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L’Unione Comuni Modenesi Area Nord entra nell’Agenzia provinciale per l’energia

Nella seduta del consiglio di giovedì 15 luglio è stato discusso l’ingresso dell’Unione Comuni Modenesi dell’Area Nord nella compagine societaria dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena (Aess), ente a cui già aderiscono diversi Comuni e che garantisce servizi e sostegno per progetti di risparmio energetico.

L’ingresso in Aess, che prevede una quota associativa di 516 euro, è stato votato a maggioranza.

“Dal momento che i Comuni di Concordia, Medolla, San Felice e San Possidonio, oltre a quello di Mirandola hanno aderito al Patto dei Sindaci e si impegneranno nella riduzione del 20% delle emissioni in atmosfera – ha spiegato l’assessore ai Servizi alla comunità dell’Unione, Rudi Accorsi – riteniamo importante entrare in un’Agenzia che ha competenze che i nostri uffici non possono avere. Lo facciamo come Unione al fine di consentire anche a quei Comuni che non aderiscono direttamente al Patto dei Sindaci di poter accedere ai servizi offerti. Tra questi, ad esempio, il supporto per la formulazione di un eventuale piano energetico comunale, con un conseguente abbattimento dei costi”.

Critiche sono arrivate dalla minoranza. “Guardando i soci di Aess – ha sostenuto Fulvio Testi (Lega) – tra cui figurano anche Hera e Atcm, siamo preoccupati. Non vorremmo trovarci subito a ripianare delle perdite costruite da altri. Rilanciamo il progetto di creare uno staff tecnico dell’Unione che possa dare supporto ai Comuni. E poi: si vogliono ridurre le emissioni, ma intanto si dà il via libera alla costruzione di un’autostrada che passa a ridosso delle abitazioni?”.

Sulla stessa linea anche Flavio Viani (Pdl): “Analizzando i soci di Aess si ha quasi la sensazione che si tratti di una struttura pensata per creare posti di lavoro a certi dirigenti di partito. I conti non tornano e il rischio di dover pagare ben più dei 516 euro associativi è evidente”.

Lino Luppi (Pd) difende però la scelta. “Il servizio di Aess è vantaggioso perché offre ai Comuni un’ampia gamma di proposte. Toccherà poi alle varie municipalità decidere se sfruttarli e come sfruttarli. Le spese di utilizzo saranno a carico del singolo Comune e non dell’Unione”.

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