I sindacati edili da tempo hanno adottato come principio guida che la tutela ambientale non può essere subordinata alla tutela del lavoro qualsiasi esso sia. Per questo motivo, anche nella precedente nota, abbiamo esplicitamente apprezzato il lavoro fatto dal comitato affinché il tema della tutela del territorio e della salute fosse presente nell’opinione pubblica.
Contemporaneamente consideriamo compatibile la difesa del lavoro e della salute, attraverso l’applicazione delle norme, i controlli e i vincoli che sono giustamente posti quando si avvia un nuovo investimento produttivo.
La Provincia e l’Arpa, come dichiara l’assessore provinciale all’ambiente Vaccari, hanno svolto ogni verifica richiesta in materia di tutela dell’ambiente e della salute e, come organizzazioni sindacali, abbiamo più volte incontrato le amministrazioni interessate al fine di verificare gli atti.
L’Azienda ha provveduto, una volta avute le autorizzazioni richieste, autorizzazioni a norma di legge e non da “avanspettacolo” come sostiene l’esponente del comitato, alla realizzazione dell’impianto di conglomerato bituminoso, e alla predisposizione di tutte le norme a tutela richiesta ricevendo il via libera dalla Provincia e dall’Arpa. Nessuna autorizzazione, a noi risulta, sia stata annullata, né che gli esposti presentati, diverso tempo fa, al TAR abbiano ancora avuto risposta. E’ vero invece che tutti i soggetti, comitato, sindacati, azienda ed amministrazioni, si sono adoperate per un percorso di trasparenza e legalità nelle procedure che chiunque può verificare essendo atti pubblici.
Ora a noi pare si debba dare atto della serietà dell’impresa che ha adottato ogni misura tecnicamente possibile per scongiurare rischi alla salute e bisogna che il comune conceda il via libera e si consenta al progetto industriale di svilupparsi e garantire continuità occupazionaleagli oltre trenta addetti dell’impresa.
Rilanciamo la proposta che il comitato, sotto l’egida del comune di Savignano, costituisca un comitato di controllo che verifichi, anche giornalmente, i dati ambientali rilevati dal sistema di monitoraggio dell’impianto e noi su questo garantiamo la nostra piena collaborazione.
Detto ciò però ci pare opportuno fare un po’ di chiarezza:
l’impianto non produce catrame, ma conglomerato bituminoso, banalmente asfalto, e l’impianto di conglomerato bituminoso non usa acqua che anzi, non deve venire a contatto col materiale durante la fase di miscelazione.
Il camino è stato alzato come richiesto ben oltre il piano campagna e le emissioni sono monitorate in continuo ed è previsto un blocco automatico, che gli operatori non possono disinserire se si dovesse mai verificare nel camino emissioni di sostanze non previste dai protocolli.
L’impianto di calcestruzzo e il frantoio, per altro non ancora realizzati, verranno impiantati provvedendo allo spostamento del vecchio frantoio sulla base del piano provinciale, a cui il comune di Savignano, in specifico la precedente amministrazione, ha aderito dando le autorizzazioni previste e negoziando ulteriori oneri per l’impresa. Infatti, oltre al previsto contributo regionale di 0,57 centesimi per metro cubo, è prassi che le amministrazioni concordino opere a carico dell’impresa che estrae materiale dell’importo corrispondente a, nel caso specifico, ulteriori 2, 70 euro a metro cubo, che l’azienda ha già pagato e che il comune ha riscosso.
L’approvvigionamento dell’acqua necessaria per le lavorazioni di frantoio e calcestruzzo è stata autorizzata a norma di legge, e lo scarico è stato autorizzato facendo costruire idonei bacini di stoccaggio, decantazione e riciclo, sono stai progettati idonei sistemi di monitoraggio.
In quanto al collaudo è pleonastico che venga richiesto, è già ampiamente previsto che l’impianto sia collaudato a norma di legge.
La zona in cui l’impianto è collocato, l’ormai famoso polo 11, è un’area contigua alla Ceramica Pastorelli e a poche decine di metri dalla nuova pedemontana che assorbirà l’eventuale traffico di mezzi (sulla cui entità stimata dal comitato è bene che vengano rifatti i conti: i camion che vengono prospettati come incremento del traffico annuale sono invece l’aumento stimato sui dieci anni a volumi di venduto pre-crisi) senza passare attraverso o vicino al cento urbano della frazione di Magazzino.
Infine, apprezzando più di altri l’impegno civico organizzato, rappresentato dai comitati, ribadiamo come organizzazioni sindacali, la piena disponibilità ad ogni confronto che si ritenesse utile per ogni ulteriore chiarimento.
(FILCA-FeNEAL-FILLEA Modena)