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Reggio: l’omelia di don Daniele Simonazzi alle esequie di Renzo Bonazzi in Sant’Agostino

Dopo la commemorazione di Renzo Bonazzi da parte del sindaco Delrio in Sala del Tricolore, ove era allestita da ieri la camera ardente, il corteo funebre, formatosi in piazza Prampolini, ha percorso stamani via Farini e raggiunto la chiesa di Sant’Agostino, dove il parroco don Guido Mortari e don Daniele Simonazzi, amico dell’ex sindaco Bonazzi, hanno concelebrato il rito funebre.

L’omelia di don Simonazzi, basata sul racconto, dal Vangelo di Giovanni, della ‘Lavanda dei piedi’ (Giovanni 13, 1-15), ha messo in luce altri aspetti significativi della vita e della testimonianza di Renzo Bonazzi.

Espresso ai familiari e a tutti i presenti le condoglianze del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Adriano Caprioli e dell’ausiliare Lorenzo Ghizzoni, don Simonazzi ha sottolineato come “il Vangelo che abbiamo appena ascoltato rifletta quello che Renzo è stato. A cominciare dal suo impegno di sindaco per gli ultimi, in particolare per i nomadi, con don Alberto Altana. Il Vangelo ci dice che Gesù, prima di chinarsi a lavare i piedi degli apostoli, cioè prima di mettersi a servire, depose le proprie vesti. Il servizio è deporre le proprie vesti, cioè la propria vita, certi che soltanto così entriamo pienamente in possesso della nostra vita. Renzo, nella sua vita, nel suo servizio di sindaco, depose le proprie vesti, a cominciare dal trascurare il propria professione di avvocato, per servire la sua città, la sua gente”.

“Il gesto che Gesù compie – ha aggiunto don Simonazzi – non era, e non è, obbligatorio. E’ un gesto umilissimo, e tutte le cose umili vanno scelte, non imposte. Il servizio va inteso come dono, non come imposizione ma come scelta. Anche questo ci ricorda l’atteggiamento di Renzo, che per la sua attività con don Altana disse di sentirsi un missionario laico”.

“Nel racconto evangelico – ha concluso don Daniele – Gesù, quello stesso Gesù che lava i piedi, è chiamato Signore e Maestro ed invita noi a lavarci i piedi reciprocamente, cioè a servirci. Signore e Maestro che serve. In Renzo c’erano un magistero e una signoria del servizio. Pensando a lui, riflettiamo sulla nostra città, è una città autorevole: esercita signoria e magistero di servizio. Ebbene, perché questo possa essere, la presenza della povera gente con noi è essenziale… ”.

Durante la cerimonia in Sala del Tricolore, l’attrice Maria Antonietta Centoducati ha letto, a nome del gruppo di lettura fahREgroup di cui Renzo Bonazzi era assiduo frequentatore, la poesia di Eugenio Montale ‘In ricordo dell’amico S.D.’
















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