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Modena, ‘ndrangheta, il Pd: ora serve la risposta della politica

Il segretario cittadino del Pd Giuseppe Boschini commenta l’importante operazione messa a segno dalle forze dell’ordine contro la ‘ndrangheta.

«La notizia di oggi è l’ondata di arresti di esponenti della ‘ndrangheta, soprattutto al nord Italia e in Lombardia. Non è un novità: da tempo tutte le forze politiche e le istituzioni locali richiamano l’attenzione sull’infiltrazione mafiosa (ma forse sarebbe meglio dire la presenza mafiosa) nei territori produttivi del Nord, e gli episodi criminali come gli arresti sono stati numerosi. Ma stavolta, con la dovuta prudenza che si deve avere in fase di indagine, appare evidente un cambio di passo. Ampi settori della politica lombarda appaiono collusi o prossimi alle organizzazioni criminali: direttori di Usl, procacciatori di voti per deputati, candidati alle elezioni, imprenditori, persino forze dell’ordine infedeli. Una criminalità non più circoscritta alle cosche e agli affiliati, ma capace di penetrazione in vari ambiti sociali. Scenari un tempo riservati, purtroppo, al sud: ora non è più così. Di fronte a tutto ciò sono d’obbligo alcune considerazioni.

a) Innanzitutto un invito alle istituzioni, alle agenzie educative, al sistema giudiziario di alzare ancora di più la guardia e la sensibilizzazione su questi temi.

b) Alle forze politiche, tutte, indistintamente, l’invito a fare delle regole di democrazia interna un caposaldo del loro agire. Solo partiti con processi decisionali partecipati, trasparenti, dotati di reali sistemi di controllo possono garantire che la selezione della classe politica non conosca deviazioni o scorciatoie: acquisto di voti e preferenze, interessi criminali orientati ed estesi alle opere pubbliche e alla sanità.

c) Il ministro Maroni ha detto testualmente: “Gli eccellenti risultati conseguiti in questi ultimi mesi contro la mafia sono il frutto di una costante ed efficace opera di coordinamento tra le Forze di polizia e la magistratura”.

Questo vuol dire tre cose: il riconoscimento del ruolo insostituibile dei corpi dello stato nella lotta alla criminalità organizzata; la necessità di garantire uomini e mezzi alle forze dell’ordine; la dimostrazione che le intercettazioni sono uno strumento fondamentale d’indagine.

Purtroppo il governo non va in questa direzione: i tagli pesantissimi alle forze dell’ordine e la legge sulle intercettazioni ne sono la prova più lampante. Mentre l’estesa rete di corruzione che sta emergendo dalle inchieste sul G8, sulla protezione civile, sull’eolico, sulla cosiddetta P3, sul ruolo che uomini vicinissimi al presidente del Consiglio hanno avuto in queste vicende, getta un’ombra inquietante sulla capacità e, soprattutto, sulla volontà di questo governo di contrastare efficacemente l’estendersi della metastasi criminale. Ma ancora una volta la risposta potrà venire solo dalla politica e dagli anticorpi che saprà mettere in circolo ricorrendo alle grandi risorse di intelligenza, responsabilità e moralità che pure esistono nel nostro Paese».
















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