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La protesta dell’on. Ghizzoni del Pd: “Privacy solo per i potenti, ma non per gli studenti”

Nasce l’Anagrafe nazionale degli studenti che permetterà al ministero dell’Istruzione di acquisire oltre ai dati personali, anche quelli sensibili e giudiziari degli studenti, ad esempio, come si legge nel decreto, “dati sullo stato di salute, le convinzioni religiose e altro”.

“Si tratta di un atto molto grave – commenta l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera – che viola il Codice sulla protezione dei dati personali secondo cui la raccolta dei dati sensibili deve essere soggetta al consenso dell’interessato e all’autorizzazione preventiva. Protestammo quando il Ministro introdusse nel decreto salvaprecari la norma per l’istituzione dell’Anagrafe, e protestiamo oggi, alla sua nascita.

Cosa c’entrano i dati sulla salute o sulle convinzioni religiose con l’Anagrafe degli studenti? E’ un modo inadeguato e ambiguo di affrontare la dispersione scolastica – aggiunge la parlamentare del Pd – che violenta la privacy degli studenti e l’intimità della sfera familiare visto che il ministro Gelmini sembra interessato anche a schedare gli alunni a seconda che siano figli di genitori separati o meno”.

Secondo l’on. Ghizzoni l’Anagrafe può essere “un utile strumento per contrastare l’abbandono scolastico e aiutare i ragazzi nel loro percorso scolastico, come già avviene in alcune regioni, ad esempio l’Emilia-Romagna. A patto però che non si trasformi in una forma di schedatura e di discriminazione. Auspichiamo quindi – conclude la parlamentare democratica – che il previsto parere del Garante delle Privacy limiti fortemente l’intrusione del ministero nella vita privata degli studenti.

Resta un fatto: che questo Governo, che non si fa scrupolo di invadere impropriamente la sfera personale degli studenti, è lo stesso che si erge paladino della tutela della privacy quando in gioco c’é il diritto all’informazione, come dimostra la legge sulle intercettazioni. Insomma, privacy solo per i potenti, ma non per gli studenti e la gente comune”.
















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