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L’Assessore regionale Lusenti sulla vicenda dellla donna morta al Maggiore

“Nessun tappeto sotto il quale nascondere i problemi della sanità regionale. Il nostro operato è basato sulla trasparenza, anche e soprattutto in occasione di eventi drammatici come il decesso della signora di 59 anni avvenuto nel settembre scorso al Maggiore di Bologna, rispetto al quale abbiamo immediatamente costituito una commissione regionale d’indagine sulla base dei poteri di vigilanza che ci competono. Un’iniziativa che non si sovrappone in alcun modo ai poteri propri della Magistratura, per la verifica del percorso assistenziale, il rispetto delle procedure previste e la loro funzionalità allo scopo di individuare gli eventuali aspetti organizzativi da migliorare”.

L’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti ha così commentato quanto pubblicato dalla stampa in merito al decesso della signora al Maggiore di Bologna, per il quale ieri è stata depositata la perizia ordinata dal Pubblico Ministero nell’ambito delle indagini in corso.

“L’accostamento artificioso di due documenti, la relazione della commissione d’indagine e la relazione sulla perizia del Pubblico ministero, mostra il carattere strumentale delle prese di posizione del Movimento 5 Stelle riportate dalla stampa. Alla commissione regionale – ha continuato Lusenti – non spettava in alcun modo l’accertamento di responsabilità personali essendo queste di esclusiva pertinenza della Magistratura. La perizia depositata, ovviamente, è invece centrata sulla individuazione delle specifiche e personali responsabilità penali”.

“Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione: ascoltato tutti i professionisti coinvolti ed analizzato tutta la documentazione”, ha specificato Eugenio Di Ruscio coordinatore della commissione regionale d’indagine (e responsabile del Servizio presidi ospedalieri della Regione). “Da quanto dichiarato dagli stessi professionisti e da quanto è stato possibile dedurre dalla documentazione, abbiamo rilevato che la paziente è stata assistita assiduamente. Ma – ha proseguito Di Ruscio – come ha dichiarato l’assessore Lusenti quando abbiamo consegnato la relazione conclusiva, “il monitoraggio post operatorio non è stato strutturato attraverso una formalizzazione completa delle sue diverse fasi, come dovrebbe essere in una unità operativa che esegue un elevato volume di interventi con tecniche all’avanguardia, con buoni risultati e un basso numero di complicazioni”.

“Da queste osservazioni – ha continuato Di Ruscio – sono derivate delle indicazioni di miglioramento dei processi assistenziali post operatori che sono poi state inviate alla direzione generale dell’Azienda Usl di Bologna”.

“La Regione, con i poteri di vigilanza che le sono propri, si occupa di errori e di eventi avversi per individuare i percorsi di miglioramento. Questo abbiamo fatto anche nel caso in questione – ha detto in conclusione Lusenti -Ma questo poco ha a che fare con un utilizzo distorto e strumentale del lavoro svolto dalla commissione per criticare la sanità pubblica e delegittimare il lavoro dei professionisti che vi operano, come usa fare il Movimento 5 Stelle”.
















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