«Sono in corso, da parte dell’Ausl, i controlli del rispetto delle norme di sicurezza degli edifici delle scuole superiori modenesi: a oggi non abbiamo ricevuto, neanche dalle scuole, alcuna segnalazione». Lo ha detto Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, rispondendo in Consiglio a un’interpellanza presentata da Grazia Baracchi (Pd) con l’obiettivo «di tenere alta l’attenzione sul disagio della scuola modenese». L’assessore ha poi sottolineato che i nuovi edifici scolastici costruiti dalla Provincia garantiscono gli standard richiesti dalla normativa vigente in materia di spazi che prevede 25 studenti per classe, ma le recenti norme, che prevedono il taglio degli organici dei docenti, potranno portare a classi più numerose. «Gli spazi alle scuole – ha proseguito Elena Malaguti – sono stati comunque assegnati anche in relazione ai parametri individuati nella convenzione per le autonomie scolastiche, rinnovata nel febbraio di quest’anno con i 32 istituti superiori modenesi, che tengono conto del rapporto metri quadri-studente e aule-laboratori-classi».
Rispondendo alla domanda su quali effetti si produrranno sulla scuola modenese in seguito alla riforma in atto, l’assessore Malaguti ha ricordato che la Provincia, come la Regione, ha già completato la razionalizzazione della rete scolastica, arrivando a una media di 850 alunni per ciascuna autonomia scolastica e a una di 22,6 alunni per classe, superiore sia alla media nazionale che agli obiettivi della legge finanziaria: «Il taglio di 212 docenti in provincia, a fronte di un aumento della popolazione scolastica, sta facendo emergere una serie di criticità sia nella scuola dell’infanzia, le cui difficoltà graveranno su enti locali e famiglie, sia nella scuole elementari e medie che, per la prima volta, non potranno dare interamente risposta alle domande di tempo pieno e di tempo prolungato».
Rendendo noto che l’Ufficio scolastico regionale ha riconosciuto che il taglio lineare dei docenti danneggia la scuola emiliana, Giorgio Siena (Pd) ha denunciato «la cancellazione del modello di scuola primaria che finora ha assicurato livelli di eccellenza», mentre Fabio Vicenzi (Udc) ha sottolineato, «a fronte dell’immobilità dello Stato, il servizio indispensabile offerto dalle scuole d’infanzia paritarie, purtroppo non sempre riconosciuto dagli enti locali». Giovanna Bertolini (Pdl), ammettendo che «i tagli ci sono e quindi ci saranno i problemi», ha sostenuto che «con questa interpellanza il Pd fa solo terrorismo psicologico».