Il 15 giugno si sono riuniti congiuntamente la Commissione per l’Emersione del Lavoro Irregolare, presieduta dal vicepresidente della Provincia, Pierluigi Saccardi, e il Comitato per il Lavoro e l’Emersione del Sommerso, presieduto dal direttore della Direzione provinciale del lavoro, Giulio Bertoni.
L’incontro ha rappresentato un importante appuntamento per fare il punto sulla situazione del lavoro irregolare nella nostra provincia, alla luce particolare della situazione di crisi, che si trascina da oltre un anno e mezzo.
Innanzitutto sono stati valutati i dati restituiti dai diversi organi ispettivi: in particolare dalla Direzione provinciale del lavoro, che segnala su 264 ispezioni svolte nel primo quadrimestre 2010, 281 lavoratori irregolari, di cui 145 completamente in nero e 11 stranieri clandestini, oltre a 680 aziende artigiane risultate irregolari o inesistenti che, in collaborazione con la Camera di Commercio, sono state cancellate dall’Albo provinciale specifico; mentre il direttore dell’INAIL provinciale segnala il calo degli infortuni sul lavoro attorno al 12%, stimato per circa la metà a seguito della crisi che ha colpito soprattutto il settore manifatturiero e l’altra metà dovuta alla crescita di maggiore consapevolezza sull’argomento da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori; di contro però, Carlo Veronesi, direttore del Servizio Prevenzione e sicurezza Ambienti di Lavoro dell’USL (ma anche responsabile dell’Organismo provinciale per la salute e sicurezza sul lavoro, che comprende anche DPL, INAIL, INPS, Vigili del fuoco, ARPA) ha illustrato una situazione di particolare problematicità nei cantieri edili ispezionati in maniera coordinata nel mese di maggio, da cui emerge che un terzo risulta non regolare, per cui rilancia in proposito la necessità di riunire a breve il Comitato provinciale di concertazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
A fronte di questi dati, il vicepresidente Saccardi ha confermato l’importanza di questi incontri, per socializzare i problemi e le situazioni maggiormente critiche, per individuare le azioni e gli interventi che maggiormente debbono essere messi in campo per salvaguardare la qualità del lavoro, la legalità e una corretta e sana concorrenza tra le imprese; ha ricordato inoltre le diverse azioni messe in campo dalla Provincia in materia: dal controllo sulla regolarità degli appalti pubblici, al controllo telematico delle presenze nei cantieri di edilizia pubblica; dall’incrocio delle banche dati per favorire l’emersione del lavoro irregolare, alla formazione delle polizie municipali in materia di sicurezza e regolarità del lavoro; dalle iniziative per favorire la regolarizzazione dei lavoratori stranieri, in particolare cinesi e badanti, alla promozione di iniziative nel campo della formazione degli artigiani edili, come nelle azioni di salvaguardia della legalità nel comparto del trasporto merci su strada.
Un tema sottolineato sia da Bertoni che da Saccardi è stato quello della salvaguardia della qualità del lavoro per i più deboli, in questo periodo di crisi, in modo particolare dei lavoratori disabili, doppiamente discriminati, sia nell’ingresso nel mondo del lavoro sia nella permanenza in esso.
Un grido di allarme particolare è venuto dal sindacato, per voce di Guido Mora della CGIL, che ha segnalato come, non solo in questo momento di crisi, ma già da diversi anni la qualità del lavoro, e dunque anche il suo livello di regolarità e legalità, è significativamente diminuita anche nella nostra provincia, a seguito di varie forme di “flessibilizzazione” del mercato del lavoro introdotte dal legislatore, di forte immissione di lavoratori stranieri, più facilmente ricattabili, di continui tentativi di far ricadere la crisi solo sui lavoratori: per questo diventa più che mai indispensabile un lavoro combinato di raccordo interistituzionale e con le forze sociali, in cui ciascuno per il ruolo e le responsabilità che gli competono, ma anche in un’ottica di forte collaborazione, si impegni a far sì che da questa crisi emerga un sistema economico e sociale più “sano” ed “equo”, altrimenti si rischia un imbarbarimento della convivenza sociale e civile in questo territorio.
Vanni Ceccardi, a nome della Confcooperative, si dichiara concorde sull’esigenza di confrontarsi più spesso su questi temi, ponendo particolare attenzione nei confronti dei più deboli come i lavoratori disabili; nello stesso tempo condivide le sollecitazioni provenienti da più intervenuti sull’esigenza di una attenzione particolare a fenomeni di lavoro “grigio” che si annidano in forme di cooperazione cosiddetta “spuria”, controllando seriamente sia queste cooperative che le aziende committenti, che spesso le usano in realtà per mascherare forme di lavoro dipendente.
Il vicepresidente Saccardi, nel ringraziare assieme al direttore Bertoni tutti gli intervenuti per i preziosi contributi apportati, propone di promuovere altri incontri come questo, dove esaminare i dati sulle irregolarità riscontrate ed approfondire ogni volta un tema specifico: “solo attraverso un significativo lavoro coordinato da parte di tutti i soggetti che partecipano a questo tavolo, sarà possibile mantenere alto il livello di guardia su queste tematiche, con l’obiettivo non solo di esaminare i fenomeni, ma di produrre risultati concreti, a partire dall’approfondimento e dall’elaborazione di proposte precise su temi specifici, per cui propongo di dedicare il prossimo incontro all’esame particolare delle problematiche riferite ai lavoratori disabili”.