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SEL Modena: ricostruire un autonomo punto di vista della Sinistra sul Lavoro

La federazione modenese di Sinistra Ecologia Libertà – attraverso lo strumento del Forum “Diritti sociali, Lavoro, Saperi e Libertà” – ha predisposto un percorso di sensibilizzazione sui temi legati al Lavoro.

A partire dal sostegno che il nostro partito riconosce per lo sciopero dei metalmeccanici proclamato dalla Fiom ed appoggiato dalla Cgil (con manifestazione regionale a Bologna, per giovedì 27 gennaio, cui parteciperemo) in risposta al piano della Fiat per Mirafiori, avvertiamo la necessità di ricostruire un autonomo punto di vista della Sinistra sul Lavoro, confrontandoci con tutte le soggettività sociali, politiche, associative e sindacali interessate a condividere la battaglia di civiltà per rivendicare la centralità, la dignità e la libertà del Lavoro.

Infatti, il modello “Mirafiori” imposto dall’Amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, con il plauso del Governo ed il silenzio-assenso di Confindustria, costituisce il grimaldello decisivo per modificare pesantemente, a favore delle imprese, l’assetto delle relazioni industriali e sindacali, in nome di un’idea disumana della globalizzazione fondata sulla lotta tra poveri, nonché di una concezione della produttività e della competitività non vincolata a criteri di qualità o ad innovazioni strategiche di processo e di prodotto, bensì alla costante compressione di salari e diritti in cambio del mantenimento dell’occupazione. Questo ricatto autoritario travestito da accordo – testato tramite un referendum che ha visto prevalere il Sì (nonostante l’eroico 46% dei lavoratori non abbia voluto sottoscrivere la linea Marchionne, e ciò significa che le fabbriche non si governano senza il consenso e che si evidenzia la necessità di riaprire la trattativa) – prevede

la fuoriuscita dalle garanzie del Contratto Nazionale di Lavoro e l’estromissione di chi dissente dall’ambito della rappresentanza sul luogo di lavoro. E’ evidente che si tratta di inaccettabili soprusi.

Per quanto riguarda il nostro territorio, siamo fortemente preoccupati per la possibile estensione del modello “Mirafiori” agli stabilimenti del Gruppo Fiat: Cnh, Maserati e Ferrari. E, infatti, durante la prossima settimana (il 25 e 26 gennaio) presidieremo – per sensibilizzare ed ascoltare i lavoratori e le lavoratrici – sia la Cnh che la Maserati, primi passi concreti di una campagna che prevediamo di estendere ad altre aziende della provincia.

Ma il nostro percorso non vuole fermarsi al lavoro dipendente ed operaio – la cui rilevanza non è mai venuta meno, nonostante i ciclici annunci sulla sua scomparsa -, bensì vuole proseguire nella sua riflessione ed azione politica verso le crescenti nebulose precarie, del lavoro intermittente ed autonomo, della piccola e media impresa, dei formatori, ricercatori, informatici, creativi e traduttori che operano nel campo della conoscenza, delle arti, dell’editoria e dello spettacolo, delle partita Iva, del commercio, del sommerso, degli stage non retribuiti, del terziario, delle cooperative sociali, delle soggettività migranti, etc; insomma, in direzione di una composizione del mondo del lavoro in costante mutamento e sprovvista delle garanzie minime di welfare.

Ad esempio, non si può non riconoscere la strutturalità del nesso tra Saperi (Scuola, Università e Ricerca, in primo luogo), Cultura in tutte le sue infinite declinazioni (ed anche intesa in senso gramsciano, ovvero come coscienza del sapere fare un mestiere e riconoscerne la valenza politica) e Lavoro.

Il tutto, ponendo a fondamento uno sguardo fortemente critico sul contesto generale della finanziarizzazione dell’economia – di cui la drammatica crisi in corso è uno dei nefasti prodotti – e sui tassi crescenti di disoccupazione, specie tra le giovani generazioni che giustamente si indignano e si rivoltano per il furto di futuro operato ai loro danni.

Avanziamo, infine, delle proposte di merito che vorremmo fossero arricchite e migliorate dai confronti che avremo:

– Si deve tornare a ragionare di politica economica ed industriale per indirizzare gli obiettivi verso una produzione sostenibile e responsabile, più incline ai bisogni di tutti che all’anarchia del mercato. Un pensiero ed una pratica che abbiano come obiettivi minimi una corposa redistribuzione del reddito tra lavoro dipendente e rendite o profitti ed una riforma fiscale ispirata ai criteri costituzionali che abbassi la pressione su lavoratori e pensionati optando per una sistematica lotta all’evasione, e come orizzonti ideali la coesione e la giustizia sociale;

– Come primi rimedi pratici per combattere il cancro delle precarietà, ad esempio, andrebbero previste l’introduzione del reddito minimo garantito (basic income) ed una legge “sul o del” Lavoro che abolisca le oltre 40 tipologie di contratto attualmente possibili e che – partendo dagli articoli della Costituzione che di Lavoro si occupano – preveda il contratto a tempo indeterminato come regola generale e non più di 5-6 deroghe, giacché il part-time, il lavoro a termine o il contratto a progetto potrebbero – se accuratamente circoscritti – tornare utili ad alcune categorie di lavoratori e lavoratrici.

(Sinistra Ecologia Libertà – Federazione di Modena)

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