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A Modena 868 minori sotto tutela, affido comunale o vigilanza

Al 31 dicembre 2009 i bambini in tutela al Comune di Modena (che ne detiene la patria potestà) erano 216, quelli affidati temporaneamente all’Amministrazione 132 e quelli in vigilanza 520, per un totale di 868 minori con provvedimenti. Le famiglie con minori in carico ai servizi erano 2 mila 14, i bambini ospitati nelle 20 comunità del territorio 211, gli affidi a famiglie 165 e le mamme con minori accolte nelle comunità 28, oltre a 4 donne incinta. Questo il quadro tracciato dall’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti, che ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione di Enrico Artioli, Pd, sulle azioni di cura dei minori e di sostegno alle famiglie che accolgono bambini.

“Modena è prima in Emilia-Romagna per l’accoglienza di minori in famiglia”, ha proseguito. “Le famiglie affidatarie vengono sostenute con un contributo economico di 517 euro mensili, rimborsate delle spese sanitarie e dentistiche ed esentate dalle spese per servizi scolastici e da ticket sanitari”. Per accogliere un minore i nuclei frequentano un corso organizzato da Provincia e Centro per le famiglie e vengono affiancati da un’équipe di sostegno formata da assistente sociale, psicologo ed educatore. “Sono in crescita le procedure della Procura e del Tribunale dei minorenni – ha spiegato Maletti – principalmente per problematiche di tipo patologico, come tossicodipendenza, disagio, fragilità psichica e malattie, ed economico, ma anche per situazioni di povertà culturale, isolamento e difficoltà di integrazione sociale, fragilità delle reti sociali o conflittualità intrafamiliare”. Il Comune, già da alcuni anni, ha istituito corsi e iniziative collettive e per singoli nuclei, con l’obiettivo di aiutare ad esercitare le capacità e i ruoli genitoriali per garantire al minore e al suo nucleo famigliare una qualità della vita migliore, e per prevenire misure di vigilanza, affido e tutela.

“Apprezzo l’aspetto preventivo degli interventi”, ha replicato Artioli. “Ritengo che l’azione a monte sia l’approccio migliore per evitare problemi a valle. Credo sia un elemento vincente, inoltre, il coinvolgimento della società civile. Va perseguita la strada dell’inserimento in famiglia, più economico ed efficace, rispetto a quello del mantenimento in comunità, dal costo elevato”.

















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