Sul fiume Enza, tra Vetto (RE) e il Mulino di Bazzano (PR), si è sviluppata trent’anni fa una delle più felici stagioni della poesia italiana. La vicinanza tra artisti e intellettuali è infatti sempre stata una buona base per favorire i fermenti e le fasi creative e tanto più foriera di promesse e di stimoli fu in quel caso, per la presenza in quei luoghi di Luciano Anceschi, intellettuale che a Vetto allestì la propria casa di campagna. Vi ospitava le riunioni di redazione estive della rivista “il verri”, con critici, intellettuali, scrittori e poeti, proprio dove ancora oggi, in estate, abitano il figlio Giovanni e la poetessa Milli Graffi e dove ha sede l’archivio della rivista, tuttora pubblicata.
Anceschi era a 12 chilometri dal Mulino di Bazzano, dove il poeta Adriano Spatola e la poetessa e fotografa Giulia Niccolai andarono a vivere in una residenza dell’altro intellettuale e poeta Corrado Costa, dando vita alla rivista Tam Tam, che veniva stampata in casa con una Gestettner.
Una due giorni proposta dalla Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia sotto la cura di Daniela Rossi presenterà così il 28 e 29 agosto un’indagine su Vetto, sulla rivista “Il verri” e sui rapporti di Luciano Anceschi con i poeti di Bazzano e tutti i loro compagni di strada di quell’indimenticabile fase culturale. L’iniziativa fa parte delle attività di valorizzazione e qualificazione che la Biennale da tempo sviluppa nell’area della Val d’Enza, in chiave multidisciplinare e innovativa.
Anceschi e il verri. La rivista “il verri”, fondata da Luciano Anceschi a Milano nel 1956 – e poi trasferita a Bologna quando il professore si stabilì in quella città con la cattedra di estetica -, fu infatti il fulcro delle attività delle avanguardie letterarie italiane, protesse i Novissimi nel 1961 e, negli anni ’70, seguì con grande attenzione la multiforme e indiavolata attività di Spatola, allievo di Anceschi.
La figura di Luciano Anceschi fu decisiva in quegli anni. Fortemente presente nell’ambiente della poesia, aveva contribuito a definire l’area degli ermetici e a stabilirne il valore con due antologie che ebbero grande successo di pubblico e di critica. Curò la raccolta della “Linea Lombarda“, che diede grande impulso alla poesia di Sereni e di Erba. Intellettuale militante, fece sì che anche tutta l’attività tra Vetto e Bazzano conseguisse un’evidenza illustre, stimolatrice e definitoria, nel segno di quel rigore critico che gli apparteneva che fu sempre anche un monito a non strafare, a cercare sintesi stilistiche pregnanti e codici espressivi solidi e accurati.
La due giorni. A Vetto e alla Locanda degli Asini di Spigone, luogo magico tra i castagneti dove si coniuga la buona tavola con la cultura, si gusteranno letture, musica, presentazioni di libri e video oltre a un seminario sul rapporto tra Anceschi e i poeti del Mulino di Bazzano, con la partecipazione di artisti, scrittori, poeti e intellettuali che hanno vissuto quella straordinaria stagione.
Ci saranno Nanni Balestrini (uno dei primi redattori della rivista), Andrea Cortellessa e Niva Lorenzini, che vi collaborano attualmente, Milli Graffi, oggi direttrice della rivista, Giulia Niccolai, Cecilia Bello Minciacchi, Maurizio Spatola, Giuseppe Caliceti, Enzo Minarelli, Eugenio Gazzola, Beppe Sebaste e altri amici poeti e critici che hanno collaborato e collaborano alla rivista.
Il 28 agosto alle ore 18 a Spigone verranno presentati il libro di Niva Lorenzini sulle lettere di Edoardo Sanguineti a Luciano Anceschi e “La repubblica dei poeti. Gli anni del Mulino di Bazzano” libro con DVD di Daniela Rossi, ed. Campanotto. In apertura, un saluto della Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini.
Sempre a Spigone, in serata, letture dei poeti, performances e una speciale lettura con musica di Massimo Zamboni.
Giovanni Anceschi e Milli Graffi coordineranno il convegno del 29 agosto a Vetto dalle ore 10.
