Sulla decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena di procedere alla vendita di una parte sostanziosa del pacchetto azionario di Unicredit si è aperto un dibattito rilevante, ospitato dagli organi di informazione, che ha consentito di conoscere gli orientamenti e le opinioni degli stakeholder modenesi sulle ricadute che riguardano un Istituto di credito profondamente legato al nostro territorio.
Una scelta di trasparenza che è auspicabile si ripeta anche nel futuro, quando si tratterà di decisioni che potranno avere un impatto rilevante sull’economia modenese e sulle scelte strategiche per il territorio.
Bene ha fatto il presidente Landi a informare la stampa e, attraverso di essa, l’opinione pubblica, e a motivare la decisione della Fondazione. Bene hanno fatto alcuni dei massimi esponenti delle istituzioni a prendere la parola.
Auspico che nei prossimi giorni il sistema economico nel suo complesso discuta, nelle sedi appropriate, di un argomento che lo riguarda così direttamente.
La complessità del tema, legato alla decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, presenta aspetti di non facile comprensione e anche aspetti di delicatezza e riservatezza per il rispetto delle regole di governance delle Fondazioni e delle società quotate. Regole alle quali mi sono attenuto, e mi attengo, evitando di commentare pubblicamente quella scelta.
Il punto centrale della riflessione che stiamo facendo è, a mio avviso, riferito a come le istituzioni modenesi riescano ad esprimere un nuovo progetto di sviluppo del territorio e, di conseguenza, come sia possibile accompagnare le imprese nella sfida della competizione globale. Un tema, quest’ultimo, abbondantemente dibattuto negli ultimi anni, con molte parole e pochi fatti.
Come imprenditore considero l’impresa base dello sviluppo, del lavoro e del benessere della collettività; so quanto siano necessarie infrastrutture e innovazione, so quanto, ancor più oggi, serva il supporto primario della finanza, intesa come apporto di servizio e non come settore a sé stante.
Con questo spirito ho accettato e assunto l’impegno di Amministratore delegato di Carimonte Holding, in rappresentanza degli interessi dell’economia modenese. Impegno che intendo mantenere fino a quando le istituzioni modenesi condivideranno l’obiettivo di supportare lo sviluppo economico del nostro territorio. Nel momento in cui ciò non fosse, non avrebbe alcun senso una presenza mia, o di altri imprenditori in tale contesto.
Il presidente Landi ha parlato di “disallineamento” tra la sua decisione e il mio ruolo in Carimonte Holding e mi chiede pubblicamente un segnale. A questo proposito, ritengo che il dibattito che si è aperto sia utile per verificare quanto la mia posizione sia o meno disallineata rispetto agli interessi dei soli modenesi.
Solo dopo questa verifica, che mi auguro il più possibile allargata al “Sistema Modena” assumerò una decisione riguardo al ruolo che attualmente ricopro in Carimonte Holding.
Dino Piacentini – Ad Carimonte Holding