Ieri sera si è tenuto un Consiglio straordinario dell’Unione Comuni Tresinaro Secchia in seduta pubblica per mettere a conoscenza intervenuti e cittadini circa i tagli previsti dall’ultima manovra finanziaria che arrivano a mettere in ginocchio la finanza degli enti locali. Nel complesso, la manovra tra taglio dei trasferimenti e conferma degli obiettivi di patto, pesa nel 2011 per 49, 5 milioni di euro sui Comuni del reggiano (con una media pro capite di circa 104 euro): a questi si aggiungono nel 2011 tagli ai trasferimenti alla Amministrazione Provinciale per 2,6 milioni e alla Regione per 600 milioni.
Nella maggior parte degli interventi, è stato chiesto da parte dei consiglieri di modificare in modo sostanziale l’attuale manovra correttiva, e di ridimensionarla per gli Enti Locali, tenendo conto del peso di comuni e province sulla spesa primaria e sul debito.
E’ stato inoltre richiesto di rivedere il patto interno di stabilità per superare le criticità emerse nel 2009, a partire dalla gestione dei pagamenti in conto capitale, con lo svincolo già nel 2010 di una percentuale almeno pari all’ anno scorso di residui passivi (4% e non lo 0,78% previsto).
Come ha ricordato il Presidente dell’Unione dei Comuni Tresinaro Secchia, Andrea Rossi: “In un clima di insostenibile incertezza, si sta consumando ancora una volta un atto di potere centralista, che guarda ai Comuni, alle Province e alle Regioni come a soggetti “spreconi” sui quali scaricare il debito, in aumento, dello Stato centrale. Saranno quindi inesorabilmente i cittadini e le imprese a pagare per l’inevitabile ridimensionamento dei servizi e degli investimenti in opere pubbliche, in una logica che, nei fatti, corrisponde ad un aumento delle tasse”.
Alessio Mammi, Vice Presidente dell’Unione ha aggiunto: “Questa manovra, se non subirà radicali modifiche, toccherà tutte le attività che gli enti locali svolgono, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade all’assistenza alle famiglie con persone non autosufficienti, dalla scuola alla protezione civile regionale. Vi è di fatto una esautorazione dei Sindaci e di chi guida gli enti locali poiché le leve nelle loro mani sono da tre anni bloccate, mentre continuamente si vedono impartire “ordini dall’alto” senza avere voce in capitolo per i territori che si trovano ad amministrare”.