chiedere la raccolta porta a porta e più indennizzi per l’inceneritore”.

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