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Aimi (Pdl): “Moschea a Carpi? Come per Sassuolo, altre le priorità”

“Come Sassuolo e fermo restando il principio di libertà religiosa – che condividiamo senza riserve – cosi’ Carpi, ha senza dubbio altre priorità, che devono anteporsi alle valutazioni e alle “alte” considerazioni che vengono oggi avvalorate sull’opportunità di costruire nuove moschee”. Lo afferma in una nota il Vicepresidente Provinciale del PDL Enrico AIMI, intervenuto per sottolineare il suo “invito alla massima prudenza, perché – ha subito aggiunto – è necessario affrontare questo tema, certamente attuale, senza superficialità, ma anche senza quella foga paciosa e buonista che caratterizza le nostre amministrazioni di sinistra.

Ribadendo infatti che le urgenze, anche nel nostro territorio, sono altre – dalla richiesta di un forte rilancio del tessuto economico locale fino al contrasto al degrado e alla criminalità – sul tema islam e sulla costruzione di propri luoghi di culto, invito tutti i sostenitori del multiculturalismo a oltranza, a fare un piccolo sforzo e guardare anche oltre confine dove le conseguenze deleterie della tolleranza che ha consentito la proliferazione di moschee, scuole coraniche, tribunali sharaitici, enti assistenziali e finanziari islamici, sono, in senso negativo, più che evidenti. Stupisce però – ha poi chiosato – la serenità con la quale certi esponenti di sinistra ammettano candidamente la presenza nella terra dei Pio di luoghi di preghiera privi delle necessarie autorizzazioni, ovvero abusivi.

Un po? come accadeva nel garage di Novi, giusto a pochi passi da Carpi. E le Istituzioni, cosa fanno? Risponderanno con la consueta minimizzazione ad orologeria, come qualcuno si precipito’ a fare dalle stanze dei bottoni di quel Comune teatro del massacro di due povere donne? E’ bene ricordare, soprattutto ai trombettieri del multiculturalismo, che in Italia abbiamo esempi eclatanti di quartieri di alcune città in cui è stata costruita una moschea, ridotti a ghetto degradato e inavvicinabile. Nel nostro Paese la libertà di culto dei musulmani è ampiamente garantita, come dimostra la presenza di circa 900 luoghi di preghiera islamica. Se questo dettaglio è sfuggito ai cantori del pensiero debole, vorremmo sapere cosa ne pensano della sharia e di certi dettami coranici: dalla legge del taglione, alla poligamia, alla pena di morte per chi è accusato di blasfemia nei confronti del profeta e alle leggi severissime in vigore in tanti paesi islamici in cui è vietata anche la sola esibizione di simboli religiosi come il crocifisso. Quesito che abbiamo posto anche recentemente: e per il quale siamo ancora in attesa di risposta.

Infine – e non è cosa di poco conto – l’occasione è particolarmente gradita per chiedere nuovamente ai musulmani residenti nel nostro territorio se, per loro nella cosiddetta “gerarchia delle fonti del diritto”, prevalga il Corano o la legge italiana. Una reale possibile integrazione, può infatti avvenire solo se vi è accettazione incondizionata del valore di libertà di cui è permeata la civiltà occidentale. Senza timore di fraintendimenti, pretendiamo quindi che non vi siano distinguo e che coloro che desiderano vivere qui pacificamente accettino unanimemente, insieme alle leggi del nostro Stato, doveri, tradizioni, oltre al rispetto del profondo senso religioso della maggioranza del popolo italiano.

In occasione del 150esimo anno dell’Unita’ d’Italia e dall’alto di una civilta’ bimillenaria, ci permettiamo, sommessamente,di ricordare agli ospiti stranieri che avanzano riserve sulle nostre regole e sul nostro stile di vita, sovente fino al punto da volerne imporre un’altro, che qui esiste un grande diritto, un’altra grande conquista di liberta’: quella di tornare da dove si e’ venuti”.
















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