Riguardo al Dat e al dibattito in corso in queste settimane, premesso che, stando ai numeri che si vedono nei comuni dove è stato istituito, probabilmente ne usufruiranno poche persone, non trovo motivazioni rilevanti per rifiutare ai cittadini la possibilità di dichiarare la propria opinione su un tema di coscienza personale così intimo. A mio avviso rappresenta un gesto di civiltà, ancorché provvisorio (in attesa si spera di una legge nazionale sull’argomento) e forse con alcuni limiti.
Le posizioni ideologiche su questi temi poi, soprattutto per una persona che ricopre una carica pubblica, sono da evitare, preferendo posizioni di dialogo, scambio e legittimazione della pluralità di idee presenti, così come ispirato dalla nostra Costituzione. La differente posizione di pensiero non deve essere scambiata per frettolosità o mancanza di un etica personale, ma piuttosto la conferma di una diversa prospettiva attraverso cui relazionarsi al tema, un diverso modo di intendere l’individuo e gli strumenti giuridico-amministrativi di cui dotarsi per realizzarlo appieno in tutta la sua dimensione umana.
(Marco Biagini, capogruppo Pd Consiglio Comunale)
