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Fiorani (Fiom/Cgil) risponde al Presidente di Ferrari Auto

Le dichiarazioni che il Presidente della Ferrari ha fatto in una assemblea, di fronte ai dipendenti Ferrari venerdì 1° ottobre sono sorprendenti e di una gravità inaudita e lasciano trasparire ancora una volta una intolleranza, fino ad arrivare alle minacce, nei confronti di chi non si piega al suo volere.

Noto in tutto questo un atteggiamento in pieno stile Fiat – Pomigliano e Melfi insegnano – e lasciatemi dire pure uno stato d’animo vendicativo che lascia trapelare, in chi le ha dette, una forte agitazione per il suo futuro.

Ritengo che quando si arriva a convocare una assemblea dei lavoratori per denigrare le loro rappresentanze, liberamente elette, quando le si accusa di remare contro, quando poi si afferma che vanno in malattia e utilizzano i permessi sindacali in modo improprio, si traccia un solco che difficilmente è possibile colmare.

Se queste affermazioni dovessero essere confermate, credo non mi rimanga altro che tutelare i delegati, gli iscritti e gli attivisti in tutte le sedi necessarie.

Invito il Presidente, piuttosto che lanciare anatemi, o avanzare proposte fantasiose di nuovi obiettivi non meglio definiti a cui legare premi, anche questi non ben definiti, ad avviare un confronto vero sul rinnovo del Contatto Aziendale.

Ribadisco, come del resto già dichiarato in una lettera inviata due settimane fa, alla quale la Direzione Ferrari non ha mai risposto, che come Fiom siamo disponibili a sospendere ogni iniziativa se da parte aziendale c’è la disponibilità ad avviare un confronto vero sul rinnovo del Contratto.

Noi non possiamo scegliere i nostri interlocutori aziendali, credo che questa regola debba valere anche per la Direzione Aziendale.

(Giordano Fiorani, segretario generale Fiom/Cgil Modena)
















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